Redazione – Da molti luoghi di partenza, tutti molto suggestivi, si possono raggiungere le cime di Monte Mutolo-Scorciapelle, le cosiddette Dolomiti del Sud, e domenica 13 novembre noi lo faremo partendo dalla contrada Pirone, nodo nevralgico di tutte queste formazioni rocciose, appunto detto: “U Piruni”. Da questo luogo centrale si diramano a raggiera meravigliosi scenari morfologici che segnano la storia geologica di questo tratto di territorio ricadente nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, scorci panoramici che sembrano quadri d’autore appesi tra cielo e mare; cammineremo sulle tracce del tempo, lungo un sentiero molto suggestivo segnato dal faticoso lavoro dell’uomo che ha saputo strappare alla natura selvaggia questa terra, per vivere la propria vita in armonia con la natura stessa.
Uno scenario molto panoramico ci accompagnerà durante il nostro viaggio, ci troveremo al centro di un palcoscenico naturale, con cime maestose che scendono verso valle toccando, attraverso lo schiudersi di profondi fossi e valloni, la costa e il mare.
Viaggeremo in questo meraviglioso anfiteatro naturale partendo dalla contrada Zomino, dove è previsto il raduno. Quindi ci inoltreremo sulla sterrata di contrada Pirone, che scende verso un piccolo fosso ornato dai vivaci colori dei corbezzoli e dei sorbi; dall’altra parte del fosso si raggiungerà Casa Staltari, una particolare dimora di pastori collocata su un terrazzo morfologico dal quale ha inizio la risalita verso Monte Nafruso.
Saranno le antiche “Armaciere” (o Armacie) a guidarci nel nostro percorso, qui svetteranno le caratteristiche torri del monte che prende il nome dagli alberi di alloro “a Nafrara”.
Seguendo l’antica traccia che aggira il monte, presto si raggiungerà il promontorio che si affaccia da una parte su Prestarona e dall’altra su Agnana, Chiusa e Siderno Superiore; la vista su Monte Scifa e su Monte della Guardia con le antiche miniere di Lignite di Agnana coroneranno il quadro di questo fantastico panorama.
I resti di un’antichissima dimora in pietra con mura doppie saranno la nostra immediata meta verso i campi di grano che ci separano dalle cime di monte Mutolo, da dove potremo ammirare lo splendido paesaggio dell’antico Borgo di Canolo Vecchio che ispirò Edward Lear nella realizzazione di un famoso dipinto di queste contrade.
La risalita verso le antiche cave di Mutolo sarà lenta e graduale, in questo tratto recupereremo quasi tutto il dislivello fatto in discesa, ma le fatiche saranno ricompensate una volta raggiunto l’affaccio verso le maestose torri delle Dolomiti del sud: Torre Latina, Torre di Canolo e Torre Longobarda svettano in tutta la loro magnificenza precipitando vertiginosamente verso il basso. Le pareti di monte Giunchi che scendono rapide verso il Borgo di Canolo, sono invece la parte terminale della montagna aspromontana che dallo Zomaro e dal Passo del Mercante” declina verso il mare.
Nei suoi viaggi in Calabria e nel Regno di Napoli, il celebre scrittore Edward Lear, passò tra i suggestivi precipizi di Canolo il 20 agosto del 1847, descrisse il fascino e la magicità di questi luoghi, concludendo prima dell’addio: “Canolo mio, sempre mi sembra un paradiso, niente mi manca, perché dovrei andare? quando morirò, e spero sia presto, e troverò un paradiso come Canolo, sarò contento!”.
In questi luoghi è stato girato lo sceneggiato per RAI Fiction “L’Uomo che sognava con le aquile” con Terence Hill.
Dalla vecchia cava si imbocca, sulla destra, un sentiero, in una pineta, che ci porta in un campo di calcio, nei cui pressi c’è una fontana da cui ci si può rifornire d’acqua e nei cui pressi è prevista la sosta per il pranzo. Da qui si prosegue sulla strada asfaltata dopo pochi minuti siamo alla contrada Scorciapelle una breve discesa e siamo al punto di partenza.