di Gianluca Albanese
LOCRI – La campagna elettorale per le elezioni comunali nel centro più popoloso e più importante del comprensorio è entrata nel vivo. Noi di Lente Locale, oltre a seguire direttamente le manifestazioni pubbliche organizzate dai due schieramenti in lizza, abbiamo deciso di rivolgere alcune domande (rigorosamente uguali per tutti e nel pieno rispetto della par condicio), innanzitutto ai due candidati sindaci Giovanni Calabrese di “Tutti per Locri” e Antonio Cavo di “Impegno e trasparenza”. Ne è venuta fuori quest’intervista doppia che ci auguriamo possa essere utile ai cittadini/lettori/elettori per farsi un’idea più chiara delle idee di ognuno di loro prima di recarsi alle urne.
Candidarsi in tempi come questi non è un’impresa comune. Ci vuole più incoscienza o passione politica per farlo?
GIOVANNI CALABRESE: «Candidarsi come sindaco in una città con evidenti e noti problemi in tutti i settori amministrativi, specialmente in quello finanziario, è una sfida non semplice. E’una scelta che richiede sicuramente una grande dose di coraggio. E accettare l’invito alla candidatura, da parte di tutte le componenti politiche del centro destra, per me è stato un atto doveroso, determinato dall’amore che il sottoscritto ha da sempre nutrito per la sua città. Oggi più che mai Locri ha bisogno di determinazione, di consapevolezza, di un tentativo serio ed efficace per riprendere in mano una situazione complessa, ma non compromessa definitivamente. E noi abbiamo le motivazioni giuste e necessarie per farlo. Oltre che, per rispondere alla domanda, una smoderata passione politica. Chi sedeva precedentemente sulla poltrona di sindaco ha preferito mollare, insieme a tutta la sua maggioranza lasciando la città alla deriva. Quindi di incoscienza finora c’è ne è stata fin troppa. Adesso è il momento di ribaltare la situazione».
ANTONIO CAVO: «Sicuramente passione politica ma anche, probabilmente, senso di responsabilità specie per chi, come i candidati di Locri, ha vissuto in prima persona la più recente stagione politica. Non credo che l’incoscienza caratterizzi nessuno dei candidati anche perché i problemi da affrontare sono così tanti e complessi da richiedere principalmente progettualità, competenza, e sopratutto spirito di servizio».
Col passare degli anni i trasferimenti di risorse pubbliche dal Governo agli Enti minori si sono progressivamente ridotti. Come pensa di assicurare il mantenimento dei servizi essenziali se l’Ente ha risorse molto più limitate che in passato?
GIOVANNI CALABRESE: «Le nuove normative hanno ridotto al lumicino i trasferimenti dallo Stato agli Enti locali, è vero. E’ un dato di fatto. Ma attraverso la razionalizzazione delle spese, il potenziamento dei servizi e un riequilibrio del sistema dei contributi, si può arrivare a fronteggiare il problema dell’attuale situazione finanziaria, ridurre la pressione fiscale in modo graduale e migliorare i servizi stessi».
ANTONIO CAVO: «La drammatica situazione dei conti del Comune di Locri rende la situazione locale ancora più difficile di quella relativa a tutti gli altri Comuni. La nostra lista è fortemente determinata a proseguire l’azione di risanamento finanziario già iniziata dall’amministrazione precedente, prima, e dalla commissaria prefettizia, poi. Il recupero dell’evasione tributaria, da praticare con metodologie adeguate ai tempi moderni, sarà una delle azioni che dovranno essere immediatamente messe in campo».
E al di là dell’ordinaria amministrazione, cosa differenzia la sua proposta amministrativa da quella degli altri?
