di Ugo Mollica
LOCRI – Grande serata di poesia lo scorso 11 febbraio presso l’Auditorium del Liceo di Scienze Umane “Mazzini” di Locri, nel quadro del secondo incontro della rassegna di poesia dialettale “ Veniti Poeti “, proposta per il 2016 mensilmente dalla Pro Loco ai numerosi intenditori e alle persone colte della città di Locri.
L’importante serata culturale si riferiva all’area poetica Ardore-Bovalino, con attenzione specifica ai poeti Mario Careri, Annunziato Sorbara, Vincenzo Guerrisi Parlà e Rosario Dattilo. Nella diversità, anche profonda, della loro formazione culturale e della loro ispirazione , i quattro poeti sono stati certamente testimoni attendibili e veraci del loro tempo, in questa nostra difficile terra, che hanno indagato con acume e disincanto, offrendoci note di elevata saggezza, spesso rappresentate con esempi notevoli di grande arguzia e di vivacità espressiva. Il dato comune facilmente riscontrabile è stato il profondo amore di tutti per la loro terra, di cui hanno denunciato la precarietà complessiva, il disagio sociale e la povertà sofferta e dolente di un popolo umile, per tanto tempo indifeso e, quindi, rassegnato e sofferente.
Della poesia genuina ed incolta di Rosario Dattilo ha offerto un quadro nitido e puntuale il preside Bruno Chinè, che ha dimostrato come l’espressione spontanea, se animata da sensibilità e passione di sentimenti sinceri e forti, possa fare a meno del sapere strutturato delle grammatiche, per dare garbo alla parola, accarezzare lo spirito ed offrire generose emozioni.
Gaetano Catalani, recente acquisizione di prestigio della poesia calabrese, ha ridato vita al pensiero e alla spigliata, talvolta esilarante vis comica di Annunziato Sorbara, autore di godibilissime rappresentazioni di avvenimenti del suo tempo, che hanno suscitato spunti di riflessione, oltre che pieno divertimento.
A parlare dello sconfinato panorama poetico del colto ed estroso poeta bovalinese Vincenzo Guerrisi Parlà è stato il raffinato scrittore e notista critico della realtà Mario Nirta, che, con una serie di acute considerazioni , aggiungendo arguzia ad arguzia ha deliziato il pubblico, offrendo inoltre opportuni stimoli di personali, interessanti approfondimenti.
Franco Blefari, brillante e poliedrico poeta maior della nostra terra, si è trasformato in scrupoloso pellegrino d’amore e di conoscenza, rovistando con ansia e devozione nel vasto mondo poetico di Mario Careri, che ha sempre ammirato come maestro. Ha così effettuato approfondite esplorazioni delle singole opere, che danno al professor Careri lustro e rinomanza, come grande interprete della nostra letteratura, per la straordinaria versatilità di una ispirazione , aperta sia alla ricomposizione fantastica del passato , quanto alla dolcezza della figurazione dell’immagine delicata, come pure al sapore pieno dello spunto satirico, di grande effetto umoristico.
Il senso della rassegna, lungi dal pretendere di ricomporre la nostra letteratura, si propone soltanto un sentito “ mi ritorni in mente” di semplicità e di bellezza per tante chiare ed amabili intelligenze del nostro passato, oltre che, ovviamente, un doveroso e gradito omaggio alla nostra meravigliosa lingua calabrese, che continua a tener vive ed accese le luci autentiche della nostra cultura, che non accettano di eclissarsi nello stordimento diffuso di questo tempo senza memoria e senza patrie.
Nella serata svoltasi presso il Liceo di Scienze Umane “ Mazzini” di Locri, che rinnova di volta in volta con un’accoglienza sempre eccezionale la sensibilità verso i valori culturali del territorio, di grande livello è stata l’interpretazione dei testi, affidata all’impareggiabile prof. Franco Nicita, a Giulia Palmisano, Katia Caroleo e Giuseppe Futia della Scuola di recitazione di Bernardo Migliaccio Spina, oltre che a Simona Pezzano, Caterina Pizzata e Domenico Futia, alunni interni dello stesso Liceo. Questi ultimi, secondo quanto affermano Ugo Mollica, Jolanda Filocamo e Giuseppe Ambrogio che curano la loro preparazione, si mostrano capaci di interpretare i versi dei nostri poeti, perché sanno entrare con sensibilità ed intelligenza nei significati di quei testi, ricavandone fondamentali lezioni di umanità e di storia, per i quadri sociali di sfondo che sono il mondo dell’altroieri, che è giusto conoscere, capire e rispettare, perché sempre pieno di insegnamenti utili e di valori concreti.
Il gruppo folk “Usu Anticu” di Pino Rubino ha offerto un misurato, pertinente e suggestivo corredo musicale alla serata, che si è conclusa con l’assaggio di una squisitissima porchetta, che Fabio Mammoliti e Marcello Pezzano hanno voluto inserire nel programma e che è stata onorata a dovere da tutti i numerosi presenti.