di Gianluca Albanese
LOCRI – Si complica la vicenda inerente la rideterminazione della dotazione organica del Comune di Locri, già oggetto di due delibere di giunta dello scorso mese di gennaio, con le quali l’esecutivo guidato dal sindaco Giovanni Calabrese aveva, appunto, presentato la rideterminazione della dotazione organica (con delibera numero 7) e la ricognizione dell’eccedenza di personale (delibera numero 8) che di fatto hanno revocato quanto deciso dall’allora commissario straordinario del Comune Francesca Crea lo scorso 9 maggio con delibera numero 47.
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Proprio così, giovedì scorso il dipartimento degli Affari Interni e Territoriali – Direzione centrale per gli uffici territoriali del Governo e per le Autonomie Locali del Ministero dell’Interno, ha inviato al Comune di Locri (e per conoscenza alla Prefettura di Reggio Calabria e alla Direzione Centrale Finanza Locale – Ufficio trasferimenti ordinari enti locali e risanamento enti locali dissestati), una corposa richiesta di chiarimenti riguardante proprio la rideterminazione della dotazione organica così come presentata dalla delibera di giunta numero 7 del 23 gennaio.
Una prima osservazione compiuta dal Viminale riguarda la base di calcolo del numero dei residenti sulla quale determinare il numero massimo dei dipendenti comunali che fanno parte della dotazione organica.
Secondo il Ministero, infatti, la stessa andrebbe calcolata sulla popolazione residente al 31/12/2010, pari a 12.877 residenti, tanto che il numero massimo dei dipendenti comunali ammessi salirebbe a 105,54 posti a tempo pieno o equivalenti invece dei 102 indicati nell’allegato “A” della delibera di giunta numero 7 del 23 gennaio 2014. Nella stessa delibera, come dicevamo, la dotazione organica dell’Ente è stata rideterminata in 102 posti, di cui 51 a tempo pieno, 43 a tempo parziale al 50%, 8 vacanti a tempo pieno «per una equivalenza – ha scritto il Ministero – di 80,5 posti a tempo pieno, ossia al di sotto dei 105 posti a tempo pieno ammessi dal decreto ministeriale del 16 marzo 2011. E’ evidente – è scritto nella richiesta di chiarimenti inviata dal dicastero al Comune di Locri – quanto il rapporto di equivalenza, per codesto ente, vada ad incidere sulla ricognizione del personale effettivamente “eccedente” e di cui alla successiva delibera numero 8/2013».
Insomma, se le cose stanno così, non ci sarebbe personale in esubero, anzi. Poi, il Ministero ha altresì rammentato che «Con riferimento, poi, al personale in soprannumero, codesto ente è tenuto ad osservare le procedure previste dall’articolo 33 del decreto legislativo 165/2001 e successive modifiche e integrazioni» che tra l’altro prevede che «Per l’assorbimento delle eccedenze di personale si devono garantire le forme di partecipazione sindacale» e «Solo per il personale comunque non riassorbibile, se ne deve dichiarare l’esubero ed il collocamento in disponibilità».
Ma non solo. Il Ministero ha altresì richiesto al Comune di Locri una corposa documentazione integrativa, riguardante, tra l’altro, il rispetto o meno del patto di stabilità nei due anni precedenti; l’ammontare della spesa impegnata per il personale nei due anni precedenti; l’incidenza percentuale della spesa complessiva di personale sulla spesa corrente nei due anni precedenti e la sussistenza o meno di aziende speciali, istituzioni e società partecipate in capo al Comune; la quantificazione dell’ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale, anche di livello dirigenziale; l’eventuale esternalizzazione dei servizi precedentemente gestiti all’interno dell’Ente dopo l’entrata in vigore del decreto legislativo 165/2001 – articolo 6-bis; gli eventuali rapporti a tempo determinato in essere; la certificazione della deliberazione con la quale è stata approvata la dotazione organica vigente; i prospetti riepilogativi di raffronto, redatti per categorie (D3, D1, C, B3, B1, A) tra dotazione organica vigente e dotazione organica sottoposta all’approvazione, con la rispettiva indicazione dei posti coperti e vacanti; di quelli a tempo pieno e di quelli istituiti in dotazione organica a tempo parziale, specificando la percentuale lavorativa; infine, nell’ipotesi di personale in soprannumero, la certificazione che sono state garantite le forme di partecipazione sindacale e della quantificazione delle unità in soprannumero, elencando dettagliatamente il personale per il quale si è accertato il requisito per il prepensionamento, le unità eventualmente riassorbibili per mobilità verso altri enti, e le unità non riassorbibili e per le quali se ne dichiara l’esubero ed il collocamento in disponibilità. Il tutto indicando la relativa categoria professionale e la certificazione del responsabile di servizio competente con data e firma.
Quanto basta, insomma, a far capire che per giungere a una rideterminazione definitiva della dotazione organica e degli eventuali esuberi, la strada appare in salita e il percorso piuttosto complicato, tanto che non si esclude, a breve, una nuova trasferta capitolina del sindaco, del suo vice e di qualche altro strettissimo collaboratore, per fornire con urgenza tutti i chiarimenti richiesti dal Ministero.