di Gianluca Albanese
SIDERNO – Viene da lontano e vuole andare lontano. Mimmo Lo Polito, candidato dell’area civatiana alla segreteria regionale del Pd arriva dal Pollino, ma utilizza la metafora della “spiaggia libera” per esprimere l’esigenza di uno sviluppo sostenibile e rispettoso dei temi dell’ambiente; viene da sinistra (per lui una militanza passata in Rifondazione) e vuole un Pd che guardi soprattutto a sinistra, invertendo la tendenza alla corsa al centro; fa il sindaco di un Comune importante come Castrovillari ma vuole che chi occupa ruoli istituzionali non sia anche leader del partito, e viceversa. E soprattutto vuole un Pd che recuperi il suo ruolo di forza capace di dialogare con la gente, interrompendo quell’interlocuzione diretta tra cittadini e figure istituzionali che troppo spesso alimenta clientele e diseguaglianze.
{loadposition articolointerno, rounded}
L’incontro organizzato dai suoi sostenitori sidernesi è finito da pochissimi minuti. Nella pur piccola platea della saletta dell’Ymca c’è una folta delegazione del movimento Siderno Libera, tre dirigenti del circolo locale del Pd (tra cui Alessandro Archinà che ha portato i saluti della segretaria Fragomeni) e anche l’ex sindaco Mimmo Panetta, uscito da poco da un Pd nel quale non si riconosce più perchè «Ancora fieramente berlingueriano».
Silvio Frascà, del circolo cittadino del Pd e capolista del raggruppamento che sostiene Lo Polito, ha spiegato in premessa che «Dietro la scelta della candidatura di Lo Polito c’è la voglia di un partito capace di costruirsi un’ossatura sul territorio, che sia autenticamente democratico» e, dopo aver citato Piero Gobetti, si è rivolto ai potenziali elettori «Pochi, capaci e autonomi, oltre che in grado di promuovere una personalità capace di far crescere il Pd. Un partito – ha concluso Frascà – che secondo la mia visione dev’essere un centro di ascolto delle numerose voci che ci sono in Ecco perché chiediamo a Lo Polito una partecipazione “umanistica” alla vita di partito».
Nella sua premessa, Domenico Lo Polito ha riconosciuto il valore delle primarie del 16 febbraio. «Finalmente – ha detto – abbiamo quattro concorrenti veri e non sarà un plebiscito attorno a un candidato unico. Noi – ha proseguito – siamo comunque un gruppo di liberi pensatori che sapranno restare insieme indipendentemente dall’esito delle primarie, perché siamo stretti attorno a degli ideali, come fu per il vecchio Pci e non ci uniamo per vincere e basta».
Particolarmente pesante il passaggio sul ruolo delle segreterie locali e provinciali: «In Calabria – ha detto Lo Polito – non abbiamo un Partito Democratico, ma solo rappresentanti istituzionali, e lo vedo io a Castrovillari laddove la gente preferisce interloquire direttamente col sindaco nonostante ci sia una sezione – Lo Polito non definisce mai “circolo” la struttura di base del partito – che lavora bene. Anzi – ha rincarato la dose, vogliamo un partito forte e che sia portatore di pacchetti di idee e non di voti, altrimenti non ci lamentiamo quando la gente pensa che destra e sinistra non siano così diverse».
Ancora sul Pd che ha in mente: «Contenuti e rispetto delle regole prima di tutto. Basta – ha detto Lo Polito – “divide et impera” e soprattutto voglio un partito che sappia spiegarsi perché è stato commissariato per tre anni e ha perso tutte le elezioni».
Parole che suonano come una musica in una realtà come Siderno in cui il centrosinistra (in primis Il PD) perdono le elezioni da decenni e non s’interrogano mai sul perchè-
Ma non solo. Zero illusioni sulle finanze e l’economia e rinnovata coscienza ambientale sono i punti forti della sua proposta programmatica.
«Dobbiamo spiegare ai cittadini che questo è un momento difficile per la finanza pubblica – ha detto Lo Polito – perché non arrivano più soldi dal Governo centrale e i Comuni possono disporre solo di quella frazione di soldi che riescono a incassare». E sull’ambiente: «La terra è nostra – ha detto – e la dobbiamo tutelare per primi noi, senza aspettare l’intervento del Ministro da Roma dopo che sono stati subiti i danni».
In conclusione, Domenico Lo Polito ha detto di volere un Pd «Da costruire dal basso e che dia dignità a ogni singolo iscritto».
Molti e appassionati – nonostante l’esiguo numero di presenti – gli intervenuti nel dibattito. Tra questi, Antonio Larosa che ha difeso il ruolo dei militanti onesti e che credono nel partito, ad Angelo Errigo, che si è scagliato «Contro quei due-tre capibastone che hanno tenuto in mano il partito per anni» Franco Lombardo, anche lui civatiano, ha detto di volere un Pd «Capace di assumersi le proprie responsabilità», mentre Mimmo Panetta ha espresso un giudizio molto negativo sulle primarie del 16 febbraio «Che – ha detto – finiranno per irrobustire solo le singole correnti» e, di conseguenza, le distanze tra le stesse.