(ph. Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- “Un grido d’allarme per rilanciare la sanità nella Locride”: è questo il messaggio che l’Amministrazione Comunale di concerto con il Comitato e l’AssoComuni della Locride, hanno inteso esprimere nell’incontro di questo pomeriggio al Pala Cultura, dal tema “Sanità, bene comune da riconquistare”.
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Proprio così, una manifestazione incentrata sull’annosa vicenda della sanità sul territorio e in special modo sull’attuale contesto cui si colloca il nosocomio locrese, una ferita ancora aperta determinata da difficoltà organizzative gestionali derivanti dall’accorpamento alla nuova Asp 5 e da un piano di rientro che ha comportato ridimensionamenti della struttura ospedaliera, dei reparti e del personale.
“Una manifestazione di proposta”, con l’intento di lavorare sinergicamente per il superamento delle criticità maggiori a favore del potenziamento dei servizi da destinare alla collettività, per non indurla ad emigrare altrove che, però, non ha riscosso la massiccia partecipazione (diverse le poltroncine vuote) e dei sindaci del comprensorio e come previsto, dei cittadini (stanchi come più volte sottolineato nel corso della serata, delle false promesse politiche).
Tra i sindaci presenti, il presidente del Comitato e di AssoComuni della Locride Giuseppe Strangio e Giorgio Imperitura ed il sindaco di Gerace Giuseppe Varacalli.
Per la Regione Calabria, il consigliere Pietro Crino e Candeloro Imbalzano, presidente della Commissione “Bilancio, Attività Produttive e Fondi Comunitari” .
A presenziare al dibattito, anche rappresentanti sindacali, medici e operatori sanitari del presidio ospedaliero.
A moderare i lavori è stata la giornalista dell’emittente Telemia Maria Teresa Criniti che, con la professionalità che la contraddistingue, ha presentato i numerosi interventi che uno dopo l’altro senza un ordine prestabilito, si sono via via intervallati.
A prendere per primo la parola, il sindaco Giovanni Calabrese che, nell’esporre il fine dell’iniziativa promossa, ha ricordato la profonda preoccupazione che desta tra i cittadini sull’attuale situazione della struttura ospedaliera che, quotidiniamente rimarcano << L’Ospedale Spoke di Locri- ha esordito- previsto dall’accorpamento dell’Asl n°9 di Locri con quella di Reggio Calabria, può è deve essere migliorato con il sostegno e la partecipazione attiva di tutti gli attori interessati. Non siamo alla ricerca di responsabilità di chi ha voluto l’accorpamento. Reclamiamo una sanità d’eccellenza , è importante sensibilizzare il management dell’ospedale. Nel corso degli anni tanti, sono stati i medici che sono andati via, da Virzì a Morgante e da allora i cittadini identificano il settore sanitario sotto un’altra ottica. Da parte dell’Amministrazione prevale l’impegno di fornire loro delle risposte che ancora non hanno avuto, i cittadini si sentono presi in giro, lo dimostra l’assenza di questo pomeriggio; pretendono servizi che vanno garantiti. Il cittadino è stanco della scarsa attenzione verso il territorio. Nella prossima seduta del consiglio comunale fissata a mercoledì 4, in virtù della nomina della commissione sanità, presenteremo un documento da noi redatto che cercheremo di estendere a tutti i 42 Comuni del comprensorio>>.
Ampio spazio poi è stato dato alle proposte suggerite da chi è intervenuto.
E’ stato il segretario provinciale della Cisl Serranò, a spiegare che le sigle sindacali nel documento relativo la costituenda Città Metropolitana, hanno inserito come punto centrale il settore sanità, settore su cui è strettamente fondamentale l’intervento della Regione, <<Altrimenti- ha detto- saremo costretti ad andare alle barricate. Sono gli Enti anche per il versante sanità, ad ostacolare la prestazione nei confronti del cittadino. >>
Per Firmo Michele della Uil, pur essendo l’ospedale il punto focale e di ritrovo per l’intera cittadinanza, il territorio non offre nulla <<Non è concepibile che un “ospedale spoke” ed in primis alcuni reparti quali ad esempio Ortopedia, Otorinolaringoiatria e Laboratorio analisi, non abbiano un primario; ci sono anche reparti diretti da un solo medico. Abbiamo potenzialità che non vengono messe nella condizione di operare. Ci vuole un atto di coraggio, il territorio deve essere composto da persone qualificate che diano assistenza e sicurezza . Bisogna lottare per l’ “ospedale spoke” abbiamo bisogno del nostro ospedale, un ospedale che sia degno di questo nome>>.
<<Alla rivoluzione- è poi intervenuto Fragomeni della Cgil- ci incitò anche monsignor Giuseppe Fiorini Morosini. A livello amministrativo non funziona nulla, è impensabile che il cittadino si curi altrove, che la Tac non funzioni e che le future mamme debbano partorire in altre sedi. Il danno viene a chi deve essere erogato il servizio>>.
E a proposito del reparto di Ostetricia e Ginecologia del nosocomio locrese, è stato il dottor Macrì a riferire che, allo stato attuale, quello che conta sono i dati, come l’incremento del 20% circa per anno delle nascite, riuscendo a recuperare con enormi sacrifici e con una cronica carenza di personale, chi preferiva alla struttura ospedaliera locrese le cliniche private.
