di Gianluca Albanese
LOCRI – I parlamentari del Movimento 5Stelle Paolo Parentela (primo firmatario), Dalila Nesci, Federica Dieni, Riccardo Nuti, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista hanno presentato un’interrogazione a risposta scritta al Ministero dell’Interno Angelino Alfano nel corso della seduta n. 554 dello scorso 25 gennaio, in cui, partendo dalla ben nota relazione “Cervellini” fino ai giorni nostri, si evidenziano alcune attività amministrative «di dubbia legittimità» e si chiama in causa la Prefettura di Reggio Calabria, giudicata, dai parlamentari interroganti “contumace” vista la situazione dei conti dell’Ente comunale locrese ed altre anomalie – così vengono definite nell’interrogazione – tra cui i molteplici ruoli svolti dal segretario comunale Scuglia.
Questo è il testo integrale dell’interrogazione:
«Premesso che: il Comune di Locri è stato oggetto, nell’anno 2008 e nell’anno 2012, di due distinte ispezione amministrativo-contabili operate dal servizio ispettivo del Ministero dell’economia e delle finanze; la seconda, in particolare, ha evidenziato una serie di atti amministrativi e, in complesso, un comportamento dell’amministrazione, non consoni ai principi della sana gestione amministrativa e finanziaria, tali, secondo l’ispettore, da comportare grave depauperamento delle casse dell’ente, nonché le condizioni per la dichiarazione dello stato, di dissesto finanziario. Con deliberazione adottata dal commissario prefettizio, con i poteri del consiglio comunale, – Reg. Gen. n. 7 del 11 dicembre 2012, avente ad oggetto: «approvazione del conto consuntivo dell’esercizio 2011 e suoi allegati», è stata, per giunta, conclamata e, quindi, deliberata la sussistenza di un disavanzo di amministrazione di euro –7.152.688,57;
la succitata ispezione del 2012 si è conclusa con una relazione, nota come relazione «Cervellini» – dal nome del suo estensore materiale, le cui conclusioni sono le seguenti: «Da quanto riportato nel corso del lavoro, appare evidente che la gestione finanziaria dell’Ente presenta criticità sostanziali. Rimandando nello specifico a quanto detto nei capitoli dedicati all’argomento, si ribadisce la necessità di un più rigoroso rispetto della normativa giuscontabile, in materia di gestione del bilancio e dei vincoli di finanza pubblica. Particolarmente problematica risulta la gestione corrente di bilancio, fortemente squilibrata a causa di un livello di spesa corrente inconciliabile con le entrate correnti dell’Ente e aggravata dalla formazione di ingenti debiti fuori bilancio cui l’Ente medesimo non riesce a far fronte per carenza di liquidità. Tali squilibri, in assenza di interventi strutturali, non appaiono di facile superamento, tenuto conto anche della grave situazione di cassa, ormai insufficiente per onorare i debiti contratti. Anche le problematiche in materia di personale sono rilevanti, sia sotto il profilo della legittimità sia sotto il profilo quantitativo. La gestione dei rapporti di lavoro in favore dell’Ente, con particolare riferimento alle stabilizzazioni dei lavoratori socialmente utili e lavoratori di pubblica, utilità, presenta alcune irregolarità a causa della violazione dei vincoli di finanza pubblica che, in base alle rielaborazioni contabili effettuate, non sarebbero stati rispettati, contrariamente a quanto certificato dall’Ente. Sotto l’aspetto quantitativo (riferito alla non corretta applicazione di norme contrattuali), numerose sono state le liquidazioni disposte in favore del personale dipendente, non dovute. In conclusione, gli accertamenti ispettivi hanno evidenziato gravi irregolarità contabili, violazione dei vincoli finanza pubblica nonché squilibri strutturali del bilancio incompatibili con i principi di sana gestione finanziaria. Tale situazione richiede, pertanto, idonee e immediate misure correttive (ove possibile), al fine di evitare il dissesto, finanziario dell’Ente»;
