di Gianluca Albanese
SIDERNO – Parte dalla considerazione della necessità di cambiamento del Recovery Plan e prosegue con la valorizzazione della posizione del nostro Paese nel Mediterraneo, l’ultimo incontro di approfondimento col consigliere regionale della Casa delle Libertà Giacomo Crinò che, in apertura del suo intervento prende spunto da una recente polemica scatenata a mezzo stampa dalle dichiarazioni di Corrado Augias sulla Calabria.
«Alle parole dure di Augias verso la nostra regione (“perduta e irrecuperabile”) ci sono state – esordisce il consigliere Crinò – reazioni proporzionate. Ma quelle parole sono un evidente richiamo ai compiti della politica.
Né le proteste fine a sè stesse né le suggestioni rappresentano il rimedio. Dovremo essere più propositivi e concreti.
I parametri – disoccupazione e reddito pro-capite soprattutto – darebbero “diritti” al Sud quantificabili in metà del finanziamento dell’Europa di 209 miliardi di euro. Ma il Governo si sta mostrando “nemico”.
Se il Sud si “sfibra” ancora di più, il “ricongiungimento” di tutte le aree d’Europa non si realizzerà mai.
Il Sud deve tornare a contribuire allo sviluppo dell’Italia. Unita, per poter pesare di più in Europa».
Critica sì, la posizione di Crinò, ma con un evidente spirito costruttivo.
«Certo che la Statale 106, lo stesso Porto di Gioia Tauro, come pure la ferrovia veloce, ecc., devono – ha evidenziato il consigliere regionale – essere delle rivendicazioni forti, decisive per mettere a sistema tutto un territorio, oggi “frantumato” persino nelle rivendicazioni.
Si può rimediare alle esclusioni, non rimanere alle sole proteste o solo alle suggestioni.
Ma è pur vero che si può e si deve intervenire adesso. Siamo obbligati ad una serie di iniziative compatibili con la natura dei territori. Abbiamo avuto occasione di scrivere di industria dell’innovazione, di vocazioni turistiche e culturali, del terziario avanzato che ne deriverà. Aggiungiamoci il segmento dell’agricoltura, bergamotto, vini, olio e quanto altro, e le relative attività aziendali di trasformazione e di valorizzazione dei prodotti. Rimane sempre il fatto che il deficit di infrastrutture al Sud scoraggia o offre giustificazioni per non investire.
Dobbiamo rammaricarcene doppiamente perché qui abbiamo una posizione ideale per fruire dello sviluppo e per favorirlo».
E allora, l’obiettivo è quello di spostare più a Sud il baricentro delle politiche dell’Unione Europea.
«Dovrebbe tornare – spiega Crinò – l’impostazione della Regione euro-mediterranea che in sintesi vorrebbe significare il vantaggio dato dal fatto che siamo “cerniera” tra gli altri continenti di fronte al nostro mare e l’Europa che deve essere anche casa nostra.
Le opportunità che il Sud non ha saputo o potuto raccogliere ci chiedono una grande determinazione. Ci chiedono una grande partecipazione ed aiuto dei cittadini.
Ecco, nella mia azione di consigliere regionale, scelgo di stare vicino ai cittadini, insieme a loro osservare, studiare, impegnarmi in maniera proficua, non di partecipare a “false partenze”, a quelle cose, cioè, che – conclude l’analisi di Crinò – si dicono e non si fanno!».