Sino ad un abbondante mese e mezzo fa essa è stata oggetto di discussione, più o meno accesa, con puntuale rimbalzo di responsabilità tra Governo centrale romano e regione Calabria; puntualissime lamentele dei sindaci direttamente interessati alla vexata quaestio e poco altro; assente del tutto o quasi la protesta dei cittadini direttamente interessati che, come da tradizione, poco gliene cale, o gliene fotte per usare un linguaggio poco oxfordiano ma assai appropriato al tasso di coinvolgimento generale quasi rasente lo zero. A distanza, quindi, di circa sessanta giorni nulla è cambiato per la gioia di chi gattopardescamente tutto cambia perché nulla cambi.
di Antonio Baldari
Secondo un antico adagio popolare vi è chi promette mantenendo la parola data con una precisione da orologio svizzero e chi, al contrario, fa “promesse da marinaio” con questo intendendo che il mantenere il buon proposito di realizzare quanto promesso, per l’appunto, lascia il tempo che trova e quindi rimandando alle cosiddette “calende greche” per vedere con i propri occhi l’oggetto dei desideri; quest’ultima situazione sembrerebbe attagliarsi alla perfezione all’altrimenti detta “Galleria della Limina”, per essa individuando il traforo della strada “Jonio-Tirreno” appellata “Strada dei due mari” giacché collegante lo Jonio al Tirreno, o la Locride alla Piana di Gioia Tauro se si preferisce.
E che è stata sino ad un abbondante mese e mezzo fa oggetto di discussione, più o meno accesa, con puntuale rimbalzo di responsabilità tra Governo centrale romano e regione Calabria; puntualissime lamentele dei sindaci direttamente interessati alla vexata quaestio e poco altro; assente del tutto o quasi la protesta dei cittadini direttamente interessati che, come da tradizione, poco gliene cale, o gliene fotte per usare un linguaggio poco oxfordiano ma assai appropriato al tasso di coinvolgimento generale quasi rasente lo zero.
A distanza, quindi, di circa sessanta giorni nulla è cambiato essendo rimasti tali i buoni propositi; con le elucubrazioni esternate particolarmente all’interno dell’Assemblea dei Sindaci della Locride che rimangono uno sbiadito ricordo, o poco più, e in special modo con i lavori da effettuare per la messa in sicurezza della Limina che non vedono la luce, tutt’altro!, essi rimangono chiusi nel limbo di chissà quale cassetto per cicciare fuori poi chissà quando.
Magari nel momento in cui si vorrà fare dietrologia, arte per la quale si è a dir poco maestri a queste latitudini, o, ancora meglio, nel preciso istante in cui scatterà l’ennesima campagna elettorale e si vorrà usare quale grimaldello per raccattare un pugno di voti o poco più propriamente la Limina. Per dire e non dire, che gattopardescamente sarà un cambiare perché nulla cambi. E niente più.