di Domenica Bumbaca
LOCRI- Una nota sul registro non gradita e la professoressa viene aggredita verbalmente e strattonata. Succede che oggi fare scuola diventa un rischio. Poter educare ed insegnare, sembra non sia possibile e, nonostante, la gravità dell’episodio, accaduto all’Istituto professionale di Locri, in una quarta classe sezione elettrico, tutto sembra, apparentemente normale.
Quasi fosse stata colpa della prof che ha richiamato l’alunno, o, non avesse acconsentito che la lezione trascorresse a piacimento degli alunni, tra risate, sghignazzi e divertimento. Senza indignazione, senza nessuno scalpore, è successo che l’insegnante Daniela Ferraro, nota poetessa della Locride, è stata aggredita e la massima punizione per gli studenti “indisciplinati” è stata una sospensione di solo 6 giorni. Il provvedimento del Consiglio di classe, riunitosi successivamente all’accaduto, secondo la docente, è stato leggero, rispetto alla gravità della cosa, non trovando, addirittura, nemmeno la piena solidarietà dei colleghi. La Ferraro sperava infatti che dal Consiglio di classe si adottassero i dovuti provvedimenti nei confronti di questi due ragazzi, perché «certi casi di violento bullismo ritrovino l’adeguata sanzione».
«Sono francamente provata da questo vile episodio- afferma la docente, contattata telefonicamente- ho sempre detto che questa classe è ingestibile ed impossibile fare lezione, tra l’altro l’aula è collocata distante dal plesso centrale, quasi isolata. È stato difficile per me chiamare il collaboratore scolastico per essere aiutata, ho subito un maltrattamento da due studenti sotto gli occhi della classe».
La professoressa ha tentato di continuare normalmente a frequentare la scuola, andando a lavorare anche il giorno seguente all’aggressione, avvenuta, giorni fa, ma il suo stato precario non le permette di essere serena. «Sono stata mandata in un’altra classe, provvisoriamente, – ha dichiarato- ma il mio umore non è dei migliori al solo pensiero che non posso svolgere, tranquillamente, il mio lavoro».
Anche sul social network la Ferraro che, oggi avrebbe dovuto ritirare un premio di poesia, ma si trova impossibilitata a presenziare all’evento- sfoga la sua sofferenza: «Le due ultime aggressioni subite a scuola da parte di due allievi mi hanno procurato dei forti disturbi di carattere allergico e conseguente problemi agli occh. Mi sento anche psicologicamente angustiata dalla presenza all’interno delle nostre classi di alunni che arrivano non solo a gravi offese, ma anche ad aggressioni fisiche nei confronti dell’insegnante solo e unicamente al fine di impedire lo svolgimento della lezione alla quale, pur venendo a scuola e pretendendo, poi, la promozione, non vogliono partecipare ostacolandone anche la recezione ai compagni. Questo, purtroppo, non è solo un problema della mia scuola, anzi….L’affettuosa vicinanza degli allievi delle altre delle mie classi mi conferma la sostanziale bontà d’animo dei nostri alunni che, per quanto in gran parte refrattari allo studio, esprimono sempre, in questi casi, sentimenti di stima e solidarietà e questo anche grazie al lavoro che noi, sin dal primo anno, svolgiamo su di loro per allontanarli dalla negatività dell’ambiente ed avviarli ai valori del ben agire interpersonale e sociale in genere. E’, comunque, un lavoro duro e difficile specie per chi, come me, lo svolge con cura e passione. Non sempre, purtroppo, si riesce a correggere gli allievi con le parole e gli esempi personali, a volte la scuola trionfa su ristrettezze ed aberrazioni mentali congiunte a violenza solo in tal modo ( quello che senz’altro si preferisce), a volte no ed è costretta allora a regolarsi diversamente sempre sperando nella giusta recezione, per il futuro, del messaggio e che mi auguro sia abbastanza sonoro, in questo caso, in quanto aggressività e violenza( e che non trovano altra motivazione che nel personale gusto di espressione) non devono mai assolutamente trionfare. Nonostante il forte malessere, stamattina mi sono recata egualmente a scuola e continuerò a farlo…Dovranno essere i bulli di turno a sostare invece a casa a meditare sulla personale, perfida arroganza e non chi, invece, ogni mattina si reca al lavoro con l’animo pieno di tanta voglia di dare sia ai singoli che alla collettività combattendo il degrado sia civile che culturale.