di Ilario Balì
CAULONIA – «La politica stia fuori dal festival». E poi ancora: «Si poteva osare di più nella scelta del cast». Pensieri e parole di Massimo Bonelli, a 48 ore dalla serata finale del Kaulonia Tarantella Festival. Il Ceo di iCompany, società partner nell’organizzazione del Ktf nonché l’organizzatore del Concerto del Primo Maggio di Piazza San Giovanni a Roma, non ha utilizzato giri di parole nel giudicare quella che con tutta probabilità sarà la sua ultima esperienza come partner della kermesse cauloniese. Musicista, produttore, manager ed editore, prima di fondare il progetto iCompany è stato per tredici anni parte integrante della Compagnia Nuove Indye rivestendo diversi ruoli all’interno dell’azienda, fino a quello di Amministratore e Manager, acquisito a partire dal 2009.
- Partiamo dalla fine. Il derby a distanza dei fratelli Bennato lo ha vinto Edoardo.
Questo sinceramente non lo so, io ero a Caulonia ed ho visto la piazza piena come al solito, nonostante fosse una data recuperata, nonostante fosse un evento fuori programma e nonostante il concerto sia stato promosso con sole 48 ore di preavviso. E’ stato semplicemente il ”solito concerto di Eugenio Bennato a Caulonia” e magari il pubblico non è stato caloroso come in altre circostanze. Certe magie non possono essere riproposte in eterno; ne ho parlato anche con Eugenio dopo il concerto ed era d’accordo con me.
- Rispetto ad altre edizioni del Kaulonia Tarantella Festival che hai organizzato, in un’ipotetica classifica quello di quest’anno che posto occupa?
Ogni edizione che ho organizzato ha avuto sua poesia, un suo perché, una sua storia unica, quindi non saprei fare una classifica oggettiva, ma credo che il Ktf 2016 si possa posizionare nei primi 3 posti. Un ottimo posizionamento se si considera che quest’anno avevo deciso di staccare completamente la spina ad agosto per riposare un pò perché vengo da un periodo davvero intenso di lavoro. Volevo quindi fare “passo” a Kaulonia per starmene tutto il mese su una bella spiaggia con la mia famiglia. Ma poi non me la sono sentita di abbandonare il festival in un momento di oggettiva difficoltà, con certezze economiche arrivate solo l’11 agosto, con avventurieri senza qualità che giravano attorno all’evento, con avvoltoi pronti ad usare il festival solo per i propri scopi personali e politici. Un giorno di fine luglio ho ricevuto una telefonata dal mio amico Ninni Riccio, una persona perbene a cui voglio davvero un gran bene e non me la sono sentita di dirgli no.
- Le polemiche sui finanziamenti hanno lasciato il segno. Cosa manca a questo festival per compiere il definitivo salto di qualità?
Lo dico da anni, l’ho anche scritto una volta: il Kaulonia Tarantella Festival va emancipato dalla politica locale e va affidato ad una fondazione o a una associazione che possa occuparsene durante tutto l’anno e non solo ad agosto. Un festival che si rispetti ha bisogno di programmazione, di sponsorizzazioni private, di indipendenza culturale, economica ed operativa dalle logiche della politica locale.
- Al netto di Tullio de Piscopo e senza nulla togliere alla caratura degli altri artisti, il cartellone di quest’anno è sembrato molto simile a quello di altre edizioni. Si poteva fare qualcosa di diverso rispetto al passato?
Si poteva certamente fare di meglio, nonostante fosse difficile trovare artisti ancora disponibili a soli 15 giorni dall’evento avendo cominciato a lavorare alla composizione del cast solo ad agosto inoltrato, quando la Regione Calabria si è finalmente degnata di rendere pubblici i risultati del bando per gli eventi estivi 2016. Tengo a specificare che io non ho mai avuto voce in capitolo nella scelta dei cast del Ktf dal 2010 al 2016, e che comunque non intendo dare giudizi negativi sull’operato del direttore artistico e dell’amministrazione comunale. Posso solo confessarti che al loro posto io avrei provato ad osare un po’ di più e non mi sarei accontentato di andare sul sicuro. Però probabilmente il cast che avrei fatto io avrebbe condotto il Kaulonia Tarantella Festival ad un vero flop e non al flop farlocco di cui si racconta su qualche testata web.
- Una piccola flessione rispetto agli altri anni c’è stata. Non è strano per una manifestazione comunque gratuita?
Non credo affatto che in questa edizione 2016 ci sia stata una flessione rispetto alle presenze in piazza, anzi, a differenza di tutte le altre edizioni, non abbiamo avuto la classica “serata moscia” che ha colpito negli anni anche artisti di primissimo livello come James Senese, Med Free Orkestra, Bombino o Daniele Sepe. La piccola flessione c’è stata invece sul piano emotivo. E’ mancata un pò di follia collettiva, di quella malattia contagiosa che nei giorni del festival colpisce tutti coloro che raggiungono il centro storico di Caulonia. L’evento drammatico che ha colpito il centro Italia poche ore prima dell’inizio del Kaulonia 2016 ha certamente condizionato l’umore di tutti, ed il clima ha voluto accompagnare questo sentimento collettivo con giornate di tempo incerto e temperature a volte autunnali che hanno un pò spento il sacro fuoco dell’estate cauloniese.
- L’edizione 2016 è da considerarsi l’ultima in collaborazione con iCompany?
Si. Credo che la mia esperienza a Caulonia si sia emotivamente e professionalmente conclusa quest’anno. Sento l’esigenza di dedicarmi ad altro, di lavorare a progetti nei quali posso pianificare in prima persona tutte le fasi operative ed organizzative comprese le scelte artistiche e stilistiche. In questi anni a volte è stato imbarazzante per me dover difendere posizioni non mie e combattere battaglie dialettiche conto terzi anche quando non ero del tutto d’accordo con le posizioni che mi trovavo a dover difendere. Resterò comunque sempre legato a Piazza Mese e al Kaulonia Tarantella Festival che mi ha dato tanto ed a cui credo di aver dato molto.