si evidenzia, altresì, che a seguito delle gravi irregolarità riscontrate, con nota del 12 settembre 2012, prot. 75288, il Ragioniere generale dello Stato ha trasmesso e demandato alla procura regionale presso la sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Calabria, alla sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Calabria, alla procura generale della Corte dei conti, in Roma, oltre ai dipartimenti competenti del Ministero dell’interno, della regione Calabria – assessorato rapporti con le autonomie – ed alla prefettura di Reggio Calabria, le risultanze di alcune specifiche e ben individuate condotte amministrativo-contabili;
il Consiglio comunale pro-tempore, ricevuta la relazione ispettiva, ha deliberato l’invio degli atti alla competente procura della Repubblica. Ad oggi, non si è a conoscenza se, dalle segnalazioni suddette, stante il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale, siano state avviate e/o concluse le dovute azioni investigative, sia da parte della procura ordinaria, che da parte della procura della Corte dei conti né, stante la competenza specifica di vigilare sul rispetto delle leggi negli enti locali, attribuita dal testo unico degli enti locali alla prefettura, si è a conoscenza di specifiche azioni intraprese dalla prefettura di Reggio Calabria, cui, tuttavia, gli atti ispettivi e le varie deliberazioni della Corte dei conti, sono stati trasmessi per competenza, né, tanto meno, rivolta agli interroganti che siano state applicate al comune di Locri quelle sanzioni previste dalla legge in caso di violazioni di norme in materia contabile e di rispetto dei limiti di spesa;
la prefettura di Reggio Calabria, secondo il disposto degli articoli 243 e seguenti del testo unico enti locali, per come deliberato anche dalla Corte dei conti, avrebbe già dovuto, secondo gli interroganti, almeno dal mese di febbraio 2015, intimare al comune di Locri la deliberazione della dichiarazione di dissesto finanziario o decretarne, in mancanza, lo scioglimento del consiglio comunale;
attualmente, il comune di Locri, nonostante la Corte dei conti abbia dichiarato inammissibile il piano di riequilibrio approvato per scadenza dei termini di proposizione dello stesso, ha riproposto un nuovo piano di riequilibrio che è ancora al vaglio del Ministero dell’interno;
il comune di Locri, secondo il disposto degli articoli 243 e seguenti del testo unico enti locali, avendo ricevuto una declaratoria di inammissibilità del piano di riequilibrio finanziario pluriennale, per mancato rispetto del termine di 60 giorni per la proposizione dello stesso e non, quindi, una bocciatura del piano nel merito, avrebbe dovuto ricevere, dal prefetto di Reggio Calabria, l’intimazione (rivolta al consiglio comunale), di deliberare il dissesto entro 20 giorni pena lo scioglimento del consiglio comunale Infatti, l’iter per la deliberazione della dichiarazione di dissesto finanziario da parte del consiglio comunale è stato avviato dalla Corte dei conti, con deliberazione n. 48/2012 e sospeso dall’adunanza plenaria della Corte dei conti con deliberazione n. 1/2013 (a seguito di delibera n. 310/2012 della Corte dei conti di Catanzaro). Orbene, per come stabilito dalla stessa adunanza plenaria con la citata deliberazione, detto iter avrebbe dovuto essere riattivato dalla prefettura di Reggio Calabria, cosa che non è stata fatta (recita la Corte dei conti: «La sospensione comporta che nei casi contemplati dal comma 7 dell’articolo 243-quater, nei quali è prevista la ripresa del procedimento ex articolo 6, comma 2, del decreto legislativo 149/2012, non si rinnovano i passaggi procedimentali già definiti e la procedura riprende il suo corso»);
