R. & P.
CATANZARO – 《Le ultime operazioni ed arresti hanno confermato che in Calabria la ‘ndrangheta è infiltrata nella P.A., gestisce i traffici di droga, controlla gli appalti, condiziona il consenso elettorale, estorce denaro agli imprenditori e, comunque, mina la tranquillità dei cittadini e di un normale vivere. Tale situazione, emergente dai provvedimenti cautelari eseguiti, in questi ultimi giorni, a Locri, Vibo Valentia, Cosenza, Paola, ecc., dimostra e comprova che non vi è settore non controllato dalla ‘ndrangheta. Una radicazione pesante che riesce ad ottenere i risultati grazie alle operazioni corruttive o, infine, con la violenza e la paura che incute sulle persone. A questo si deve aggiungere le condotte compiacenti di professionisti e imprenditori che, anche per propri interessi diretti, preferiscono assumere atteggiamenti collusivi che, però, portano rilevanti vantaggi. L’ultima relazione semestrale della Dia e relativa al periodo gennaio-giugno 2022 presentata al Parlamento, ha evidenziato una situazione di estremo allarme: una ‘ndrangheta sempre più forte, radicata nel territorio calabrese, in quello italiano e con rapporti profondi con molte altre nazioni in tutto il mondo. Una criminalità organizzata con una sua struttura coesa, con capacità “militari” e fortemente consolidata nei territori. Rapporti intensi con gli imprenditori che, nei momenti di difficoltà, vengono sostenuti e, quindi, con impegno di risorse provenienti dalle attività illecite e con evidente riciclaggio di tali somme, per poi impadronirsi delle aziende, pur lasciandole in testa agli stessi. E, ancora, una struttura che riesce anche ad infiltrarsi nelle compagini amministrative ed elettorali degli enti locali, al fine di acquisire il controllo delle risorse pubbliche e dei flussi finanziari, statali e comunitari, prodromici anche ad accrescere il proprio consenso sociale. Le ultime operazioni hanno confermato tale gravissima situazione, che, per certi aspetti, va anche oltre le affermazioni della Dia. Un contesto di estremo disagio e degrado che deve essere combattuta da tutti, dalle Procure alle Prefetture, dalla politica ai cittadini. Un’azione sinergica che deve, necessariamente, partire dall’effettivo controllo del territorio e per consentire un mercato imprenditoriale libero. Ma, quello che appare di maggior gravità è il controllo del consenso che permette alla ‘ndrangheta di controllare le amministrazioni locali e quelle regionali, oltre che condizionare anche le elezioni nazionali, spostando un congruo consenso a piacimento. Tale situazione ha consentito alla stessa di poter decidere chi eleggere e, naturalmente, poi portare all’incasso il sostegno. Ed a volte anche l’inserimento diretto di propri uomini. Una condizione gravissima che viene a minare alle basi il libero consenso e che impedisce una amministrazione libera nell’esclusivo interesse delle comunità. È indispensabile che la politica si renda contoseriamente di tale situazione ed assuma tutte quelle iniziative indispensabili per consentire la ripresa di quella libertà che è messa in forte discussione da un apparato che non riesce a controllare il sistema costruito dalla ‘ndrangheta. Il Governo Meloni e la Lega son partiti bene, ma devono proseguire con determinazione nel consegnare strumenti adeguati sia alle Forze dell’Ordine che alla Magistratura e agli amministratori per consentire un’attività incisiva sia preventiva che sanzionatoria》.
Lo dichiara Giacomo Francesco Saccomanno, Commissario Regionale della Lega Calabria.