Chiudere con il passato e garantire una vera tutela a tutti gli equidi, che in futuro – senza ambiguità – dovranno essere considerati “animali d’affezione”. Con tutte le conseguenze del caso: divieto di macellazione , divieto di importazione ed esportazione a fini alimentari, divieto di vendita e consumo della carne, divieto di utilizzazione di questi animali in spettacoli o manifestazioni pericolose o degradanti o comunque contrarie alle loro esigenze etologiche, garanzia di controllo attraverso una nuova anagrafe equina.
E’ il contenuto della proposta di legge – sostenuta da una raccolta di firme sul sito
www.nelcuore.org – che l’on. Michela Vittoria Brambilla, in rappresentanza della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, ha depositato alla Camera dei deputati ed illustrato oggi a Roma nella sede del Reparto a cavallo della Polizia di Stato, che già ora assicura una vecchiaia serena agli equini “pensionati” dopo il servizio. Ne hanno parlato, con l’ex ministro, anche il vicequestore di Roma Lucia Muscari ed i presidenti della Lav, Gianluca Felicetti, e dell’Enpa, Carla Rocchi. “Dobbiamo smettere di perseguitare i cavalli”, afferma l’on. Brambilla, che sottolinea la “poco invidiabile” posizione giuridica degli equidi, unici animali “da reddito” considerati anche “da compagnia”. Non è certo un privilegio. “In realtà – denuncia l’ex ministro – sono sfruttati letteralmente fino all’osso. Allenati con metodi brutali, frustati e dopati. Pensiamo ai cavalli negli ippodromi, sulle piste dei palii, sui tracciati delle corse clandestine, nei circhi, attaccati alle carrozzelle e infine nei macelli, magari dopo aver affrontato interminabili viaggi dall’est europeo per soddisfare la domanda di carne equina, di cui l’Italia è, purtroppo, il primo consumatore. Fortunatamente la sensibilità è cambiata e l’opinione pubblica guarda a certe tradizioni, per esempio i palii, con occhio molto più severo: che cosa c’è di “culturale” nella sofferenza inflitta ad un essere senziente? E’ ora di voltare pagina”. La proposta di legge firmata dall’on. Brambilla mira appunto a questo. Il testo, oltre a riconoscerli come animali d’affezione, fissa criteri per la custodia e la cura degli equini, spesso detenuti in condizioni non adeguate. Istituisce un registro anagrafico degli equini presso le Asl che dia garanzia di tracciabilità e riconducibilità all’effettivo proprietario o possessore. Regola le modalità di addestramento. Abolisce le aste di equini di proprietà delle Forze armate e di altri enti pubblici, che potranno essere affidati – come già accade agli animali della Polizia di Stato al termine del servizio – a privati qualificati o ad associazioni. Per gli equini anziani o malati prevede convenzioni con strutture private o veri e propri “pensionati”. Introduce inoltre sanzioni proporzionate per chi viola la legge. Infine, le associazioni ambientaliste e animaliste che aderiscono alla Federazione (le venti più rappresentative a livello nazionale) esprimono il loro ringraziamento alla catena di supermercati Esselunga e al suo patron Bernardo Caprotti per aver scelto, da tempo, di non commercializzare carne di cavallo. “Una scelta etica importante, che si allinea con il sentimento della stragrande maggioranza degli italiani e che mi auguro sarà d’esempio anche per altre realtà”, ha commentato l’on. Michela Vittoria Brambilla. “Ringrazio Esselunga per il grande contributo in questa battaglia di civiltà”. “Ci è molto piaciuta l’iniziativa di Esselunga e ci è molto piaciuto il dott. Caprotti”, le fa eco Carla Rocchi, presidente dell’Enpa. “Contribuiremo a diffondere in ogni sede questa bella presa di posizione per la quale esprimiamo stima e gratitudine”.
(Fonte animali e animali)