RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
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PACI , CORAGGIU , RISPETTU E DOVÌRI
‘U Papa dissi : ” ‘Mbeci i mura … ponti !
‘A paci è fatta sulu di sorrisi ,
i cumprensioni , amuri ed orizzonti
sempi cchjù novi , nobili e precisi ” !
Non è luntana , ‘a paci è dint’e’ nui
chi egoisti non pensamu affattu
ca pocu bastarrìa , mannaia cui ,
mu nd”a scangiamu di ‘nu cori a ‘n’attu .
E’ giustu mu sapìmu tutti quanti
ca , pe’ la gioia d’ogni figghju nostu ,
sul”u coraggiu pe’ ‘nu passu avanti
nci voli mu si menti tuttu o’ postu .
E a ‘sti figghjoli , povari ‘nnocenti
chi guerra nullu sapi chi vor diri ,
‘nsegnamunci , ca ‘mparanu ‘nt’a nenti ,
ca rispettari l’attu è ‘nu dovìri !
Pochi anni addietro ebbi a scrivere questi versi scaturiti dall’emozione di sempre, che perdura, di sentirmi calabrese vero a tutti gli effetti come sono stato dal 21/01/1947.
Oggi, però, osservando meglio e con l’esperienza vissuta, purtroppo, mi viene quasi da ricredermi e sento il bisogno di sfogarmi per come, tra l’altro, è mio solito, parlando chiaro.
Arrivando subito al sodo, non dormendo come si dovrebbe la notte, penso più o meno alle stesse cose. Ai problemi che attanagliano la nostra società vittima di soprusi non certo illuminati dalla Luce Divina, alla megalomania che regna nella mente di certi personaggi, agli abusi del ricco verso il povero, all’invidia, alla perfidia, alla cattiveria innate al mancato rispetto verso il prossimo e a tutto ciò che contro i dettami del buon senso e dell’intelligenza umana.
Dico nel primo verso della poesia, riportando le parole dell’oggi Santo Giovanni Paolo II°, che tra l’altro ho avuto – nel gennaio del 1982 – la gioia, l’orgoglio e la fortuna di abbracciare personalmente,
“Niente mura ma ponti” col giusto significato di unire e non dividere.
Tempo passando, pur rispettando l’autore e il senso di queste parole, mi trovo a dover constatare che duro è il comprendonio di chi è preposto al compito superiore di guidare greggi che “forse” non meritava.
Ed il mio pensiero è prima di tutto- quasi sempre- ai politici soprattutto della nostra zona , per non dover fare il filosofo e l’ideologo di niente.
Ci trattano male e con superiorità abusata da sempre persino i Signori politici di Reggio Calabria e di Catanzaro, le Provincie a noi più vicine. Allora, nel piccolo della mia mente, dico: Perché farci sottomettere da loro ed essere costretti ad accettare la loro politica nel senso lato della parola? Perché non creare una Grande Regione di INSODDISFATTI fondando un’autonomia vera (nostra) ?
Sarò pazzo ma una Regione della Locride (Medio Jonio) con i paesi insoddisfatti del Medio Tirreno non sarebbe l’ideale per gestirsi da soli senza l’intromissione dei “dotti” contenitori SOLO dei nostri voti ?
Tornino al casolare i nostri Scienziati e Lavoratori possibilmente e producano per la loro Regione anziché per le altre. Rivalutiamo come noi voi tutti vogliamo tutte le strutture già esistenti e creiamo, con il loro apporto, altre nuove realtà, senza regalare i nostri soldi ad altri !
Penso e credo che in questa direzione non c’è cittadino che non si prodighi per la riuscita dell’intento. Una volta per tutte: lasciamo i Signori “comandanti” SOLI al loro destino e con fierezza ed oculatezza di tutti ( Sindaci , Amministratori e popolo della Nuova Regione ) ricominciamo a vivere una nuova realtà.
Questo mi piacerebbe vedere prima della “Chiamata Suprema “
Carlo Ernesto Panetta