di Gianluca Albanese
SIDERNO – E’ vero, la notte porta consiglio. E così, solo dopo le canoniche otto ore di sonno realizziamo che ieri pomeriggio, in uno dei giorni più ricchi di eventi per la nostra zona, non sono mancate parecchie contraddizioni, che raccogliamo in questa nota semiseria, ma con una punta di amarezza.
{loadposition articolointerno, rounded}
MODI DI GERACE ore 14,30
Ci dev’essere una ragione per la quale certe conferenze stampa vengono convocate prima di pranzo: il cronista affamato e alle prese col calo di zuccheri perde brillantezza, è meno arguto, mentalmente proiettato al pasto, e allora certe domande non gli vengono in mente.
Se fosse stato più in forma, dopo aver sentito l’ex ministro Gasparri esprimere l’esigenza di maturare un “cursus honorum” in politica, contro quella che ha definito «l’improvvisazione con la quale sono state nominate ministro la Lanzetta e la Madia» avrebbe sicuramente chiesto lumi sul cursus honorum degli ex ministri Carfagna e Gelmini, e del consigliere regionale lombardo Nicole Minetti. Ma tant’è.
SIDERNO ore 17,30
Mazzi di fiori, accoglienza in pompa magna, cartelli degli alunni delle scuole elementari e un “buonasera signor Ministro”. Come cambia il mondo. Qualche mese fa, l’allora sindaco di Monasterace sedeva sul solito banco alla sinistra dell’emiciclo. Il secondo, partendo dal tavolo principale. Un posto che, quando a Siderno c’erano ancora i consigli comunali democraticamente eletti, veniva occupato dall’opposizione. E forse anche lei, all’epoca, era opposizione. Mai urlata, quasi sussurrata. I suoi interventi non erano mai in cima all’agenda ma seguivano quelli dei soliti “falchi”. Ma ora è ministro, e sono qui tutti per lei. Chapeau.
GIOIOSA IONICA ore 19
Il sindaco Fuda arriva in ritardo, con un’inusitata cravatta scura appena indossata per andare all’assemblea di AssoComuni ad accogliere il ministro Lanzetta. Chiede e ottiene di discutere di un argomento non previsto dall’ordine del giorno: la chiusura dell’ufficio del giudice di pace, che non è stato “ripescato” e salvato dallo smantellamento come quelli di Caulonia e Stilo. Il primo cittadino, al quale fa eco la voce unanime del civico consesso, «si costerna, s’indigna e s’impegna» proponendo una delibera unanime per opporsi alla chiusura dell’ufficio, da condividere con i Consigli degli altri Comuni della vallata del Torbido. Accanto al cronista siede Antonio Larosa, già bastian contrario del circolo del Pd cittadino. Lui, quest’allarme lo lanciava il 26 marzo del 2013. Quasi un anno fa.
Ora, qualcuno sembra raccogliere la sua preoccupazione. Meglio tardi che mai.
SIDERNO, ore 19,30
Al Grand Hotel President l’osservatorio politico “Spazio Aperto” discute di politica e passione, contro l’arrivismo di chi si candida solo per interesse personale. Sul palco pontificano i giovani democrat cittadini Celestino e Parrotta, l’ex eretico del Pd di Caulonia Attilio Tucci – sappiamo che la definizione di “eretico” non gli va giù, ma basta conoscere la storia del Pd dell’antica Castelvetere per comprenderne il significato – e il segretario provinciale Seby Romeo. Sarà per la presenza di quest’ultimo che al tavolo dei relatori campeggia la bandiera del Pd quando il soggetto “Spazio Aperto” dovrebbe essere apartitico? Mistero.
Romeo abbandona per un attimo la proverbiale prudenza e accontenta la platea dei “Pino Mammoliti boys” dicendo che a Locri il Pd organizzato come circolo non esiste e che nessuno può tenere in ostaggio il partito. Musica per le orecchie del penalista locrese che però certe cose le diceva da tanto tempo.
Di sicuro le diceva già nel novembre del 2012, quando LocRinasce ospitò un dibattito aperto in vista delle primarie per eleggere il candidato premier del Centrosinistra che videro candidati, tra gli altri, Bersani (risultato vincitore), Renzi e Vendola. Ma in quella occasione Romeo, pur presente, fece finta di nulla. Del resto, non era ancora segretario provinciale e la corrente renziana era fortemente minoritaria. Tucci era quello che, secondo una vulgata molto di moda all’epoca, aveva danneggiato il partito alleandosi a livello comunale coi Campisi e certi equilibri locresi non andavano toccati. Oggi i renziani (il cui esercito è stato infoltito da molti nuovi e opportunisti ingressi) sono maggioranza a livello regionale e nazionale, con la provincia di Reggio che ora appare come un’enclave dell’altra corrente, quella che fa riferimento a Bersani-Cuperlo-Canale. Una corrente talmente egemone da aver preso il 100% della segreteria provinciale e nominare il coordinatore locrideo. Quanto basta, insomma, per potersi permettere il lusso di dare occasionalmente qualche contentino, almeno a parole, a chi sta nel versante opposto.