R. & P.
Da un lato la Muraca S.R.L., dall’altro il Comune di Locri.
Nel mezzo a subire ingiustizie ed angherie i lavoratori, dipendenti della prima e in servizio presso il secondo.
Da un lato un’azienda che non paga i propri dipendenti e che non possiede un minimo di capacità finanziaria se è vero come è vero che, per come risulta direttamente a chi scrive, la società per bocca del suo amministratore, ha sempre affermato che pagherà gli stipendi solo in presenza del pagamento del canone da parte della Stazione appaltante.
Dall’altro il Comune di Locri che, a fronte delle richieste di intervento sostitutivo della Stazione appaltante attivati dai lavoratori, invece di procedere con l’istruzione dei procedimenti per come suo preciso obbligo, ha pensato bene, mettendo nero su bianco, di comunicare, con propria nota del 16 gennaio 2023 n. 1448 prot, l’avvenuta liquidazione alla società di due mensilità del canone (nello specifico novembre e dicembre).
Comportamento sbagliato perchè l’intervento sostitutivo imponeva di pagare, in via sostitutiva appunto, i lavoratori e non l’azienda.
Ma che almeno questa dichiarazione corrispondesse al vero visto e considerato che la liquidazione di due mensilità avrebbe certo fatto sì che la Muraca provvedesse a sua volta a retribuire i lavoratori.
E invece nonostante una nota inviata anche alla Prefettura di Reggio Calabria e all’Ispettorato del Lavoro, si scopre oggi che le mensilità pagate (alla Muraca s.r.l.) non erano due ma solo una!
Incredibile!
Si parla di una vera e propria bugia sbandierata come verità ufficiale da un’Amministrazione pubblica che, quindi, ha ormai azzerato ogni residuo di credibilità non solo ai nostri occhi ma anche a quelli dei lavoratori e della collettività tutta.
Francamente facciamo fatica, pur scavando nella memoria, a trovare precedenti analoghi: Amministrazioni che non rispondono come muri di gomma quante se ne vogliono ma Amministrazioni che si preoccupano di mettere per iscritto cose spacciate per fatti e poi non vere è la prima volta che ci capita nella nostra presocchè quarantennale esperienza.
E in mezzo a tutto questo sono i lavoratori a pagarne le spese, lavoratori che ad oggi accreditano ancora lo stipendio di dicembre 2022 oltre che quello di gennaio 2023.
E in tutto questo da un lato l’azienda che si trincera dietro un muro di silenzio ribadendo che paga quando incassa e dall’altro il Comune che invece di rispondere ai lavoratori che richiedono l’intervento sostitutivo previsto dalla legge, dice di pagare direttamente l’azienda, salvo poi scoprire che si trattava solo di una parziale verità o per dirla tutta di una mezza bugia.
Noi non ci dilungheremo a biasimare il comportamento del Comune che, oltre che irrispettoso della legge, risulta irrispettoso delle istituzioni cui rappresenta una realtà difforme dalla verità
Questo comportamento si commenta da solo
Per noi quelli che contano sono i lavoratori.
Ed allora è bene chiarire subito alcuni aspetti
Uno.
Questa situazione è intollerabile e di fronte alle future richieste di intervento sostitutivo che sarà inevitabile presentare rimanendo così le cose, il Comune di Locri si guardi bene dal tentare di fare lo stesso giochetto.
Se interventi sostitutivi saranno, allora dovrà prenderne atto e pagare direttamente i lavoratori e non l’azienda.
Se così malauguratamente non fosse, allora sarà inevitabile procedere penalmente nei confronti del RUP e di tutti gli altri responsabili.
Non siamo noi a minacciarlo ma è la legge a prevederlo.
Due.
L’azienda deve imparare a vivere e a comportarsi e se non ha la capacità finanziaria per stare sul mercato, prenderne atto e comportarsi di conseguenza.
E’ intollerabile che i lavoratori vengano pagati solo ed esclusivamente quando la società incassa (o che paghi solo i lavoratori non iscritti al sindacato lasciando gli altri in coda, per come avvenuto e sul punto che la Muraca faccia attenzione al comportamento antisindacale che sta realizzando ben sapendo che noi non staremo zitti a lungo).
I lavoratori devono essere pagati alla maturazione delle loro retribuzioni.
Punto.
E su questo non ci sono discussioni.
E affinchè l’azienda, che fino ad ora ha dimostrato di non voler darci ascolto, impari a sentirci, cominciamo a protestare nelle forme previste dall’ordinamento.
E quindi dallo sciopero con una prima giornata di astensione dal lavoro che si terrà il prossimo 21 febbraio 2023.
Cui poi seguiranno le altre.
Sempre che, ma ne dubitiamo, le cose non cambino prima.
E’ arrivato il momento di dare un segnale, sperando che i nostri interlocutori e ci mettiamo dentro anche il Comune, imparino la lezione e sopratutto imparino a rispettare la legge e attraverso di essa, i diritti dei lavoratori.
Il Coordinatore Provinciale
Slai -Cobas di Vibo Valentia
Nazzareno Piperno