a parere degli interroganti risulta del tutto singolare il comportamento tenuto dalla prefettura di Reggio Calabria che omette di adempiere ad un ben preciso obbligo di legge ed, ancor più strano, poi, è il comportamento tenuto dalla commissione ministeriale che valuta il piano di riequilibrio finanziario del comune di Locri la quale, ben consapevole dello stato dell’arte – ed in particolare della bocciatura del piano da parte della Corte dei conti, posta innanzi alla riproposizione da parte del comune di Locri nel maggio 2015 di un nuovo piano di riequilibrio – in luogo di dichiararne immediatamente la irricevibilità dello stesso, ha avviato ugualmente l’iter di esame con nota prot. n. 0172529 del 12 novembre 2015. Il fatto non è di poco conto se si considera che tutte le procedure esecutive intraprese dai creditori del comune di Locri rimangono per legge sospese dalla data di approvazione da parte del consiglio comunale del piano di riequilibrio fino alla pronuncia definitiva della Corte dei conti. In pratica, tutti i creditori dell’ente: privati, imprese, attività produttive in genere, dal 2012 non possono riscuotere i propri crediti oggetto di contenzioso, con grave pregiudizio economico;
si fa presente che, come riportato anche nella «relazione Cervellini», in palese e reiterata violazione di legge, l’amministrazione comunale abbia assunto, sotto varie forme contrattuali, personale, senza che nessuno degli organi di vigilanza – revisore dei conti, in primis – segnalasse alcunché alle competenti autorità e/o organi;
anomalie si riscontrano persino nei ruoli che ricopre il segretario comunale che risulta essere anche responsabile del settore AREA FINANZIARIA E TRIBUTI SERVIZIO FINANZIARIO, SERVIZIO ICI, SERVIZIO TARSU, SERVIZIO COMMERCIO — ATTIVITÀ PRODUTTIVE SPORTELLO UNICO — MERCATI, SERVIZIO IDRICO — R.O.L. RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE LOCALE dell’ente, responsabile dell’anticorruzione e della trasparenza e, da due mesi, anche commissario di un ente morale (fondazione) «Istituto per l’Infanzia Abbandonata Vincenzo Scannapieco». Il segretario comunale si trova ad essere in posizione che a quanto consta agli interrogante presenterebbe elementi di incompatibilità essendo questi, controllore e controllato allo stesso tempo;
l’articolo 141 del testo unico degli enti locali prevede che «I consigli comunali e provinciali vengono sciolti con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’interno: 1-a) per gravi e persistenti violazioni di legge; c-bis) nelle ipotesi in cui gli enti territoriali al di sopra dei mille abitanti siano sprovvisti dei relativi strumenti urbanistici generali e non adottino tali strumenti entro diciotto mesi dalla data di elezione degli organi. In questo caso, il decreto di scioglimento del consiglio è adottato su proposta del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti». Dall’esame della suddetta relazione e degli atti da essa richiamati e/o comunque, anche a seguito di apposita verifica ispettiva e/o di accesso, risulta evidente, a giudizio degli interroganti, che l’amministrazione del comune di Locri in carica abbia palesemente e sistematicamente posto in essere atti con cui sono state reiteratamente violati le leggi; così come emerge palese che ad oltre 18 mesi dall’insediamento della nuova amministrazione, non risulti essere stato approvato nessuno strumento urbanistico e neppure il piano spiaggia comunale –:
quali iniziative urgenti, anche disciplinari, intenda assumere il Ministro dell’interno rispetto all’atteggiamento della prefettura di Reggio Calabria, innanzi a quelle che appaiano reiterate violazioni di legge e all’inadempienza rispetto all’obbligatoria intimazione del dissesto finanziario, di fatto imposto dalla Corte dei conti con delibera n. 48/2014 al comune di Locri;
quali iniziative urgenti di competenza intenda assumere il Ministro dell’interno, rispetto al comportamento della commissione ministeriale che, al posto di dichiarare irricevibile il piano di riequilibrio finanziario pluriennale del comune di Locri, in virtù della bocciatura per inammissibilità dello stesso decretata dalla Corte dei conti, continua a consentire il perpetrarsi di tali attività amministrative, di dubbia legittimità avanzando all’ente richieste interlocutorie in luogo di pronunciarsi definitivamente come dovuto;
se non ritenga di valutare con urgenza la sussistenza dei presupposti per assumere iniziative di competenza al fine di pervenire allo scioglimento del consiglio comunale di Locri per gravi e persistenti violazioni di legge, ai sensi dell’articolo 141 del testo unico degli enti locali. (4-11782)».
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