di Emanuela Alvaro
GIOIOSA IONICA – Un passo avanti per quello che sarà il Piano strutturale associato di Martone, San Giovanni di Gerace, Mammola e Gioiosa Ionica dove ieri i tecnici che se ne occupano, il professore Giuseppe Imbesi e l’ingegnere Ferdinando Errigo, hanno esposto quella che è la fase partecipativa alle scelte per arrivare all’adozione del PSA della Valle del Torbido.
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Un progetto ad ampio raggio per l’approvazione del quale si sta interagendo anche con paesi che all’inizio non hanno partecipato, preferendo procedere con un proprio Psc, Piano strutturale comunale, ovvero Marina di Gioiosa Ionica e Grotteria.
Un processo articolato reso ancora più lento dalla difficoltà di mettere in sintonia le necessità dei diversi paesi interessati.
Imbesi, introducendo l’argomento, ha spiegato ai presenti i limiti di una Legge urbanistica, la 19 del 2002, nata non in modo specifico per la Calabria, ma dalle esperienze di altre Regioni come l’Emilia Romagna, la Lombardia e la Toscana, le quali chiaramente sono partite da altri presupposti. Una legge articolata e difficile da adattare ai territori calabresi, la quale comunque è stata portata avanti tout court, con una pianificazione generalizzata e senza neanche poter contare su tecnici capaci di dare il giusto input alle amministrazioni che si sono trovate a doverla adottare.
Amministrazioni comunali che adesso, scaduto il termine ultimo, il 19 giugno scorso, e al momento non ancora prorogato di un anno come era stato proposto, sembra vedranno avverarsi la previsione peggiore, la decadenza di tutti i Psc.
Nello specifico per la vallata del Torbido il professore Imbesi ha parlato della maturità di un territorio più vasto per il quale necessita integrare e convogliare le esigenze in questa fase delicata, puntando alla rigenerazione del territorio leso da un’espansione senza regole e sul valore per l’ambiente perso in tutti questi anni.
Fase fondamentale del Psa, la partecipazione, verso una strategia comune per la vallata del Torbido, dove i Comuni interessati devono pensare a crescere insieme per armonizzare un territorio nel quale la strada ridisegna e unifica. Un’unità e un modo di concepire la vera essenza della vallata che per Imbesi è stata fin da subito colta da Nick Spatari. Tutto questo per il professore non deve essere scollato da quello che sarà il futuro urbanistico che deriverà dalla realizzazione della Città Metropolitana.
Imbesi ha parlato dell’importanza di focalizzare l’attenzione su ciò che si vorrà produrre per l’intera vallata, quale conurbazione ottenere con la fascia costiera, la capacità di rilanciare il settore agricolo e l’ambiente, migliore la viabilità interna tra i Comuni, ridando valore alla strada intermedia, capendo cosa fare insieme e cosa da soli. «Nella partecipazione consiglio di escludere l’interesse personale e capire come avere risultati comuni».
Entrando nello specifico l’ingegnere, Ferdinando Errigo, ha esposto il processo che porterà al PSA, con un excursus delle passate normative di riferimento fino alla Legge 19/02. «Processo che si compone di due fasi, un documento preliminare e uno definitivo. Nella redazione della prima fase – ha detto – si analizzano attraverso il quadro conoscitivo tutte le variabili che il territorio ci impone. Quadro conoscitivo che sarà fruibile perché pubblicato su internet in modo da ottenere il contributo della società civile».
L’ingegnere Errigo ha evidenziato le fasi che poi porteranno al PSA, quello che si dovrà fare insieme e quello che ciascun Comune dovrà portare avanti singolarmente. Principi per una politica unitaria della vallata, ridefinizione dei rapporti tra l’interno e la costa e come i Piani sovraordinati di Provincia e Regione potranno determinarsi con il PSA, tenendo comunque ben presenti le specificità di ogni Comune con le quali fare i conti.