SANTA DOMENICA DI PLACANICA – Sabato scorso, presso il santuario diocesano della Vergine Immacolata, Nostra Signora dello Scoglio, sono affluiti moltissimi pellegrini i quali, prima della celebrazione eucaristica, hanno avuto modo di ascoltare le sagge parole di Frate Cosimo, che ha tenuto una evangelizzazione, qui di seguito riportata integralmente:
“Cari fratelli e sorelle, benvenuti ancora una volta in questa povera, silenziosa e pacifica valle di Santa Domenica, divenuta ormai punto di incontro costante con il Signore, attraverso la presenza vigile e materna della Vergine SS Immacolata, Nostra Signora dello Scoglio. Oggi, primo sabato del mese di dicembre, nonché vigilia della solennità dell’Immacolata, ci ritroviamo riuniti sotto il suo sguardo amorevole per esprimerle ancora una volta tutto il nostro amore e la nostra gratitudine. Siamo già entrati nel tempo di Avvento, domani infatti è la seconda domenica, in cui celebriamo anche la solennità dell’Immacolata Concezione, solennità mariana per eccellenza del tempo di Avvento, tempo forte di attesa, che vuole predisporci a vivere con lo stesso cuore Immacolato della Madre, la venuta e l’accoglienza di Gesù nella nostra vita, cioè il Santo Natale del Signore. E proprio con questi sentimenti ora vogliamo ascoltare quanto ci narra l’Evangelista Luca al cap. 1 partendo dal v. 26 fino al v. 31: “In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te. A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”. Fratelli e sorelle, abbiamo appena ascoltato dal Vangelo di Luca la presentazione chiara che egli fa riguardo l’annuncio portato dall’angelo Gabriele alla Vergine di Nàzaret. Si, è proprio qui, nell’oscuro villaggio di Nàzaret, che viene mandato da Dio l’angelo Gabriele, il quale si ferma in una povera casa, ma per quale motivo fa questo? Certamente per chiedere udienza e allo stesso tempo inchinarsi, lui che sta al cospetto di Dio, dinnanzi ad una giovane donna, umile e semplice, il cui nome è Maria, e non è se vogliamo, un nome diverso da quello portato da altre ragazze dello stesso villaggio. Mi si pone davanti ai miei occhi questa immagine: dallo splendore dei cieli, l’angelo Gabriele passa nello squallore pulito di una casa, dove tutto è piccolo e allo stesso tempo ordinato e semplice. Egli è il celeste messaggero, le parole da lui pronunciate alla Vergine di Nazareth non sono sue, ma provengono da Dio. Gabriele la saluta e la riverisce con una espressione che non è stata e ne sarà rivolta mai più ad alcuno essere umano, e nemmeno angelico: “Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te”. La pienezza di grazia, se riflettiamo bene su queste parole, sta nella Vergine Maria, non da quel momento, poiché non è l’angelo che gliela porta come ambasciatore di Dio; è in Lei da sempre, da quando è stata concepita nel grembo della sua madre S. Anna. Questo è l’immacolato concepimento della Vergine. E da quel giorno in cui la Vergine Maria ricevette dal messaggero di Dio il lieto annunzio, la Vergine Nazarena, così mi piace chiamarla, sarà se vogliamo, una Madre speciale, anzi direi, unica: Su di Lei scenderà lo Spirito Santo di Dio che è la potenza dell’Altissimo, su di Lei stenderà la sua ombra, e sarà madre, così come le disse l’angelo Gabriele. Colui che da Lei nascerà, sarà, allora, il Figlio di Dio, il Santo, il Messia atteso da una Madre Vergine, secondo la profezia del Profeta Isaia contenuta nel suo Libro al c. 7 v. 14: “Ecco: la Vergine concepirà e darà alla luce un figlio che sarà chiamato Emmanuele, Dio con noi”. La Vergine Maria nel pronunciare il suo si a Dio è destinata a diventare la Madre del Signore, cioè dell’atteso Messia Salvatore, Colui che è stato annunciato dai profeti. Miei cari, noi tutti come genere umano dobbiamo essere felici di sapere che il Figlio di Dio ha voluto diventare uomo nel grembo della Vergine Maria per salvarci, e Lei è divenuta Madre di Gesù Cristo, e non solo, ma anche Madre nostra. Nell’Apocalisse di S. Giovanni Apostolo al c. 12 v. 1 la Parola di Dio dice: “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle”. Miei cari fratelli e sorelle, questa donna splendente di luce, vestita di sole, come viene descritta da S. Giovanni nell’Apocalisse, è proprio Lei, l’Immacolata, la Tota Pulchra, cioè la tutta pura, la tutta bella e la tutta Santa, la Madre intemerata del promesso Messia, il Salvatore dell’umanità. La festa dell’Immacolata che celebreremo domani vuole ricordarci in mezzo a tanto orgoglio, a tanta arroganza, prepotenza e superbia umana, la virtù della semplicità, della modestia, della sincerità e della purezza. Virtù antiche se vogliamo, ma direi sempre nuove. Virtù oggi facilmente dimenticate. Virtù di cui spesso ci vergogniamo. Purtroppo, siamo sempre meno capaci di apprezzare la virtù della semplicità e della purezza, bombardati, tartassati come siamo da tante cose negative che il mondo ci offre. Dice l’Apostolo San Paolo nella sua Lettera agli Efesini c. 1 versetti 4 e 5: “Dio ci ha scelti per essere santi e immacolati di fronte a Lui, predestinandoci ad essere suoi figli”. Siamo dunque figli di Dio. E da figli di Dio, quali siamo, domandiamo oggi al Signore un cuore semplice e puro come quello di un bambino, poiché Gesù ha detto: “Se non diventerete come bambini non entrerete nel Regno dei cieli”. Miei cari, ricordiamoci sempre che la via della semplicità e dell’umiltà è la vera strada della vita. E questa umiltà la Vergine Maria la esprime in prima persona nel Cantico del Magnificat, quando dice: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva”. Ed è proprio la virtù dell’umiltà che oggi la Vergine Maria Immacolata, dallo Scoglio benedetto ci indica da praticare con il nostro prossimo. E per concludere, ricordo prima a me, e poi a ciascuno di voi, di volgere spesso, in questa valle di lacrime e di affanni in cui viviamo, lo sguardo all’Immacolata Vergine Maria, Aurora di grazia e di salvezza, ed Ella col candore della sua luce fulgida, rischiarerà le tenebre del nostro aspro e faticoso cammino, e continuerà a farlo fino al giorno in cui giungeremo al sospirato porto nel Regno dei cieli. Dite tutti Amen. Buona festa dell’Immacolata. Dio vi benedica e sia lodato Gesù Cristo. “