DI SEGUITO LA NOTA DI MASSIMO CANALE (PD)
REGGIO CALABRIA – Seguiamo con particolare preoccupazione, fin dalle prime battute, la vicenda relativa al tentativo di censura subito dal quotidiano L’Ora della Calabria e per il quale ci sentiamo di esprimere alle redazioni, al direttore e all’editore certamente vicinanza e solidarietà, ma a cui facciamo soprattutto un plauso per non aver chinato il capo davanti alle ingerenze di chi, con fare assolutamente illegittimo, ha creduto di poter mettere il bavaglio al massimo cardine della democrazia; la libertà di espressione e, dunque, il diritto all’informazione. Una censura non completamente riuscita solo grazie all’ausilio di internet che anche in questo caso dimostra la sua enorme valenza in termini democratici.
Abbiamo atteso di conoscere tutti gli aspetti della vicenda prima di esternare le nostre perplessità, ma con la pubblicazione dell’audio della telefonata tra Umberto De Rose ed Alfredo Citrigno, pensiamo di aver sentito abbastanza e ci sentiamo in dovere esprimere la nostra preoccupazione su un episodio tanto delicato quanto pericoloso per la tenuta della democrazia in Calabria.
Davanti a quella che ci appare come una vera e propria prepotenza e di cui hanno parlato autorevoli quotidiani nazionali, però non ci aspettavamo che il neo Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, potesse ritenere opportuno nominare il sen. Gentile – al centro del ciclone proprio per la vicenda relativa alla censura de L’Ora della Calabria, per il tramite dello stampatore De Rose, da quanto si evince dall’audio originale della telefonata – nella sua compagine di Governo, con il ruolo di Sottosegretario alle Infrastrutture. Una scelta politicamente inopportuna che Gentile stesso dovrebbe rifiutare in attesa di chiarire la sua posizione, soprattutto ai calabresi che hanno visto leso il loro diritto ad essere informati.
Ci appare alquanto evidente, poi, che anche il dott. De Rose, ricoprendo il ruolo di presidente di una società in house della Regione Calabria quale è FinCalabra, dovrebbe pensare seriamente di rimettere il suo mandato nelle mani del Presidente Scopelliti in quanto ha dimostrato di essere esso stesso complice della mentalità di sopraffazione che affossa la Calabria libera e onesta.
Rinnovando il nostro apprezzamento al direttore e all’editore de L’Ora della Calabria per come hanno affrontato l’intera vicenda, ci auguriamo che questo rimanga solo uno spiacevole episodio, non rappresentativo di una società civile ed onesta come quella calabrese.
Massimo Canale,
portavoce del movimento politico-culturale #tuttaunaltrastoria