di Domenica Bumbaca
LOCRI- Il Tenente Colangeli ha dato dimostrazione che entrare a far parte del Corpo delle Forze Armate è una vocazione. «Siamo rimasti colpiti dalla sua abnegazione e passione per il suo lavoro e per il suo modo amichevole di parlare con noi». Queste le affermazioni di alcuni studenti del liceo linguistico magistrale “Mazzini” di Locri dopo l’incontro con il Tenente delle Forze Armate.
Nell’aula magna dell’istituto del dirigente scolastico Loprete, l’incontro ha avuto inizio con la visione di un breve filmato, realizzato dalla scuola, con sottofondo l’Inno d’Italia, al quale gli alunni hanno partecipato attivamente. In seguito il Tenente ha effettuato un breve ed accurato excursus storico, per commemorare e dare senso alla giornata del 4 Novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, e successivamente ha narrato ai presenti la storia del “Milite Ignoto”, personificazione dei valori militari, quali il coraggio e l’amore per la patria. Ha sensibilizzato l’assemblea circa l’importanza di discernere la giusta strada ed ha accuratamente illustrato il ruolo del “Carabiniere” nelle realtà locali, sottolineando la necessità della collaborazione con i cittadini, poiché il loro operato è unicamente a salvaguardia della comunità. Ha fornito chiarimenti circa le varie divisioni e i corsi di studio per accedere ai diversi ambiti lavorativi delle forze armate. L’incontro si è svolto all’insegna della curiosità e partecipazione da parte dei presenti, soprattutto grazie al Tenente, il quale ha fin da subito stabilito un rapporto empatico con gli alunni, dialogando con loro, rispondendo a tutte le loro domande e fornendo informazioni precise e dettagliate. «Non è stato solo un semplice incontro dal quale ottenere notizie utili per attività di orientamento o per accrescere il nostro bagaglio di conoscenze – ha dichiarato l’alunna Sara Fazzari della classe V B – ma il Tenente, ci ha offerto molti spunti di riflessione. Ci ha fatto capire quanto sia fondamentale la vocazione per chi vuole intraprendere tale carriera, ma anche che ognuno di noi mediante piccoli gesti quotidiani può collaborare per rendere migliore la nostra difficile realtà sociale».