GIOVANNI CALABRESE: «Praticamente tutto. Chi ha governato fino ad ora lo ha fatto in maniera silente, con zero proposte dirette alla città. Noi abbiamo un approccio totalmente diverso: le problematiche vanno affrontate di petto. Niente è impossibile, tutto si può risolvere. Non è nostra abitudine assumere atteggiamenti disfattisti. Non stiamo lì a recriminare eredità dolenti, lasciateci da altri. La situazione è difficile, lo sappiamo già. Non cercheremo sostegni ispettoriali, ma è nostra intenzione muoverci all’esterno attraverso la Provincia, la Regione e i Ministeri, per portare nuove e fondamentali risorse alla città. In una sola parola: dinamicità».
ANTONIO CAVO: «La differenza credo stia nel fatto che la lista contrapposta alla nostra sembra non aver percepito la delicatezza del momento che vive la comunità locrese. Il nostro impegno sarà quello di proseguire l’opera di risanamento, non solo finanziario, e di attrarre finanziamenti per realizzazioni di opere ed eventi che non comportino spese per il bilancio comunale e la collettività, seguendo in ciò la traccia lasciata dall’amministrazione guidata al sindaco Lombardo che in soli 17 mesi è riuscito a fare molto di più che nei cinque anni di governo di centrodestra».
In tempi di spending review come intende regolarsi con gli incarichi di consulenza e di staff? Li ritiene indispensabili per il buon funzionamento del Comune?
GIOVANNI CALABRESE: «E’ ovvio che non ci saranno spazi per incarichi o consulenze dettate da logiche “clientelari” o “amicali”. Gli incarichi possono essere affidati solo se utili e solo se si possono trasformare in un valore aggiunto, per competenze e servizi, all’ente stesso. Se non si riuscirà a trovare quelle competenze all’interno dell’Ente, allora nell’interesse comune e con la massima trasparenza le andremo a cercare all’esterno, fermo restando ovviamente i vincoli normativi previsti dalla legge in tali casi».
ANTONIO CAVO: «Anche in questo caso occorre ripetersi e dire che le condizioni e i vincoli di bilancio non consentono di affidare alcun incarico di consulenza o di staff, che sarebbero in realtà necessari anche per sopperire ad alcune evidenti carenze dell’apparato burocratico-amministrativo dell’Ente. Tale questione si è anche posta al momento delle dimissioni della precedente amministrazione che ha ritenuto, con quel gesto, di favorire l’arrivo, insieme con il commissario nominato, di esperti prefettizi di finanza locale e materie analoghe che non sarebbero, altrimenti, potuti intervenire».
In Italia vanno di moda le larghe intese. Come intende lei il rapporto tra maggioranza e opposizione consiliare?
GIOVANNI CALABRESE: «E’un rapporto di collaborazione costruttiva, con il dovuto rispetto dei ruoli. In un momento come questo, uno dei più difficili della storia di Locri, non può che essere così. La porta sarà aperta a tutti. Ma resterà chiusa, sprangata, a quei soggetti che da sempre hanno interpretato la politica locrese come un momento di folklore».
ANTONIO CAVO: «Il tema delle larghe intese è stato da noi affrontato anche nella fase di preparazione delle liste ed è stato superato in senso negativo, per come spiegato anche al momento di presentazione della lista. La nostra idea di rapporto tra maggioranza e minoranza consiliare è strettamente connessa, nella fattispecie locrese, alla antiteticità dei programmi e del modo di fare politica. Allo stato non sembra in alcun modo percorribile una convergenza tra i due opposti schieramenti».
Da qualche anno gli appalti dei Comuni passano dalla Suap e molti Enti hanno inserito nei rispettivi statuti la costituzione di parte civile in tutti i processi di ‘ndrangheta. Qual è il suo pensiero sulla reale efficacia di questi strumenti?
