di Domenica Bumbaca
LOCRI – Così si conoscono grandi donne, giovani studentesse, docenti, professionisti. Basta un evento, e l’occasione è stata l’inaugurazione dell’anno scolastico, per la prima volta, nella città di Locri. Tante personalità sul palcoscenico del rinato Palazzo della Cultura, ma i protagonisti, di questa giornata, sono stati gli studenti.
La scuola non è del dirigente scolastico, del docente, dell’amministratore; la scuola è loro. Di quegli occhietti furbetti di un bambino che sventola il suo cappellino, mentre la sua maestra parla alla platea; la scuola è della ragazza vestita appositamente con un abito creato dagli stessi alunni, inneggiando il tricolore. La scuola è dei giovani liceali che hanno allietato con la loro esibizione canora, l’evento voluto dall’Amministrazione. La scuola è il momento delle creazioni, delle invenzioni, dei libri scritti con l’aiuto dei docenti. La scuola è matematica, scienze, lettere, ma è attraverso queste discipline che la scuola diviene, per tutti, cultura da diffondere, vita da apprezzare. Ci sono ragazzi attenti, dolci e sensibili, all’avanguardia e preparati, forse ancor più innovativi e originali degli stessi docenti. Ragazzi curiosi e mai stanchi di sapere e di apprendere. Studenti che hanno emozionato e fatto capire alle signore Istituzioni che la scuola è modello di vita. Lo dice anche una giovane studentessa marocchina, cittadina di Locri, che ha voluto raccontare la sua esperienza di studentessa integrata in un mondo diverso dal suo, ma altrettanto affascinante. La timidezza ha fatto da padrona durante il suo intervento, ma basta parlare un attimo con Majida per capire che di carattere ne ha da vendere. Lo sanno tutti, i suoi docenti, tra tutti la professoressa Gullaci, poi il suo dirigente scolastico,Tommaso Mittiga, e tutti suoi compagni.
“Mi chiamo Majida Zobida Nasro Allah, sono una ragazza di nazionalità marocchina, che frequenta l’ultimo anno dell’Istituto professionale di Siderno – Locri, indirizzo Moda – così esordisce durante la cerimoniale inaugurale-. Il mio intervento vuole essere una testimonianza su ciò che la scuola ha rappresentato nella mia vita. La scuola che sto frequentando mi ha dato qualcosa in più di un semplice diploma che, tra pochi mesi, potrò spendere sul mondo del lavoro, qualcosa in più della possibilità di proseguire negli studi. Ha rappresentato un mezzo prezioso per la mia integrazione nel vostro Paese, che adesso considero il mio. Mi ha fatto conoscere la vostra storia e la vostra cultura. Mi ha insegnato che solo il sapere può abbattere i pregiudizi e può trasformare in ricchezza l’incontro tra culture diverse. Mi ha spinto ad avere sempre grandi motivazioni, a non accontentarmi mai dei miei spazi, a spingere oltre, a chiedere e ad interrogare. Mi ha dato, inoltre, la possibilità di intraprendere delle valide relazioni umane, che hanno segnato in maniera indelebile la mia vita. Sento, dunque, il bisogno di ringraziare tutti coloro che operano nel mondo della scuola e tutti coloro che, a vario titolo, si prodigano per la crescita di questa Istituzione. Un grazie particolare all’Assessore Mario Caligiuri, per l’importante attività che, quotidianamente, svolge a favore della scuola. Mi piace chiudere questo mio intervento, con una esortazione che, in questi anni, i miei docenti hanno, costantemente, rivolto a noi studenti: “Non crediate che l’impegno profuso nello studio sia vano, anzi, questo sarà la condizione necessaria per poter diventare donne e uomini liberi e vi darà la piena cittadinanza nel mondo degli affetti e dei diritti”.