di Gianluca Albanese
LOCRI – Avrà luogo domattina, martedì 12 giugno alle 10,30, la proclamazione degli eletti al consiglio comunale di Locri a seguito delle consultazioni amministrative che hanno avuto luogo ieri.
Il presidente della sezione numero 1 Luigi Mollica, infatti, proclamerà il riconfermatissimo sindaco Giovanni Calabrese e i sedici consiglieri eletti: 11 alla maggioranza e 5 all’opposizione, decretando l’inizio ufficiale della nuova consiliatura.
Una consiliatura che, stando alle indicazioni espresse dal corpo elettorale, sarà nel segno della continuità, visto che i locresi hanno dato la massima fiducia agli assessori uscenti Raffaele Sainato, Anna Baldessarro, Anna Sofia, Giuseppe Fontana e, in particolar modo, al vice presidente del consiglio comunale Enzo Panetta, che ha preso 656 voti, 105 in più del presidente uscente Miki Maio.
Facile immaginare, quindi, una conferma in blocco dell’esecutivo uscente, con una sola variante, rappresentata dal posto libero lasciato dall’ex assessore Eva Cappuccio, che potrebbe andare a uno tra la fedelissima di Calabrese Domenica Bumbaca o allo stesso Panetta, a meno che Calabrese e Sainato vogliano affidare un incarico in giunta a Piero Leone, esperto e appassionato amministratore di lungo corso, eletto consigliere con 433 voti e pronto a spendersi h24 per il bene della comunità.
E se per il ruolo di presidente del civico consesso sarà un ballottaggio tra Maio ed Enzo Panetta, non rimane che immaginare quella che sarà la linea della maggioranza per il prossimo quinquennio.
Calabrese è al secondo mandato da sindaco, prima volta in assoluto nella storia di Locri, da sempre caratterizzata dalla logica dell’alternanza e dai continui e repentini cambi di casacca. Questa volta, invece, la compagine amministrativa ha saputo fare fronte alle importanti defezioni degli assessori Passafaro prima e Cappuccio poi, ottenendo, in pratica, lo stesso schiacciante successo elettorale del 2013.
Certo, il collante di questo gruppo è stato il patto di ferro tra Calabrese e Sainato, con quest’ultimo che scalpita per una candidatura alle prossime elezioni regionali che avranno luogo tra poco più di un anno, sotto il simbolo di Forza Italia e con la benedizione del neo eletto parlamentare Francesco Cannizzaro, vicinissimo all’amministrazione locrese.
In quest’ottica, Sainato, che già aveva tentato, senza riuscirci, la scalata a un seggio a palazzo Campanella in occasione delle Regionali del 2014 sotto le insegne del centrosinistra, sa che per avere maggiori chance di elezione dovrà cercare di aggregare il più possibile, evitando contrapposizioni sterili e puntando, semmai, a unire nel nome dell’esigenza, dai più condivisa, di avere un rappresentante di Locri e della Locride in consiglio regionale. E’ auspicabile, quindi, che sia lui, come forse ha sempre fatto, a dettare la linea dell’amministrazione appena eletta, specie se conserverà le pesantissime deleghe al Bilancio, al Personale e all’Ambiente. Da buon democristiano, infatti, Sainato quando vuole sa aggregare, e lo si evince anche dal discorso pacato e articolato con cui ha chiuso la campagna elettorale, spendendo parole di stima sia per i suoi alleati che per gli avversari in consiglio comunale che solo poche settimane fa, erano definiti dal sindaco Calabrese, col suo colorito linguaggio da buon populista che ama parlare alla pancia della gente “i nemici della città”.
Già, Giovanni Calabrese. Il quinquennio che lo attende non sarà dei più facili. Il larghissimo consenso ottenuto dai cittadini porta con sé un carico di aspettative fuori dal comune. E che, stante la condizione di dissesto, sarà difficile soddisfare in toto. A lui spetta il gravoso compito di concludere nel migliore dei modi questo decennio da sindaco eletto a furor di popolo.
Dalle nostre parti, si dice che i sindaci al secondo mandato perdano i freni inibitori, essendo consci che è la loro ultima occasione d’indossare la fascia tricolore. Non è un problema che lo riguarda, perchè per via del suo carattere istintivo, nonostante sia vicino al mezzo secolo d’età, Calabrese i freni inibitori non li ha mai avuti, come più volte gli abbiamo affettuosamente fatto rilevare.
Sappia, il sindaco Calabrese, che i cittadini si attendono risposte alle grandi esigenze cittadine, e non sparate ad alto effetto mediatico, o grandi adunate per tirarsi un po’ su il morale.
Un consiglio non richiesto e che potrebbe apparire superfluo, il nostro, perchè la sua campagna elettorale è stata condotta con toni quasi moderati, almeno per i suoi standard e perchè sa, in cuor suo, che il compito che lo attende non sarà una passeggiata.
A lui e a tutta la compagine amministrativa eletta con un voto plebiscitario va il nostro augurio di buon lavoro, perchè come ha detto don Fabrizio Cotardo nella messa di ieri pomeriggio in cattedrale “La politica è come la chiesa: c’è chi se ne serve per i propri scopi e chi la serve per il bene della comunità. Il mio augurio – ha concluso il brillante parroco pugliese al termine dell’omelia – è che chiunque vinca ponga al centro della sua azione amministrativa il bene comune”. Amen.