di Antonio Baldari
LOCRI – “Egregi, le assunzioni definite dal DCA 87 sono immediate per infermieri e oss, come dalle disposizioni attuative del Commissario del 12/08/2015 mentre per tutte le altre professioni sono vincolate NON al raggiungimento degli obiettivi sottoscritti, bensì alla rendicontazione degli obiettivi di piano che richiedono poche settimane e che sono fondamentali per il raggiungimento del pareggio di bilancio 2015, ammontando complessivamente a circa 115M€ immediatamente incessabili. Per il resto vi sarei grato se usaste un atteggiamento meno aggressivo e quasi ricattatorio, dal momento che il lavoro della struttura commissariale ha già enormi difficoltà di suo”. Non ha tardato ad arrivare la replica del commissario straordinario alla sanità calabrese in merito all’intervento del sindacato Uil-Fpl che chiedeva lumi alle autorità competenti in materia, compreso il governatore della Calabria, Mario Oliverio, a cui però l’anzidetta sigla sindacale controreplica in maniera, se si vuole, anche abbastanza piccata.
“Non riusciamo a capire come potevano essere diversamente interpretati gli atti essendo frutto, ripetiamo ancora una volta, di volontà unilaterale in dispregio di qualunque norma che regolamenta la materia. Non riteniamo, altresì, che la struttura commissariale, sebbene oberata da grande mole di lavoro, sia investita di poteri “divini” che la esentano dal rispetto delle leggi dello Stato. Questi comportamenti sono, evidentemente, stridenti e contrari con i propositi manifestati e con le dichiarazioni sbandierate ai quattro venti, sul “nuovo corso” legalitario intrapreso dalla struttura commissariale e non solo – scrive chiaramente la triade Azzarà, Politanò e Simone – e poi, ci dovrebbe spiegare qual è l’atteggiamento aggressivo e ricattatorio da noi usato. Lei ritiene che preannunciare il ricorso alle Autorità competenti in caso di mancato riscontro, come successo per decine di lettere puntualmente disattese anche dalla sua struttura, rientri tra questi? O forse avremmo dovuto non vedere e non pensare, davanti ai poteri “divinatori” della struttura commissariale e quindi ciò che fa è sacro e santo? Noi più modestamente per far rispettare il nostro ruolo ed il nostro mandato non possiamo che rivolgerci, essendo in uno Stato di diritto,e cercheremo di far valere le nostre ragioni adendo le competenti autorità! Non riteniamo questo un atteggiamento “quasi ricattatorio”, salvo che non ci si accusi di “lesa maestà”. Ad ogni buon conto, la parola “ricattatorio” significa, come riportato dal dizionario Treccani, “che costituisce un ricatto, che ha lo scopo di ricattare” e che per nostra conoscenza – essi concludono – contempla implicazioni di carattere penale, si chiede alla Onorevole Procura della Repubblica di voler accertare l’eventuale profilo penale”.