di Gianluca Albanese
LOCRI – Passata l’onda anomala del voto nazionale, nei centri che saranno sicuramente interessati al voto amministrativo di maggio si ricomincia a ragionare in prospettiva delle Comunali.
A Locri c’eravamo lasciati col centrodestra alle prese con qualche bega interna dovuta al mancato supporto dell’ex sindaco Macrì alla lista di Grande Sud, ai carotaggi di Pino Mammoliti per valutare l’idea di prendere in mano la leadership di un centrosinistra cittadino alla ricerca di una figura su cui puntare, alla cautela di LocRinasce che promise che il discorso sulle Comunali sarebbe stato affrontato dopo le Politiche, all’idea di Pino Sansotta e Piero Leone di fare una lista autonoma del movimento “Il Ciliegio” e all’eventuale presenza della galassia centrista dei vari Barbaro e Laganà con relativi addentellati. In questi giorni, dunque, si ricomincerà a parlare delle Comunali. L’impressione diffusa è che nessuno premerà il piede sull’acceleratore più di tanto. E questo, essenzialmente, per due motivi. Il lavoro svolto dal commissario Crea e dai suoi vice, per arginare il rischio dissesto e accedere al fono rotativo “salva-enti” è al vaglio della magistratura contabile e dell’apposita commissione ministeriale che valuterà l’opportunità o meno di concedere il prestito decennale. In ogni caso, i locresi saranno attesi da dieci anni di tempi duri, di grossi sacrifici sui quali, inevitabilmente, dovrà essere incentrata la prossima campagna elettorale, nella quale non ci sarà spazio per le grandi promesse a effetto. Il secondo motivo deriva dall’analisi del voto alle Politiche che, si badi bene, è stato determinato da dinamiche indipendenti dalla campagna elettorale condotta in loco e, come rilevato a proposito della vicina Siderno (e per la verità un po’ ovunque) è stato soprattutto voto d’opinione influenzato dal carisma dei leader nazionali. Certo è che un buon 20% per il movimento 5Stelle al Senato, che diventa 22% alla Camera che, per sua natura, consta di un elettorato più giovane, vuol dire parecchio. E se spuntasse anche alle Comunali una lista “grillina”? L’humus su cui lavorare c’è. Del resto, una recente nota della componente locridea del 5Stelle lo ha promesso: “L’attività non si ferma alle Politiche ma andrà avanti nel territorio”. E allora, oltre al “Ciliegio” di Leone e Sansotta potrebbe spuntare l’altra grossa mina vagante del movimento di Grillo. E i politici “tradizionali”, quelli che fino a fine 2012 cercavano di assicurarsi un buon abbrivio anticipando contenuti programmatici ancor prima di sapere la data del voto amministrativo che faranno? Qualcuno è pronto a scommettere che punteranno tutto su governabilità e oculatezza della gestione finanziaria dell’Ente: altro che i manifesti roboanti della campagna elettorale del 2011, così pieni di promesse mirabolanti. Lo farà il centrodestra, che già aveva anticipato di potersi giocare le carte dei governi regionale e provinciale dello stesso colore politico; lo farà il centrosinistra ad eventuale guida affidata a Pino Mammoliti, che già ebbe modo di dire pubblicamente che il dissesto dell’Ente potrebbe rappresentare un’occasione per far ripartire la città; lo farà un eventuale polo centrista alimentato nell’ultimo anno a pane e rigore montiano; lo farà l’eventuale lista del “Ciliegio”, che fin dalla sua costituzione ha detto di puntare sulle piccole cose per fare funzionare l’ordinario. E i cittadini? Comprenderanno l’inversione di rotta in atto o si faranno tentare anche a livello locale dal voto di protesta?