di Ilario Balì
RIACE – «Per la sua volontà di raccontare la storia di Riace dell’ultimo ventennio. Un gesto di gratitudine racchiuso in un atto simbolico verso chi consentirà di trasmettere l’immagine di Riace e della Calabria nel mondo». Con questa motivazione il sindaco di Riace Mimmo Lucano ha conferito la cittadinanza onoraria a Beppe Fiorello, consegnandogli simbolicamente le chiavi della città nel giorno del suo ultimo ciak nel paese dell’accoglienza. «L’immedesimazione dei personaggi che racconta – ha proseguito il primo cittadino – va oltre la finzione cinematografica fino a divenire un’autobiografia della coscienza. A Riace Fiorello ha creato una forte empatia con un luogo che ha sviluppato un’evoluzione antropologica del concetto di umanità».
“Tutto il mondo è paese” è il titolo del nuovo film per la tv prodotto da PicoMedia per Rai Fiction. Sarà l’attore siciliano a interpretare una sceneggiatura scritta da Fabio Bonifacci per la regia di Giulio Manfredonia, liberamente ispirata a quella storia che sa di favola del primo cittadino riacese. Fiorello è rimasto particolarmente colpito dal fenomeno-Lucano. Dopo il blitz primaverile insieme al suo entourage, L’attore ha potuto toccare con mano la piccola realtà calabrese, fermandosi a parlare con gli immigrati per conoscere le loro esperienze. Si è seduto accanto a Mimmo Lucano, ha ascoltato la sua storia e il suo coraggio nel voler cambiare quella realtà. Ha assaporato, insieme ai prodotti locali, i piatti preparati dagli stessi immigrati, secondo gli usi e le consuetudini dei loro paesi.
Tutto inizia nel 1998, quando a Riace arriva un barcone con a bordo centinaia di profughi. Mino (Beppe Fiorello), ne è colpito e si offre volontario presso la Casa del Pellegrino che li ospita, stabilendo così un rapporto con loro. Quando la chiesa deve mandarli via perché la struttura serve per scopi religiosi, a Mino viene in mente un’idea assurda: farsi prestare le case vuote dei riacesi che se ne erano andati tanti anni prima senza più farvi ritorno, e darle ai profughi. E’ l’uovo di Colombo a cui nessuno aveva mai pensato: sostituire gli emigranti con i migranti. E ridare vita ad un paese abbandonato che stava morendo, attraverso la solidarietà.
«Mimmo è un uomo straordinario – racconta l’attore siciliano – uno che non ha alcun interesse nelle cose che fa, se non quello di condividere un’idea e di metterla a servizio degli altri. Per certi versi mi ricorda mio padre. Anche per lui c’erano sempre prima gli altri e poi i figli».
Presenti alla conferenza stampa anche il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta e il produttore Roberto Sessa.