A seguito dell’incontro tenutosi l’altro ieri pomeriggio nei locali Sub Commissariali presso l’Assessorato alla Tutela della Salute e delle Politiche Sanitarie tra i sub commissari di Governo Gen. dott. Luciano Pezzi, dr. Andrea Urbani, dr.ssa R. Barone più altra funzionaria del Dipartimento Tutela e Salute ed i rappresentanti delle Associazioni di Categoria delle strutture sanitarie accreditate in Calabria, avente ad oggetto la definizione della rete dei Laboratori, con la presente, l’ASSIPA – che nei vari incontri susseguitesi dal febbraio 2011 ad oggi, tenta di affrontare la problematica in campo, producendo, protocollando e discutendo proposte e argomentazioni alle quali gli stessi vertici regionali non hanno mai dato formale ed esaustiva risposta – supportata pure dal recente accordo federativo con Federbiologi, Sindacato di categoria di valenza nazionale e di elevato valore rappresentativo, si vede oggi costretta ancora una volta ad intervenire per richiamare la necessaria ed improcrastinabile attenzione sul caso.
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E pertanto, evidenzia che anche in quest’ultima occasione ogni sforzo dialettico volto a scongiurare decisioni di grave pregiudizio per la già precaria condizione occupazionale al sud, ogni tentativo di argomentare l’inutilità assoluta di un decreto commissariale, che non giova né alle casse regionali nè ai cittadini, si è dovuto infrangere contro il muro burocratico dell’impegno per un crono programma giustificato solo dal presunto miglioramento delle prestazioni in funzione del numero di prestazioni annue effettuate (contrariamente all’orientamento che autorevoli personalità, indiscussi luminari della materia vanno esprimendo anche in relazioni tecniche) che annulla ogni possibile sensibilità ed apertura politico-istituzionale dei Commissari di Governo.
Infatti, in questo incontro, coloro i quali sono stati inviati per occuparsi del risanamento economico e di ogni altra attività nel settore sanitario in favore della popolazione calabrese, senza ottenere alcun risparmio sui conti pubblici regionali e senza che ciò garantisca il miglioramento dei servizi di medicina di laboratorio, hanno ufficializzato (a voce, poiché anche stavolta è stato negato un verbale dell’incontro) che è loro ferma ed irremovibile intenzione procedere entro il 15 maggio prossimo con un decreto che di fatto costringerà dal primo gennaio 2015 n°61 laboratori privati regolarmente accreditati ed altri 66 entro il 2017 a perdere il loro diritto di lavorare per conto del SSR, pur avendo dovuto sostenere in questi anni notevoli sforzi per investimenti economici e formativi delle proprie strutture per il mantenimento dei requisiti e degli standard di qualità e subendo anche ingiuste discriminazioni nell’attribuzione dei tetti di spesa rispetto a strutture e territori equivalenti; circostanza quest’ultima che non ha consentito, ovviamente, la fisiologica crescita ed espressione delle capacità operative derivanti dai requisiti detenuti e dall’esperienza professionale maturata.
Oggi a questi laboratori si dice, in pratica, che a seguito delle discriminazioni subite per mano della istituzioni stesse, ora devono chiudere, che non possono più lavorare autonomamente in accreditamento e che tutte le risorse investite fino ad ora per il mantenimento dei requisiti di legge verranno falcidiate dalla perdita del valore economico che ogni struttura subirà nel momento in cui sarà costretta a perdere l’accreditamento e la possibilità di lavorare autonomamente.
A nulla è valsa la richiesta dell’Assipa, non sostenuta dalle altre Associazioni presenti (Anisap, Federlab, Asa ed Aiop), di sospendere temporaneamente la discussione per riprenderla subito dopo la pronuncia del Tar Campania, indicata per il mese di luglio, che entrando nel merito del ricorso fatto da Federbiologi ed Anisap Campania contro un simile decreto fortemente contestato dalla maggioranza delle Associazioni di Categoria di quella Regione avrebbe tracciato un orientamento pur nella già corale e diffusa disapprovazione tra pressoché tutti i professionisti siciliani, campani e calabresi.
