di Gianluca Albanese (ph. e video di Enzo Lacopo)
LOCRI – A carnevale ogni provocazione vale. L’inizio della seduta consiliare odierna – la cronaca sarà riportata fedelmente nel servizio della nostra Francesca Cusumano – si tinge di giallo. Anzi…di arancione. Pino Mammoliti, infatti, dopo le parole pesantissime usate all’indirizzo di amministrazione comunale, Procura della Repubblica di Locri e Prefettura di Reggio Calabria nella riunione interpartitica di ieri, va oltre, presentandosi in aula con una tuta arancione, come quella in uso ai prigionieri dell’Isis.
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Proprio così: l’uomo dei manifesti (Mammoliti, appunto…) ha sfidato l’estensore della ormai celebre “lettera a Gesù Cristo” Giovanni Calabrese sul suo terreno preferito, quello delle provocazioni ad alto impatto mediatico.
L’idillio tra i due è finito da un pezzo. Dopo nove settimane e mezzo passate tra dolce stil novo e (vero o presunto) spirito di collaborazione con l’amministrazione comunale da parte di colui che torna ad essere il nemico pubblico numero uno del primo cittadino.
Che – riferiscono i presenti – si è parecchio arrabbiato per la sortita pittoresca del suo rivale (la parola “avversario” appare come un eufemismo) politico, tanto da chiedere e ottenere la sospensione della seduta.
La provocazione, dunque, è riuscita. Un po’ meno il taglio della tuta, che fa somigliare il rubicondo avvocato più ad un borghese seduto nel salone del barbiere che ad un prigioniero in mezzo a spietati terroristi. Ma questi sono dettagli di poco conto.
E Mammoliti? Ha spiegato al nostro Enzo Lacopo (nel video che segue) le ragioni della sua protesta.
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Il compianto Pino Daniele avrebbe commentato che “Masaniello è cresciuto uhè, Masaniello è turnato…”.