RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
È notizia di queste ore che il bando per l’assegnazione della gestione dell’Ostello della Gioventù realizzato in un bene confiscato a Locri è andato deserto. A darne notizia un indignato primo cittadino locrese di nuovo all’opera nel suo principale atteggiamento politico: scaricare sugli altri, definiti o indefiniti, tutte le responsabilità vere e presunte. E così anche stavolta l’amministrazione Calabrese si ritiene incolpevole per un bando per nulla pensato per le finalità sociali previste dallo Stato. Stato che aveva permesso prima la confisca alla criminalità organizzata e poi il riutilizzo attraverso la realizzazione di un ostello. Bando talmente mal scritto che non solo sembrava tarato per soggetti che per forza di cose non potevano essere i normali fruitori di questo genere di bandi anche solo per le onerosissime fideiussioni richieste e il parametro premiante di maggior punteggio per chi avesse garantito maggiori assunzioni (mentre solitamente questo tipo di beni viene gestito da volontari, da organizzazioni associative o piccole cooperative sociali), ma addirittura penalizzante dal punto di vista di qualsiasi tipo organizzazione economica fosse stata o meno senza fine di lucro in quanto a fronte di numerosi ed eccessivi oneri non vi sarebbe stata una garanzia di piena e libera gestione della struttura essendo stati previsti 15 posti (pari ad un terzo del totale) da concedere gratuitamente al Comune di Locri senza limiti di tempo e con un semplice preavviso di 30 giorni. Inesistenti le iniziative di comunicazione e di sensibilizzazione della cittadinanza e del territorio intorno al progetto così come era avvenuto ad esempio in occasione del progetto di accoglienza SPRAR miseramente e immediatamente fallito a seguito di mai chiariti attentati intimidatori agli operatori.
Due casi emblematici di improvvisazione e di svilimento di importanti e delicate azioni che in altri comuni hanno portato lustro e beneficio alle istituzioni, ai territori e alle popolazioni interessate.
Tutto questo calpestando statuti e regolamenti che ne indicavano chiaramente modalità e finalità, ma che evidentemente sono stati ritenuti inutile burocrazia così come ormai vengono considerate le principali normative previste per la Pubblica Amministrazione con la evidente inadeguatezza di Procura, Prefettura e forze dell’ordine che all’amministrazione locrese concedono la più totale impunità anche di fronte a plateali violazioni delle norme, non solo amministrative, a danno dell’intera comunità locrese.
Neanche le recenti dichiarazioni del neo Procuratore di Catanzaro Gratteri con cui ha sottolineato l’importanza della tolleranza zero nella P.A. locale vero humus di malaffare e criminalità se non adeguatamente gestita e soprattutto controllata sembrano aver smosso le autorità competenti nei confronti dell’ente Comune di Locri così come neanche le numerose operazioni che hanno coinvolto numerosi comuni in provincia e insospettabili sistemi di potere sembrano aver scalfito l’atteggiamento impudente della Giunta Calabrese. In un paese normale sarebbe stata già da tempo inviata una commissione d’accesso. Al Comune o presso chi l’avrebbe dovuta tempestivamente inviare. Allo stesso modo di fronte a più di 15 atti delittuosi gravi, alcuni di rilevanza nazionale, in pochi mesi sarebbe dovuta arrivare una risposta o qualche domanda o provvedimento a chi la risposta non l’ha voluta, saputa o potuta dare.
Tutto questo sovraesponendo e mortificando amministratori e cittadini che del rispetto delle leggi ne hanno fatto una ragione di vita, spesso per questo mettendola a rischio, quest’ultimo purtroppo accresciuto dall’esistenza di pericolose sacche di tolleranza qua e là nella Locride.
Antonio Guerrieri
Responsabile provinciale Sinistra Ecologia e Libertà/SI Reggio Calabria