Il dottor Zampogna, in qualità di vice presidente direttivo dell’ordine medici e dirigente del Pronto Soccorso di Locri, ha focalizzato dapprima l’attenzione sulla problematica sicurezza (con riferimento all’ultimo atto intimidatorio subito dal dottor Brugnano), informando che, in tempi brevi, dopo un incontro intercorso tra lo stesso direttivo e il prefetto di Reggio Calabria, verranno applicati sistemi di sicurezza passiva attraverso la video sorveglianza, comunicando alla centrale operativa tutto quello che accade. Inoltre, sembra anche che, il prefetto abbia chiesto al Tavolo Massicci di sbloccare il turn over per i più giovani. <<Dobbiamo guardare avanti- ha sostenuto Zampogna- non occorre piangersi addosso, ringrazio l’ Amministrazione per la sensibilità manifestata in questa occasione. Mi auguro anche che la Croce Rossa collabori con il Pronto Soccorso, che dovrebbe essere il biglietto di visita per l’ ospedale dal momento che spesso, arrivano accessi inappropriati . L’aspetto prevalente è la salute del paziente; l’ospedale deve essere attrezzato anche con una nuova dotazione organica e con un’assistenza domiciliare integrata. Vigiliamo sul famoso decreto 106, avente per oggetto gli accorpamenti, gli organici e i posti letto>>.
A dispetto delle criticità presenti, <<Non credo- ha chiosato Imbalzano- che non ci sia nulla da fare, per questo propongo al sindaco Calabrese, di indire un Tavolo tecnico con i medici e i consiglieri regionali, per capire e valutare in toto l’emergenza, andando a stipulare insieme ai 42 Comuni del comprensorio il documento>>.
Senza troppi giri di parole, per il vicesindaco Raffaele Sainato, il vero problema ha un nome e cognome: trattasi del direttore dell’Asp n°5 Rosanna Squillaciti <<Una persona- ha dichiarato- che in tre anni non ha fatto nulla per la Locride; prima di indire un Tavolo tecnico bisogna rimuovere questa persona, stilando il documento. Dobbiamo avere il coraggio di farlo, altrimenti non c’è nessuna soluzione. L’ Asp deve al Comune più di cinque milioni di euro per l ‘idrico; anche per le spese rifiuti, è il Comune di Locri ad anticipare la somma. Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, è disposto a riceverci tra il 19 e il 23 di tale mese>>.
Per il presidente del Comitato dei Comuni della Locride, Giuseppe Strangio, prima di arrivare alla decisione di chiedere le dimissioni della Squillacioti, bisogna proseguire le attività di monitoraggio e di ascolto con medici e cittadini , cogliendo quello che non funziona <<Prima di arrivare ad una conclusione, riflettiamo su questa fase di ascolto.Una cosa è certa: nella Locride c’è la sensazione di una mancanza dell’ offerta sanitaria, solo se la Squillacioti non sarà in grado di rispondere alle nostre richieste per quello che concerne un “ospedale spoke”, si dimetta prima della fase di elaborazione del documento condiviso con tutti i Comuni>>.
<<Sapevamo- ha aggiunto Crinò – che con l’accorpamento, ne sarebbe derivato uno stato di deficit della sanità. La sanità è vitale, è la priorità sulla quale tutti dobbiamo lavorare; noi siamo obbligati a dare delle risposte e a dare una soluzione. La sanità ospedaliera dà risposte immediate se funziona bene la sanità sul territorio: per questo, bisognerebbe che ci fosse un servizio sanitario territoriale efficiente, così la gente eviterebbe di andare tutta al Pronto Soccorso e si eviterebbero i ricoveri impropri. La colpa non è della politica ma di chi gestisce la sanità. Il politico, nella fattispecie Scopelliti , se la Squillacioti non fa bene il suo dovere, è obbligato a sostituirla. C’è una burocrazia inadeguata per gestire la sanità. Propongo di obbligare la Squillacioti a venire almeno ogni quindici giorni a Locri, confrontandosi con sindacati, dirigenti e operatori sanitari>>.
Sulla mancata reperibilità dei medici e su un numero insufficiente di medici che vada a coprire il turno notturno, è invece intervenuta la dottoressa nonchè consigliere di minoranza Nadia Cautela, non dimenticando di integrare anche la questione dell’elisoccorso. Per illuminare infatti, la suddetta pista, basterebbero solo 20mila euro <<E’ la politica sanitaria che non funziona, pensa di investire chissà quanto denaro; a Locri occorrerebbe solo rendere fruibile l’illuminazione della pista>>.
Per il sindaco di Gerace e vicepresidente del comitato di rappresentanza della Asp di Reggio Calabria, Varacalli, se si fossero attuati dei buoni livelli di programmazione non si sarebbe arrivati a questo punto, tanto da chiedere ad Imbalzano di farsi portavoce aderendo alla prossima conferenza di programmazione.
CONCLUSIONI
Le conclusioni infine, al primo cittadino Giovanni Calabrese << Quanto discusso è stato un momento di confronto, ci sentiamo cittadini di questo territorio, senza alcun colore politico nè di destra o di sinistra. Il problema della sanità è serio e noi come amministratori dobbiamo fare qualcosa tutelando e rappresentando il territorio. Il grido di allarme deve partire da noi. Rosanna Squillacioti dopo tre anni, non ha ancora programmato una linea di di sviluppo per il territorio, perciò non ha le competenze giuste per continuare e questo contiamo di ribadirlo al governatore Scopelliti>>.