di Domenica Bumbaca
A qualcuno suonerà come nota stonata, altri criticheranno le affermazioni che alcuni referenti delle società sportive hanno rilasciato all’indomani dell’emergenza profughi allocati per una mattina al palazzetto dello Sport. Alle 5 di mattina, si cercano le chiavi del palasport. Suona il cellulare di uno dei responsabili di una squadra sportiva. Il Commissario di Locri, dottoressa Francesca Crea, presumibilmente, ha dato l’ok per aprire, giustamente, le porte del palasport di proprietà provinciale. Trasportati, dunque, i profughi, circa 70 ragazzi di nazionalità egiziana, libica e siriana, sugli spalti del palasport.
Volontariato della Croce rossa, Protezione Civile, forze dell’ordine; qualche biscotto, un po’ di latte, coperte. Mentre attendono di essere trasferiti, gli sfortunati, trascorreranno la mattina lì, cercando di riposare, mentre altri, già riflettevano sul loro destino e sul loro instancabile viaggio che li ha condotti su di un barcone, a Locri. Chissà cosa immagineranno del nostro territorio.
Premettendo la disponibilità, la solidarietà e lo spirito umanitario, scatta una domanda, forse, per alcuni “banale”, per altri di vitale importanza. Una volta sistemati i profughi e trovato loro un posto per dormire, al palasport di Locri, che, dopo due ore avrebbe dovuto accogliere le attività sportive dei bambini, chi avrebbe provveduto alle pulizie?
A caldo, scatta una risposta scontata: “ Con l’emergenza che c’è stata, con i problemi che ci sono, le attività sportive, sono superflue”. Vero. È pur vero, però, che, finita l’emergenza, scatta la responsabilità di chi avrebbe autorizzato l’allocazione dei clandestini e, dunque, successivamente, avrebbe dovuto provvedere a ripristinare il tutto.
Già il palasport non gode di ottime condizioni e seppur con tanta fatica e, ricordiamo, senza luce, che a quanto sembrerebbe, vista l’indifferenza della Provincia, essere stata staccata su richiesta dell’Ente, le società sportive, devono, almeno, poter concludere le loro attività che, non sono semplice gioco, ma sacrifici e dispendio economico, oltre a dover garantire alle famiglie dei bambini che frequentano il palasport, sicurezza e igiene.
A quanto sembra, a quasi due giorni, dallo sbarco, le responsabilità non li ha prese nessuno.
Da un colloquio tra il presidente Raffa, giunto a Locri proprio la mattina di giovedì, per altri impegni, e la commissaria Crea, sarebbe dovuto intervenire il Comune di Locri, qual sede dello sbarco e autore dell’ordinanza; mentre la perplessità della Crea sorgeva in quanto il palazzetto è della Provincia, e a parere suo, il Comune, oltre ad essere impossibilitato per carenza di personale, non sarebbe dovuto intervenire, pensando, forse, che già il Palasport aveva qualche convenzione stipulata dalla Provincia, ignorando, dunque, che le pulizie al palazzetto sono sempre state effettuate a spese delle società sportive. Sta di fatto che lo scarica barile ha preso il sopravvento e l’Ufficio Igiene dell’Asl, per una disinfestazione accurata, non ha messo piede in contrada Licino.
Il buon senso, ha condotto, evidentemente il Comune di Locri ad inviare una squadra di dipendenti ad effettuare una semplice e veloce pulizia sugli spalti. Qui scatta l’infuriata delle associazioni sportive, Eutimo basket (la più colpita, visto le attività svolte con i bambini), lo Sporting Locri e il Lokron calcio a 5 che, tornando al palasport, hanno trovato i bagni e gli spogliatoi in condizioni igieniche oltre il limite.
Il loro commento: “Rispettiamo tutti, soprattutto i meno fortunati, siamo vicini a questi giovani profughi e ci auguriamo che il territorio possa loro dar conforto, l’accoglienza è alla base di ogni cosa e siamo dalla parte di chi nell’emergenza ha dovuto prendere una decisione così affrettata quanto delicata. Ci aspettiamo, però, adesso, un po’ di rispetto anche per noi cittadini che, ogni giorno affrontiamo le nostre difficoltà con molto impegno e lo sport è indispensabile in un territorio come il nostro. Abbiamo lavorato duramente e abbiamo delle responsabilità verso molte famiglie. Adesso, oltre la beffa della Provincia con l’interruzione dell’energia elettrica, anche il danno. Siamo, praticamente fuori, in mezzo ad una strada, anzi sul lungomare a fare attività. Che qualcuno intervenga e soprattutto segnali la situazione d’emergenza igienico sanitaria. Il palasport è inutilizzabile ed è intollerabile vedere due Istituzioni come Comune e Provincia passivi di fronte a questa problematica”.