A questo punto l’Assipa, che fino a febbraio 2014, da sola, in questi anni, ha tentato di sollevare l’attenzione verso un decreto che non obblighi le strutture al di sotto le 200 mila prestazioni annue ad essere declassate a punti prelievo con danno oltre che
sull’immagine ed il decoro professionale anche sul piano economico finanziario ed occupazionale, rivolge un appello a quanti hanno davvero a cuore la tutela del lavoro e il rispetto della dignità dei lavoratori, adoperandosi con fatti e provvedimenti concreti. Si stima infatti che potrebbero essere alcune centinaia i posti di lavoro qualificati e dell’indotto che andrebbero irrimediabilmente persi, senza che a fronte di ciò si determini alcun risparmio per la spesa pubblica e senza alcuna garantita certezza di miglioramento degli stessi servizi per la cittadinanza. Anzi, con la perdita di prestazioni a carattere d’urgenza o che per caratteristiche tecniche non sono differibili nell’esecuzione oltre le tre ore o a distanza.
Oggi le 4 ormai ben conosciute domande che da mesi sottoponiamo ai vertici regionali, le giriamo a Voi forse per l’ultima volta.
E cioè:
1) quali sarebbero i riferimenti normativi o atti legislativi che obbligano la Regione Calabria ad imporre alle strutture private accreditate (laboratori analisi) di perdere il diritto di esercitare l’attività in accreditamento, laddove non abbiano prodotto prestazioni al di sopra di un certo numero? (80-100-200 mila)
2) Quali benefici economici o di maggiore offerta di servizi otterrebbero l’Ente Pubblico Regione ed i suoi cittadini?
3) Chi invece beneficerebbe di tale norma obbligatoria?
4) Quanti perderebbero inutilmente il posto di lavoro senza alcun beneficio per la collettività?
Le stesse semplici domande che ci vediamo costretti a portare doverosamente alla pubblica attenzione con la speranza di ricevere da chi è investito della superiore responsabilità politica ed amministrativa, oltre che morale, risposte rapide ed adeguate rispetto alle quali un’ulteriore noncuranza decreterà la fine inutile ed ingiustificabile di centinaia di posti di lavoro.
Tutto ciò costituirebbe, dunque, un grave atto di ingiustizia nei confronti di tutte quelle strutture che per anni si sono viste assegnare budget irrisori (a fronte di assegnazioni ben più consistenti ad altre) e che, proprio in considerazione di tali budget minimi, oggi non possono vantare un numero di prestazioni annue al di sopra della soglia minima fissata e rischiano di perdere la loro autonomia per confluire obbligatoriamente nelle c.d. mega-strutture che ne assorbirebbero le prestazioni, senza garanzia alcuna di mantenerne anche i livelli occupazionali.
Ebbene, a fronte di tutto ciò e nell’assoluta convinzione che l’indirizzo intrapreso dalla Regione costituisca una seria e grave minaccia alla stabilità economica di centinaia di strutture che danno lavoro, l’Assipa propone, come ha già fatto in svariate occasioni nelle sedi istituzionali regionali, l’adozione di una norma che lungi dal comportare l’obbligatorietà dell’accorpamento, disciplini piuttosto l’ipotesi dell’accorpamento facoltativo tra le strutture, attraverso il riconoscimento da parte Regionale, per esempio, dello strumento giuridico delle Associazioni Temporanee d’Impresa (ATI) o altre forme similari, favorendo la libera aggregazione per quelle strutture che ritengano di voler ottimizzare l’uso delle risorse strumentali e strutturali in comune, senza la necessaria perdita di posti di lavoro.
In definitiva, si rivolge un appello urgente a tutti gli organi in indirizzo affinchè si assumano, ognuno per la propria parte, la responsabilità politica, amministrativa e morale di fronte alle problematiche evidenziate.
In particolare si chiede che ogni Autorità qui interpellata esprima la propria posizione e si attivi di conseguenza per evitare la perdita inutile di numerosi posti di lavori, chiedendo di bloccare immediatamente ogni procedura in corso presso la struttura sub commissariale ed aprire una discussione produttiva di soluzioni utili alla collettività.
Dr. Francesco Galasso
Presidente Assipa
Associazione Strutture Sanitarie
Istituti Privati ed Accreditati