(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI – 13 anni e 2 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali.
E’ stata questa la condanna inflitta all’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, al termine della sentenza di primo grado, nel processo “Xenia”, pronunciata nella tarda mattinata di oggi dal giudice Fulvio Accurso, dopo una camera di consiglio durata 3 giorni.
Quasi il doppio dunque della pena inflittagli, il Procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D’Alessio e il pm Michele Permunian, avevano infatti chiesto una condanna di 7 anni e 11 mesi di reclusione.
Nelle arringhe finali, di sabato scorso 26 settembre, i difensori dell’ex sindaco di Riace, Giuliano Pisapia e Andrea Daqua, avevano chiesto per il proprio assistito l’assoluzione in formula piena, per non aver commesso il fatto, da tutti i capi d’imputazione.
Tra i reati contestati a Mimmo Lucano:associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (in merito alla gestione del sistema di accoglienza nel piccolo borgo locrideo), abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica, nell’ambito dell’inchiesta “Xenia”, condotta dai finanzieri del Gruppo di Locri.
L’ex sindaco, era stato indagato insieme ad altre 26 persone e ad ottobre del 2018 il gip aveva disposto per lui prima gli arresti domiciliari, poi revocati perchè il Tribunale del Riesame gli aveva applicato il divieto di dimora nel Comune di residenza.
Ma è nel settembre del 2019, che la Cassazione aveva annullato tale provvedimento.
LE CONDANNE
Dalla lettura del dispositivo sono emerse pesanti condanne anche per gli altri imputati:
–Abraha Gebremarian Abeba, condannata alla pena di 4 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali. Pena sospesa;
-Ammendolia Giuseppe, detto Luca, condannato alla pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali;
–Audino Nicola, condannato alla pena di 4 anni di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali;
-Balde Assan, condannato alla pena di 1 anno di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali. Pena sospesa;
-Capone Fernando Antonio, condannato alla pena di 9 anni e 10 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali;
-Curiale Oberdan Pietro, condannato alla pena di 6 anni di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali;
-Ierinò Cosimina, condannata alla pena di 8 anni e 10 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali;
-Keita Oumar, condannato alla pena di 1 anno di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali. Pena sospesa;
–Maiolo Annamaria, condannata alla pena di 6 anni di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali;
–Musuraca Cosimo Damiano, condannato alla pena di 1 anno di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali. Pena sospesa;
-Musuraca Gianfranco, condannato alla pena di 4 anni di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali;
-Romeo Salvatore, condannato alla pena di 6 anni di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali;
-Senese Maurizio, condannato ad 1 anno di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali;
-Taverniti Maria, condannata alla pena di 6 anni e 8 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali;
-Tesfahun Lemlem, condannata alla pena di 4 anni e 10 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali;
-Tesfalem Filmon, condannato alla pena di 1 anno di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali. Pena sospesa;
-Tornese Jerry Cosimo Ilario, condannato alla pena di 6 anni di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali.
Al contempo, è stata applicata nei confronti di Nicola Audino, Fernando Antonio Capone, Oberdan Pietro Curiale, Cosimina Ierinò, Domenico Lucano, Annamaria Maiolo, Gianfranco Musuraca, Salvatore Romeo, Maria Taverniti, Lemlem Tesfahun e Jerry Cosimo Ilario Tornese, la pena accessoria dall’interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni.
Oltre alle sanzioni penali, Lucano e gli altri imputati sono stati condannati al pagamento di una serie di pene pecuniarie:l’ex sindaco è stato infatti condannato, nei confronti della costituita parte civile Siae, al risarcimento del danno patrimoniale di 7.686,98 euro.
Inoltre, lo stesso Lucano e Giuseppe Ammendolia (detto Luca), Fernando Antonio Capone, Oberdan Pietro Curiale, Cosimina Ierinò, Annamaria Maiolo, Salvatore Romeo, Maria Taverniti e Jerry Cosimo Ilario Tornese, sono stati condannati al risarcimento del danno non patrimoniale, nei confronti della costituita parte civile, Ministero dell’Interno, di 200mila euro.
Ma non solo:è stato inoltre disposto dalla Corte una confisca di beni pari a oltre 700mila euro nei confronti di Lucano, Capone e Ierinò.
Lucano è stato anche condannato al versamento di una somma pari a 500mila euro, relativa i finanziamenti ottenuti dall’Unione europea e dal Governo.
LE ASSOLUZIONI
Le assoluzioni nello specifico hanno riguardato:
-Daniele Prencess;
-Alberto Gervasi;
-Domenico Latella;
-Moumen Nabil;
-Petrolo Antonio Santo;
-Renzo Valilà;
-Rosario Zurzolo.
Il Tribunale ha disposto anche la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Locri, con riferimento alle posizioni di Cosimina Ierinò, Rosario Zurzolo, Giuseppe Ammendolia (detto Luca), Lemlem Tesfahun, Abraha Gebremarian Abeba, Domenico Lucano, Fernando Antonio Capone e Jerry Cosimo Ilario Tornese.
LA REAZIONE DI MIMMO LUCANO
Questa mattina in aula, alla lettura del dispositivo, era presente anche Mimmo Lucano che visibilmente scosso, ha così esordito: «Non me l’aspettavo. E’ una cosa pesantissima. Ho speso la mia vita per rincorrere gli ideali contro le mafie, ho fatto il sindaco, mi sono schierato dalla parte degli umili e dei rifugiati, ho cercato di contribuire al riscatto della mia terra. Oggi – ha proseguito – devo prendere atto che è tutto è finito. Non so se per i delitti di mafia, ci sono condanne di questo calibro. Mi aspettavo la piena assoluzione».
Mimmo Lucano ha poi espresso ringraziamenti per i suoi legali, l’avvocato Mazzone, scomparso l’anno scorso e gli avvocati Pisapia e Daqua «Se non fosse stato per loro, mi avrebbero nominato un avvocato d’ufficio, perché non avevo la disponibilità economica per pagare. Adesso – ha continuato – non so come farò ad estinguere questa condanna, non ho proprietà, non ho nulla. Ringrazio anche tutti i magistrati che mi hanno espresso solidarietà per una vicenda inaudita e questo per me – ha concluso – è l’epilogo».
“Una sentenza lunare e una condanna esorbitante che contrastano totalmente con le evidenze processuali”, è stato il commento a caldo dei difensori di Mimmo Lucano, dopo la lettura della sentenza che hanno altresì anticipato, il ricorso in appello.
Come da prassi, dovranno trascorrere 90 giorni per conoscere le motivazioni alla base del verdetto, emesso dai giudici del Tribunale Locri.
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DI SEGUITO L’ARRIVO DI LUCANO IN TRIBUNALE
IL VIDEO DELLA LETTURA SENTENZA CON DICHIARAZIONI DI MIMMO LUCANO E DEI SUOI SOSTENITORI