di Francesca Cusumano
LOCRI- Dopo le ultime dichiarazioni rilasciate dall’onorevole Claudio Fava,vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia, dirette al sindaco di Locri Giovanni Calabrese, non tarda ad arrivare la secca ed immediata replica del primo cittadino.
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Ma facciamo un piccolo passo indietro. L’onorevole Fava intervistato dal massmediologo Klaus Davi, nel corso della trasmissione Klaus Condicio sul canale You Tube, aveva lanciato un messaggio forte e chiaro al sindaco e nello specifico, a “dare un segnale di ostilità verso le cosche”.
Esternazioni queste che, hanno indotto Calabrese a indirizzare una lettera all’onorevole Rosy Bindi, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia e per conoscenza anche ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, invitando lo stesso Fava “Che siede in Parlamento dal 1992, a chiedere scusa alla Città, al sindaco e ad informarsi sulla storia politica della cittadina”.
<<Gentilissimo presidente, leggo con smarrimento ed amarezza- scrive Calabrese– la nota stampa del massmediologo Klaus Davi con riferimento a dichiarazioni del vicepresidente della Commissione Antimafia, on. Claudio Fava. Il sottoscritto viene “accusato” dall’on. Fava di essere stato eletto con oltre il 70% con una brutale e generica analisi del voto e di “non aver aderito a campagne antimafia sostenute dai sindaci da nord a sud”. L’on. Fava dichiara: “il sindaco di Locri dia segnale di ostilità verso le cosche”. Non so a cosa e chi devo questa improvvisa estiva attenzione ed esternazione del vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia! Ma di cosa sta parlando l’on. Fava? Conosce l’on. Fava la storia politica della Città di Locri? Conosce il percorso politico del sottoscritto? Non ho certamente l’esperienza politica dell’on. Fava che riscalda da 6 (sei) legislature, esattamente dal 1992, le comode poltrone del Parlamento Nazionale ed Europeo. A questo aggiungo che, da vicepresidente dell’Antimafia ha diritto alla tutela h 24 che altro non è che, un ulteriore benefit per un impegno politico ben retribuito, ma senza alcun tangibile risultato>>.
<<La mia storia politica– continua Calabrese–è diametralmente opposta a quella dell’onorevole Fava. Mentre lui frequenta le aule parlamentari ed i salotti romani e siciliani, io frequento il popolo, il mio popolo, il popolo della Locride, il popolo onesto. E con il popolo della Locride, fatto di persone integre e laboriose, condivido amarezze e problematiche e ricerchiamo soluzioni per uscire dall’isolamento in cui ci ritroviamo per colpa di una sparuta minoranza di forze criminali che insieme ad altre forze occulte e con il sostegno anche della politica, hanno messo in ginocchio e mortificato un intero territorio>>.
Nel testo, il sindaco fa poi riferimento al suo rifiuto, pur avendo aderito all’iniziativa dell’Anci “100 Comuni contro le mafie”, di affiggere nella Città (informando il Consiglio Comunale), i cartelli proposti dal massmediologo Davi con la scritta “Città contro la mafia” << Per quel che mi riguarda la ‘ndrangheta non si combatte con azioni demagogiche e sterili quali quelle proposte dal giornalista Klaus Davi che prevedono cartelli stradali con la scritta “Comune antindrangheta”. Come condiviso dal Consiglio Comunale lo scorso ventisette luglio e per come comunicato formalmente al dott. Davi (nota prot. 15087 del 5 agosto 2015), Locri è contraria a tali iniziative. La ‘ndrangheta per noi si contrasta in altro modo e, soprattutto, si contrasta quotidianamente. Noi non siamo disponibili ad accogliere sterili e demagogiche iniziative. La Città di Locri non è disponibile ad subire iniziative “antimafia” che non servono a niente. Anche la recente storia giudiziaria, che ha evidenziato storture nel mondo dei professionisti dell’antimafia – vedi “Museo della ‘ndrangheta” e “Movimento donne di San Luca” – dovrebbe far riflettere ognuno di noi sulle reali e concrete iniziative da intraprendere. Io ed altri amministratori comunali abbiamo fatto una scelta di campo e sappiamo da quale parte stare. Ma probabilmente l’on. Fava lo ignora ed avrebbe fatto bene ad informarsi>>.
