di Gianluca Albanese
CAULONIA – Macagnino è crisciuto – uhè – Macagnino è turnato. La lingua napoletana usata nel nostro incipit non è causale. Dopo un percorso artistico ventennale in cui ha toccato tutte le esperienze del panorama musicale locrideo, il cantautore, architetto, scrittore e attore Fabio Macagnino, nato e cresciuto in Germania e calabrese di adozione, spicca finalmente il volo verso scenari nazionali, pubblicando il suo terzo album “Candalia” (2017, Sveva edizioni) concepito insieme a musicisti partenopei e il produttore Paolo Del Vecchio, che ha già lavorato con Peppe Barra e Marina Mulopulos. La supervisione è a cura di Rocco Pasquariello.
E si vede.
Se i testi – tutti scritti da Macagnino – sono ancora già profondi, ricercarti e originali, tanto da ricordare un Pasquale Panella d’annata, le sonorità sono più curate e mature. Quanto basta a presentarsi nella scena musicale nazionale e ottenere passaggi nei principali network radiofonici.
Le tracce dell’album sono dieci, sette inedite e tre grandi classici rivisitati per l’occasione.
Architetto musicista o musicista che risente della propria formazione professionale, Macagnino ha studiato e lavorato molto in questi anni. Amatissimo dal suo pubblico, che ha imparato a conoscerlo prima nel progetto Karakolo Fool e poi con “Scialaruga” e l’album solista “Cosmopolitana mama”, oggi torna a incidere con la consacrazione di un percorso artistico ed esistenziale per nulla incline ai compromessi, in cui prima viene la crescita musicale e poi il successo commerciale a ogni costo.
Tra gli ospiti che hanno suonato ci sono Agostino Marangolo alla batteria, Ernesto Vitolo all’organo hammond (entrambi storici collaboratori di Pino Daniele) e Lino Cannavaciuolo, straordinario violinista partenopeo e autore di innumerevoli colonne sonore per il cinema e la tv.
Un album tutto da ascoltare, vivere e godere, con testi da imparare a memoria per cantare le canzoni insieme a lui durante gli attesissimi concerti, a cominciare da quello previsto per giovedì 7 dicembre alle 21 all’auditorium “Frammartino” di Caulonia Marina.
Ecco come abbiamo ascoltato in anteprima le dieci tracce di “Candalìa”.
I SOGNI
Il brano che apre l’album permette di entrare subito nel mood del nuovo Fabio Macagnino “da esportazione” o, se preferite, 2.0.
Sonorità curatissime e testi assai ricercati, tra cui spicca “Tra il già e il non ancora, e passioni da confessare”. Un viaggio ontologicamente onirico con venature freudiane.
CANZUNI DUCI
E’ il suo capolavoro, già contenuto in “Cosmopolitana mama” ma reinterpretato con ancora maggiore intensità. Un delicato ricamo poetico su un tappeto sonoro da grande cantautore latinoamericano. Una canzone da cantare tutta d’un fiato. Anzi, tutta d’un cuore.
RICOMINCIARE
Ti sorprende all’inizio con un riff che strizza l’occhio a “Another brick in the wall” dei Pink Floyd, per le sonorità di stampo britannico anni ’80 con Fabio che canta a brutto muso quel che ha dentro, ricordando una Loredana Bertè al maschile.
SULI
E’ un grande classico di ogni fine estate. Macagnino lo rivisita arricchendolo con cori, scacciapensieri e sonorità mediterranee al gusto dei frutti di stagione. Le piccole aggiunte nel testo rendono l’idea di un’opera portata a compimento definitivo.
BLUE DAHLIA
E’ il diario a ritmo di country-blues di una vita trascorsa nel locale di proprietà di un “orco alchimista”, uno dei posti a cui dai del tu perchè “Qua non ho alcun divieto” e “Posso mangiare la mia mela che qualcuno ha già pagato e baciare la mia Eva”. Solo chi non ha frequentato il noto ritrovo di Marina di Gioiosa Ionica non potrà ritrovarsi nel concetto espresso nel testo.
IL WALZER DEI DESIDERI
Introspettiva e crepuscolare. E’ un brano da grande cantautore, che ha superato di qualche anni luce il tempo in cui era percussionista di un gruppo di musica popolare.
GERMAGNA
Giocando sulla pronuncia in dialetto stretto parlato da chi conosce “La grazia o il tedio a morte del vivere in provincia”, è un contenitore di speranze e luoghi comuni di chi parte con la valigia di cartone per trovare lavoro, nella Germania che ancora non conosceva la strage di Duisburg. Salvo poi farsi avvincere dal profondo legame con le proprie radici.
GAROFANO E CANNELLA
L’intimo legame tra arte gastronomica ed eros viene dipinto da questa canzone in stile più che mai cosmopolitano che celebra l’intimità di una coppia che al termine di una giornata di lavoro ritrova sé stessa e i propri spazi tra cucina e camera da letto.
CARMA
Altra hit pluriennale di Macagnino, ravvivata con venature rock e schitarrate alla Mark Knopfler. E’ il manifesto della vita vissuta all’insegna della “Candalia”, ovvero del vivere rilassato dei popoli mediterranei, contrapposto all’efficientismo teutonico e al “logorìo della vita moderna”. Una conquista di vita , più che una sterile riaffermazione identitaria di una condotta del proprio quotidiano.
ADESSO
Bilancio esistenziale che chiude in attivo perchè “Il vento viene e va, l’amore viene e va” ma “La musica resterà”. Come “Silenziu” in “Scialaruga” chiude l’album nel migliore di modi.