GIOVANNI CALABRESE: «In un territorio come il nostro sono note ed evidenti le problematiche “ambientali” e lo strumento della Suap è un’ottima garanzia per le amministrazioni comunali. Infatti il Comune di Locri aderì immediatamente durante la gestione del sindaco Macrì. Certo anche la Suap, superata ormai la fase di start up, deve essere potenziata e migliorata per garantire celerità nei procedimenti affidati. La costituzione parte di civile nei processi di ‘ndrangheta è un atto importante per chi amministra. Il sostegno alle forze dell’Ordine, alla Magistratura ed alle vittime della mafia deve essere portato avanti con azioni concrete e non chiacchiere da bar. A tal proposito, porteremo a compimento la nostra proposta di una previsione statutaria in tal senso per come già approvato dal precedentemente consiglio comunale».
ANTONIO CAVO: «Il Comune di Locri ha già deliberato in questo senso anche se l’aggiornamento dello statuto non è stato possibile per l’interruzione anticipata della consiliatura precedente. La nostra lista è fortemente motivata nel perseguire ogni azione legata al rispetto della legalità e delle regole e si impegnerà per rendere ancora più stringente il ricorso a tali strumenti».
Lotta all’evasione tributaria: dirà in campagna elettorale che chi non paga i tributi regolarmente va sanzionato perché danneggia la collettività?
GIOVANNI CALABRESE: «Assolutamente si, tutti i cittadini devono pagare i tributi. Così come, da parte sua, l’Amministrazione ha il dovere di garantire servizi adeguati. Deve essere uno scambio equo».
ANTONIO CAVO: «È stato già detto. La lotta all’evasione tributaria sarà uno degli impegni maggiori della nostra amministrazione».
I recenti fatti di cronaca evidenziano una crescente insofferenza verso la classe politica che spesso sfocia in disprezzo di quella che viene considerata la casta. Come si torna a fare partecipare i cittadini alla vita politica?
GIOVANNI CALABRESE: «Dimostrando ai cittadini la serietà, la bontà e la trasparenza di un vero progetto politico. Cercando in tutti i modi di coinvolgerli ad una partecipazione attiva. Arrivare alle nuove generazioni, parlando il loro linguaggio. Comunicare con gli strumenti messi oggi a disposizione dalla tecnologia, creando nuove opportunità di confronto. E’impossibile pensare ancora ad una comunicazione politica vecchio stile».
ANTONIO CAVO: «Convincendo la gente a partecipare attivamente alla vita del loro quartiere e della loro città. Solo la partecipazione, l’informazione e la condivisione dei problemi possono far riacquistare fiducia a chi l’ha persa. E poi, naturalmente, con l’esempio, la rettitudine, la trasparenza dell’azione amministrativa, anche se ritengo che, almeno per quanto riguarda gli amministratori locali, non possa certo parlarsi di casta o di privilegi».
Tre ragioni per le quali chi abita lontano dovrebbe visitare la sua città e altrettante per convincere chi ci abita a non andare via.
GIOVANNI CALABRESE: «Oggi è purtroppo difficile trovare delle ragioni precise per convincere le persone a visitare il nostro territorio. Al di là del senso di ospitalità e generosità della cittadinanza intera, le mancanze strutturali sono note a tutti. Si dovrà operare al massimo, quindi, garantire un impegno totale affinché il settore turistico e di attrattive culturali abbia il cambiamento che merita. I motivi per non andare via sono semplici: bisogna restare per lottare insieme e riscoprire l’orgoglio di essere Locresi; per creare le condizioni necessarie a migliorare l’aspetto e la vivibilità di questo paese; e soprattutto perché è solo restando e investendo sulle nostre risorse che si potranno creare nuove opportunità di lavoro per tutti».
ANTONIO CAVO: «Mi viene da pensare all’ambiente naturale, al patrimonio museale ed all’area archeologica, al modo di vivere che specie in estate riesce a caratterizzarci. Ai miei concittadini, specie giovani, che pensano di andare via dico semplicemente che solo con il contributo di tutti, nessuno escluso, possiamo sperare di migliorare le condizioni della nostra città e quindi della nostra vita».