(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI – 1069: non è un numero qualsiasi, bensì è il lungo elenco di nomi e cognomi delle vittime innocenti, morte per mano delle mafie, letti questa mattina in occasione della 28°edizione della “Giornata della Memoria e dell’Impegno”, la manifestazione nazionale promossa da Libera e Avviso Pubblico, la cui piazza principale quest’anno è stata Piazza del Duomo a Milano ma come avviene oramai ogni 21 marzo, nel primo giorno di primavera, celebrata anche in centinaia di luoghi di tutta Italia.
Tra questi, anche la città di Locri che, nel corso della cerimonia tenutasi questa mattina in piazza Francesco Fortugno, è stata ribadita l’importanza della memoria delle vittime della criminalità organizzata.
La lettura dei nomi nel piazzale antistante il Tribunale, ha voluto essere “Opera Segno”, in continuità con i percorsi di collaborazione attivati tra la Diocesi di Locri- Gerace, grazie al vescovo Francesco Oliva, al Tribunale di Locri e quindi al suo presidente Fulvio Accurso, al coordinamento di Libera Locride, sui processi di cambiamento, di giustizia e di memoria.
Un lungo elenco di nomi “per scandire la memoria che si fa impegno quotidiano, quella memoria responsabile che dal ricordo può generare impegno e giustizia nel presente”, ripreso a più voci intervenute: il vescovo Francesco Oliva e poi autorità civili, militari, nonché familiari delle vittime, studenti ed ex detenuti della Casa Circondariale di Locri.
Tra i presenti, anche Gaetano Saffioti, l’imprenditore edile calabrese e soprattutto testimone di giustizia che nel 2002, ebbe il coraggio di opporsi alle ‘ndrine calabresi, denunciando i suoi estorsori, consentendo così il loro arresto insieme ai membri del clan ai quali appartenevano.
Una storia di coraggio la sua, a dimostrazione che “sconfiggere mafie e corruzione si può, perché lo Stato siamo noi”.
Slogan scelto per l’edizione 2023 della “Giornata della Memoria e dell’Impegno, “E’ possibile” ovvero “riflettere su ciò che ciascuno di noi può fare per l’affermazione dei diritti e della giustizia sociale”.
«Quella di oggi – ha commentato il vescovo Francesco Oliva – è una giornata importante, perché come disse il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 21 marzo del 2017 (quando la nostra città fu scelta per la 22° Giornata della Memoria e dell’Impegno), contrastare le mafie riguarda tutti, serve l’impegno di tutti, la memoria da sola non basta. Le organizzazioni criminali – ha sottolineato Oliva – possono essere sconfitte, per cui è possibile essere comunità accogliente e inclusiva, è possibile un mondo diverso. Tutti, ci sentiamo coinvolti in questa battaglia, nessuno escluso».
A seguire, è poi intervenuto il presidente del Tribunale, Fulvio Accurso che nell’identificare il Palazzo di Giustizia, come luogo ideale, per molti di quei 1069 volti che a distanza di anni, attendono la giustizia che non hanno ancora ottenuto, ha rimarcato quanto sia rilevante “il ricordo” in manifestazioni di questo spessore «Il ricordo – ha dichiarato – è fondamentale, perché se le vittime di tutte le mafie, si dimenticano, allora è tutto finito, vengono uccise di nuovo in maniera definitiva. Oggi, inoltre – ha tenuto a precisare Accurso – ho stigmatizzato e forse un po’ severamente, ma mi è venuto dal cuore, l’assenza di tanti giovani, seppur ci fossero diverse delegazioni di alcuni istituti. Questa, non vuol essere una critica negativa ma al contrario, costruttiva, perché se Locri è priva di giovani, la città è morta. Per cui mi sento di lanciare una sfida, ovvero che l’anno prossimo, tutti i dirigenti scolastici ed anche i sindaci, si sentano coinvolti in questa lotta nei confronti della criminalità organizzata, un valore fondamentale per i giovani. Mi piacerebbe che questa piazza fosse gremita, che non ci fosse spazio per nessuno. Altrimenti queste manifestazioni diventano inutili e le 1069 vittime, saranno morte per sempre; se ha un senso fare queste manifestazioni, ha un senso per chi è caduto per mano delle mafie. Ho avuto – ha constatato Accurso – un momento di tristezza nel vedere questa piazza non piena, come mi sarei aspettato. Il braccio di ferro con la ‘ndrangheta potrà esser vinto quando il numero dei giovani sarà straripante, in caso contrario avremo perso. E’ un dovere civico, morale, etico – ha chiosato – altrimenti sono chiacchere inutili. Non voglio essere ostile, ma semplicemente propositivo e credo che l’anno prossimo con una migliore organizzazione, questa piazza sarà diversa. Sono un uomo di questa terra, ho lottato per rimanervi, sono un sognatore e mi aspetto vivamente e di questo non ho dubbi – ha concluso – che i dirigenti ed i giovani nel 2024, accolgano questo invito».
LOCRI RICORDA LE VITTIME DELLA STRAGE A STECCATO DI CUTRO
Oltre alle mille persone uccise dalle mafie, questa mattina a Locri (e in tutte le piazze italiane), sono stati letti anche i nomi dei migranti morti nella strage di Steccato di Cutro, il 26 febbraio scorso.
Una manifestazione, in loro memoria, è stata infatti organizzata anche a Crotone davanti al Palamilone, il Palazzetto che ha accolto le salme delle numerose vittime.
«Abbiamo letto anche i nomi degli ultimi migranti morti nel Mediterraneo – ha spiegato il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti, in collegamento da Milano – perché riteniamo che dietro a tutte quelle morti nei nostri mari e non solo, ci siano giochi, interessi, poteri forti, le mafie, una dimensione più ampia. Anche per non dimenticarci che naufragi e respingimenti sono frutto di una diffusa cecità e sordità etica».
LE INTERVISTE AL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE FULVIO ACCURSO, AL VESCOVO FRANCESCO OLIVA E AI RAPPRESENTANTI DEL COORDINAMENTO LIBERA LOCRIDE:
IL VIDEO DI ALCUNI MOMENTI SALIENTI DELLA MANIFESTAZIONE (CON LETTURA DEI NOMI DI TUTTE LE VITTIME)