(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- Una tavola rotonda non solo per illustrare lo stato in cui versa la Provincia di Reggio Calabria e la Locride sul versante della sanità (con particolare riferimento all’alto tasso di patologie tumorali) e sul versante dell’ambiente con il rinvenimento di siti contaminati, ma anche un’occasione per esporre delle proposte per avviare un’azione di contrasto ai picchi epidemiologici registrati, garantendone la tutela del diritto alla salute.
{loadposition articolointerno, rounded}
E’ quanto è emerso nel lungo incontro di questo pomeriggio al Pala Cultura promosso dall’Associazione Articolo32 Calabria presieduta da Angelo Rossino e da Officina Calabria con cittadini, rappresentanti delle Associazioni e Comitati di categoria presenti.
Un “esperimento”: così è stato definito da Rossino che ha introdotto e aperto i lavori, per cercare di rendere attiva la cittadinanza in argomentazioni di notevole spessore quali quelle di ambiente e sanità (correlate l’uno all’altra), e per segnare l’inizio di un’attività da sviluppare nel tempo, attraverso un costante rapporto con le istituzioni. Un percorso quello di Articolo32 Calabria condiviso (come ricordato da Rossino), dal consigliere regionale e componente della terza commissione regionale sulla sanità, Giuseppe Giordano, tra i relatori.
Rossino parte proprio dal settore ambiente facendo un passo indietro nel lontano 1994 quando fu scoperto un traffico di scorie ed elementi radioattivi (citando il caso della giornalista italiana Ilaria Alpi uccisa in quell’anno a Mogadiscio, insieme al suo operatore per aver indagato su un traffico internazionale di veleni, rifiuti tossici e radioattivi) per poi passare alle cosiddette “navi affondate” (per l’esattezza 27) ritrovate sulle coste della Calabria <<Le inchieste- ha commentato Rossino- non arrivano a una verità conclamata. Queste tematiche richiedono attenzione, non bisogna creare allarmismo>>.
Giordano ha parlato di inerzia della Provincia che, sebbene l’esistenza della D.G. n° 90 del 26 febbraio 2013 avente per oggetto “Istituzione registro tumori dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria presso l’Osservatorio Epidemiologico”, allo stato attuale si è ancora al punto di partenza<<Abbiamo condotto battaglie- ha chiosato- per rimuovere l’inerzia e lo scoordinamento che le istituzioni non si possono permettere, nessuno ha mai fatto sistema per mettere in campo azioni di tutela e prevenzione in alcune aree della Provincia. Le associazioni hanno dato un contributo alla nostra attività in consiglio regionale che, ho cercato di sensibilizzare con delle interrogazioni. La commissione ha fatto un lavoro inedito, dando voce a tutte le associazioni che, operano in Calabria. Abbiamo cercato di trovare il modo di realizzare dossier di testimonianze, abbiamo acquisito delibere che spesso non si sa cosa producano. La Regione deve dare delle risposte; non esiterò a dare il mio impegno>>.
E intanto Giordano ha comunicato di aver ottenuto dal direttore generale dell’Asp n° 5 Sarica, un incontro fissato per la prossima settimana con tutte le associazioni.
In rappresentanza del dirigente generale del Dipartimento Politiche Ambiente della Regione Calabria Bruno Gualtieri, l’ingegnere Ciappetta che ha illustrato quello che è il Piano Regionale e di Tutela delle Qualità delle Acque e il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti con al suo interno il Piano di Bonifica dei Siti Contaminati. Un piano quest’ultimo, soggetto a valutazione strategica ambientale cui le associazioni e i cittadini potranno intervenire per migliorarlo.
Inoltre, è grazie alle risorse stanziate dal PON Sicurezza che d’ora in poi sarà più facile individuare le aree potenzialmente inquinate con rilievi aerei e indagini geofisiche. Si tratta del progetto “MIAPI”- “Monitoraggio e Individuazione delle Aree Potenzialmente Inquinate”, in grado di ostacolare i fenomeni di illegalità ambientale e le ecomafie e che vede coinvolta anche l’Arpacal. Solo per la provincia di Reggio Calabria, sono 190 i siti inquinati <<Nonostante- ha detto Sabrina Santagati- direttore generale dell’Arpacal– alcune Arpe come la Puglia abbia rifiutato perché non disponeva di abbastanza personale e disponibilità finanziaria, io ho accettato non perché la nostra agenzia fosse migliore delle altre (le risorse umane sono esigue e la pianta organica è di 300 componenti anzichè 500), ma perchè ho ritenuto opportuno credere a questo progetto >>.
Tra le altre attività condotte dall’Arpacal, anche la stipula di un protocollo d’intesa con l’Asp in particolar modo con il servizio veterinario per verificare negli alimenti l’eventuale indice di contaminazione.
Da lì è poi intervenuto Francesco Salomone, presidente dell’ “Osservatorio Diritto per la vita, associazione di secondo livello, costituita quest’anno ma operativa già da prima, rivolta a promuovere il “Registro Tumori”, garantendone l’obiettività del dato.
A dare un quadro chiarificatore in cosa consista la “registrazione oncologica in Calabria” ci ha pensato Antonella Sutera Sardo, responsabile Registro Tumori nella provincia di CZ, sorto nel 2003. La Sardo ha focalizzato l’attenzione sul ruolo dei registro tumori e dunque strutture impegnate nella raccolta di informazione sui malati di cancro residenti in un territorio, senza dimenticare chi assume il ruolo di ricerca delle informazioni per l’andamento oncologico. Sul fronte dell’ambiente, la rilevanza del registro sta nel fornire stime dell’incidenza dei tumori nei siti contaminati con la finalità di monitorare il fenomeno.
<< Le criticità prevalenti del registro tumori-ha poi spiegato la Sardo- sono state la scarsa completezza delle informazioni e il recupero dei dati relativi alla migrazione extra regionale. Il nostro punto di forza è stato il distretto sanitario>>.
<<Le associazioni- ha poi aggiunto Rossino– hanno l’ obbligo morale di vedere come stanno le cose, a noi interessa interloquire con chi ha deliberato questo strumento e perché ancora non se ne abbia notizia>>. In realtà l’Associazione Articolo32 Calabria, aveva inviato qualche settimana fa al commissario Sarica, una lettera in cui chiedeva in riferimento D.G. n° 90/13 (succeduta alla n° 289 del 25 marzo 2010 “Progetto per la realizzazione del registro tumori di popolazione della Regione Calabria”) la relativa attuazione e le misure di prevenzione in campo oncologico nel territorio di competenza dell’Asp n° 5.
Motivo per il quale è stato deciso, al termine dell’intenso dibattito che ha coinvolto i rappresentanti di alcuni Comitati e cittadini, protagonisti dell’assise pubblica odierna, di programmare un’azione di protesta per giorno 18 ottobre a Roma davanti il Quirinale, alla quale fino a questo momento hanno dato la propria adesione Rossino, Giordano e il vicesindaco di Gioiosa Jonica Maurizio Zavaglia. Proposta che, verrà estesa anche ai 42 Comuni del comprensorio locrideo.
{youtube}rsc2dvKRYbY|580|340{/youtube}