R. & P.
La legge delega sulla disabilità, approvata in Senato all’unanimità, è un risultato straordinario conseguito dalla Lega e dal ministro Erika Stefani, la quale ha sempre tenuta dritta la barra rimarcando, anche in aula, come il mondo della disabilità debba essere un sistema capace di poter contare su “risorse strutturali e fondamentali”.
Un universo ricco di diverse sfaccettature nel quale è necessaria una rete concreta tra e con istituzioni ed enti del Terzo Settore, intrisa di collaborazione e co-progettazione, affinché, attraverso il rafforzamento dei servizi sociali che questo provvedimento prevede, ogni esigenza venga contemplata e le risposte vengano fornite nei modi e nei tempi dovuti.
Dopo la ‘Disability Card’ che dal 2022 potrà essere richiesta da una platea di 4 milioni di persone, con la legge delega, che ha appena ricevuto il placet dell’aula, si procede in un percorso che guarda non solo all’aspetto meramente burocratico, grazie alla semplificazione del sistema di riconoscimento della condizione di disabilità ed all’aggiunta di una valutazione multidimensionale. Cuore pulsante del Ddl, infatti, è la persona, con il fine di considerarne ogni aspetto della vita, cosicché si realizzi un’effettiva inclusione nella società.
Il lavoro e l’impegno che hanno scandito l’agenda del ministro Stefani, e l’assoluta convinzione della Lega, guidata da Matteo Salvini, nel voler istituire un dicastero ad hoc, hanno rappresentato degli step preziosi ed indispensabili nell’ottica dell’autonomia di chi vive in condizioni di fragilità, del compimento concreto del concetto di pari opportunità, e di un passaggio significativo a livello sociale.
Tilde Minasi