Nel prosieguo della lettera, Calabrese ricorda alla Bindi alcune delle iniziative avviate dal suo insediamento, quali azioni ostili e di contrasto alla criminalità organizzata, nonchè l’art. 2 dello Statuto del Comune di Locri <<Le Amministrazioni Comunali della Città di Locri, che si sono succedute negli ultimi venti anni, non hanno avuto alcun tentennamento nel “costituirsi parte civile” nei processi contro le potenti cosche presenti in Città. Tra questi processi, ritengo doveroso ricordare quello nei confronti dei mandanti ed esecutori del gravissimo omicidio del vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, on.Francesco Fortugno, omicidio che ha scosso l’Italia intera e segnato in modo indelebile la nostra comunità. Nel 2009, dopo la brillante operazione Sharks, condotta dagli uomini del Gruppo Carabinieri di Locri, sono stato assicurati alla giustizia pericolosi criminali. Ai valorosi uomini dell’Arma dei Carabinieri, su iniziativa del Consiglio Comunale, è stata conferita l’onorificenza di “Cavaliere della Repubblica”. Tale operazione dell’Arma dei Carabinieri si è resa possibile grazie ad un cittadino che ha inteso collaborare con lo Stato consentendo l’arresto di numerosi e potenti criminali, il primo “collaboratore di giustizia” della Città di Locri. Il “collaboratore di giustizia” in questione è stato, dall’Amministrazione Comunale, equiparato a “vittima di mafia” con l’estensione degli stessi benefici ed è stato assunto quale dipendente del Comune di Locri. Io ho avuto l’onore di ricoprire il ruolo di vicesindaco e quindi di partecipare attivamente e fattivamente a dette importanti e qualificanti iniziative. Inoltre l’art. 2 dello Statuto del Comune di Locri approvato successivamente al mio insediamento recita testualmente” Il Comune di Locri ripudia la ‘ndrangheta, la mafia e tutte le altre forme di criminalità organizzata e non, quali strumenti di violenza contro i diritti fondamentali dei cittadini e contro le libertà civili, politiche, economiche e sociali. Il Comune di Locri, pertanto, tutela e promuove la persona da ogni forma di sopraffazione e di violenza ed assume quale obiettivo prioritario nell’ambito delle proprie competenze la lotta alla ndrangheta, al fenomeno mafioso ed all’usura, anche attraverso ogni iniziativa tesa a diffondere la consapevolezza della loro natura eversiva della convivenza civile e dell’ordine democratico. A tal uopo, il prefato Ente, anche attraverso e con la collaborazione di ogni altro organismo istituzionale, favorisce e promuove iniziative finalizzate allo sviluppo della coscienza civile, costituzionale e democratica ed alla diffusione di una cultura dei diritti e delle legalità, sollecita ed assume tutte le iniziative per impedire la presenza di associazioni mafiose e di condizionamenti clientelari ed affaristici. Pertanto, al fine di dare concreta attuazione ai principi sopra richiamati, il Comune di Locri si costituirà parte civile in tutti i procedimenti penali nei quali sia contestato il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso previsto e punito dall’art.416 bis c.p. ovvero l’aggravante prevista dall’art.7 del d.l. 152/91, in tutti i casi ove sia tecnica possibile, secondo norme procedurali e penali e nell’interesse della Città. Ad ogni modo, le Amministrazioni Comunali della Città di Locri si sono distinte nell’utilizzo dei beni confiscati alla ‘ndrangheta. Tra questi è stato di recente inaugurato un “Ostello della Gioventù” realizzato al posto della casa di un capo mafia; il palazzo è stato letteralmente raso la suolo e realizzato un moderno Ostello della Gioventù grazie ad un finanziamento del “Pon Sicurezza”. Su un’altra casa di un potente boss si sta realizzando la Caserma del Gruppo della Guardia di Finanza, su un altro la “Casa dello Sport” quale punto di aggregazione per le numerose associazioni sportive cittadine, altri sono stati assegnati ad associazioni quali gli Scout ed infine è in fase di realizzazione “un’isola ecologica” su un terreno confiscato nella periferia della Città>>.
<<Illustre presidente- evidenzia il primo cittadino- a Sua differenza che ha sempre guardato con attenzione alle nostre iniziative e non ha potuto, purtroppo, partecipare all’inaugurazione dell’Ostello della Gioventù, considerato l’improvviso annullamento del volo Roma/Lamezia Terme, a causa di un incendio nell’Aeroporto di Roma lo scorso 8 maggio, non abbiamo, però– sottolinea ancora Calabrese- mai visto l’onorevole Fava e gli illustri parlamentari calabresi componenti della Commissione da Lei presieduta. La Città di Locri ha scelto da che parte stare. La Città di Locri non dimentica le numerose vittime della mafia, tanti onesti cittadini barbaramente assassinati e strappati ancora giovani ai propri cari. Ma la storia di questa Città non può e non deve essere sempre infangata da azioni criminali o da sterili, demagogiche e ridicole presunte azioni di contrasto. La Città di Locri ha una storia importante che, purtroppo, molti non conoscono, probabilmente neanche lo stesso vicepresidente della Commissione Antimafia. Il sottoscritto sindaco di Locri, l’Amministrazione Comunale, i cittadini, come può comprendere, ogni giorno svolgono un ruolo di “ostilità verso le cosche” pur non avendo scorte, tutela ed auto blu. Oggi la nostra Città ha bisogno di ben altro, di un’attenzione diversa, ha bisogno di essere aiutata a valorizzare le proprie risorse naturali e culturali, ha bisogno di creare occupazione, di dare lavoro ai tanti giovani che desiderano continuare a vivere in questo difficile territorio. Noi abbiamo bisogno di questo, non abbiamo bisogno di “demagogici cartelli antindrangheta” perché noi l’antindrangheta l’abbiamo fatta veramente, l’abbiamo fatta con azioni concrete. Noi l’antindrangheta la facciamo vivendo qui tutti i giorni senza inchinarci a nessuno, perche noi siamo uomini liberi. Lo dica al Suo vicepresidente che ha offeso il sindaco della Città e la comunità locrese, lo inviti ad informarsi prima di aprire la bocca e sputare sentenze su amministratori e popoli che non conosce. Lo inviti a riflettere, a chiedere scusa e a trarre le dovute conclusioni dimettendosi da un ruolo che ha dimostrato di non essere all’altezza di ricoprire>>.
Ma non solo, nel finale della sua lettera Calabrese non esita a rinnovare al presidente Bindi, l’invito a visitare l’Ostello della Gioventù, <<Un importantissimo simbolo di contrasto ed ostilità alle cosche cittadine. Proprio quell’Ostello della Gioventù e tutto il resto sono i nostri “Cartelli Stradali” contro la ‘ndrangheta>>.