(foto e diretta video a cura di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI – Si è conclusa con successo la cerimonia di premiazione del Giugno Locrese (tenutasi ieri sera), storico concorso nazionale di poesia che negli anni, ha abbracciato l’interesse di centinaia di poeti provenienti da ogni parte d’Italia, giunto quest’anno all’edizione targata 52.
Lo scorso anno, a causa del sopraggiungere dell’emergenza sanitaria da Covid-19, fu pubblicato soltanto il bando del concorso di caratura nazionale, ragion per cui l’intento dell’attuale Amministrazione comunale in carica, è stato quello di realizzare il prestigioso evento, dopo la dovuta sospensione.
La Giuria, presieduta da Vincenzo Romeo e composta da Beatrice Bumbaca, Anna Maria Mittica, Alfredo Panetta, Maria Vittoria Valenti e Giuseppe Zucco, che si è avvalsa anche della preziosa collaborazione di due illustri autori quali il poeta Alfredo Panetta e lo scrittore Giuseppe Zucco, ha esaminato ben 241 poesie pervenute, decretando attraverso un lavoro certosino e accurato, i tre vincitori e due menzioni speciali.
Particolarmente suggestiva anche la location scelta per accogliere la manifestazione locrese, i Giardini della Fondazione Zappia (riqualificato grazie al Consiglio di Amministrazione guidato dal presidente, il professore Antonio La Rosa), dinanzi ad un numeroso parterre.
Anchorwoman della serata, la giornalista Rossella Galati che ha definito la celebre kermesse, un momento storico per la comunità, un traguardo che ha notevolmente arricchito nel corso di questi anni, il percorso culturale della cittadina.
Una serata all’insegna del binomio della musica e delle parole, con protagonista indissolubile la poesia e l’esaltazione del linguaggio, attraverso l’uso delle parole.
«Abbiamo deciso quest’anno di ripartire con l’edizione numero 52 del Giugno Locrese – è intervenuto in apertura il primo cittadino di Locri Giovanni Calabrese – e quest’anno è stata scelta come cornice, i Giardini della Fondazione Zappia e non la Corte di Palazzo di Città (per via dei lavori di ristrutturazione con la demolizione e ricostruzione dell’ex Liceo Scientifico), restituendo alla città questo luogo meraviglioso; per questo, ringrazio il presidente della Fondazione Zappia La Rosa, così come ringrazio anche l’assessore alla Cultura, Domenica Bumbaca, per l’impegno profuso non solo per l’organizzazione del concorso ma per tutte le altre manifestazioni di livello, previste nel calendario estivo della nostra città».
«L’obiettivo dell’Amministrazione – ha proseguito l’assessore al ramo Domenica Bumbaca – è stato quello di continuare quella che è stata l’edizione numero 52 del Giugno Locrese, con la cerimonia di premiazione. Un Giugno Locrese che ha già alle spalle una storia (52 edizioni parlano da sé) e che vuole portare avanti la tradizione della poesia italiana, ma soprattutto concentrare l’attenzione sul lavoro che riguarda tutte le arti. Quello che ci preme come Amministrazione, è parlare di arte e cultura quotidianamente. Il Giugno Locrese negli anni – ha aggiunto Bumbaca – si è sempre contraddistinto non solo per i partecipanti e per questo, ringrazio tutte le persone che hanno contribuito alla sua realizzazione nel corso di questi lunghi anni; un ringraziamento infatti, va sia all’ex assessore Sofia, perché la 52° edizione è partita proprio con la pubblicazione del bando, sia alla qualificata giuria e a tutti i suoi componenti».
Soddisfazione è stata espressa anche dal professore La Rosa «Quando le istituzioni si incontrano – ha commentato – i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Quello per cui ci siamo fortemente battuti, è stato restituire alla città questo Palazzo. Quest’anno infatti, ai Giardini della Fondazione Zappia, abbiamo portato una carrellata di eventi, quali concerti, presentazione di libri, balletti e il cinema sotto le stelle. Auspichiamo che quanto si stia facendo adesso, possa nel tempo, migliorare sempre di più».
E proprio in occasione della serata di ieri, l’Amministrazione ha voluto rendere omaggio a Salvatore Futia, scrittore locrese, autore di opere eccellenti, maestro di pensiero, ricercatore, un lettore della realtà e dell’attualità locale, un filosofo contemporaneo alla quale molti giovani si sono ispirati e continuano a farlo tutt’oggi, scomparso lo scorso novembre e che molto ha scritto sulla storia della città.
La figura di Salvatore Futia è stata così rievocata attraverso le parole di chi lo ha conosciuto bene, come la sorella Rosanna che visibilmente emozionata, si è detta grata per l’iniziativa dedicata al fratello (a lei è stata consegnata una targa ricordo), l’avvocato Massimo Femia che ha letto una lettera di Viviana Suraci, allieva del professore e Antonio Ruggia che con lo stesso Futia, ha intrapreso i suoi studi universitari, curando una tesi sul libro Officine Meccaniche Calabresi.
Successivamente, prima di arrivare ad eleggere il podio e dunque i primi 3 classificati del concorso, sono state lette le due menzioni speciali: la prima, riservata alla poesia “Costellazioni terrestri” di Michele Della Porta, mentre la seconda, conferita al componimento poetico “Se non sai le stoppie” di Rita Imperatori.
Il terzo premio (una targa ricordo) invece, è stato assegnato alla vincitrice Maria Francesca Giovelli con la poesia “Il viaggio che attende un ritorno”.
Targa d’argento anche per il secondo classificato, Leone D’Ambrosio, autore della poesia “Nel disordine delle intermittenze”.
Mentre il vincitore della 52° edizione, è stato Vincenzo Screti, di Sermoneta, con la poesia dal titolo “Quelle gocce sulla fronte”.
Screti si è aggiudicato un premio di 500 euro in denaro con targa ricordo.
A premiarlo, il sindaco Giovanni Calabrese, l’assessore alla Cultura Domenica Bumbaca e tutta la giuria.
A chiudere in bellezza la cerimonia di premiazione, il concerto del duo “Violinisti in jeans”, rappresentato da Angelo Di Guardo e Antonio Macrì, due musicisti eclettici, di origine siciliana, che si sono distinti per la loro continua ricerca di nuove forme musicali, legati da una solida amicizia oltre che da un rapporto professionale.
Provenienti da una formazione prettamente classica, essendosi diplomati entrambi al Conservatorio, ciò che li accomuna è di fatto la passione per la musica: Angelo suona la Viola ed il Violino, mentre Antonio è violinista, compositore e autore di un libro su Bellini.
Come spiegato dagli stessi alla platea, da un decennio, hanno sperimentato un nuovo modo di presentare il violino al grande pubblico, arricchendo il loro stile classico, con ritmi, arrangiamenti e movimenti corporei coinvolgenti «Siamo fieri – hanno detto tra una performace e un’altra – di aver creato tutto ciò, il nostro lavoro ci dà molte soddisfazioni”.
Per oltre un’ora, nella notte di San Lorenzo, il duo ha sapientemente intrattenuto il parterre con uno stile innovativo, suonando svariati generi musicali rinnovando moltissimi classici del repertorio musicale (indossando i comunissimi jeans), dissacrando tutto quello appreso negli anni della loro formazione al Conservatorio.
A rendere ancora più unico nel suo genere il concerto di Angelo e Antonio, lo spettacolo pirotecnico che ha accompagnato lo show insieme alle danzatrici Gaia Romano e Nicole Gliozzi della scuola “Evolve”, di Giusy Zappavigna.
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