LOCRI – Lo avevano già anticipato nel loro comunicato, gli ex gruppi di minoranza Leali alla città, Città in Comune e Siamo Locri, quello che sarebbe stato l’argomento portante della conferenza stampa tenutesi questo pomeriggio nella sala conferenze dell’azienda Calabriamatik, ovvero l’approvazione del bilancio 2012, avvenuta 3 giorni fa. Un’approvazione che sembrava non potesse mai venirne a capo e che tanto ha fatto penare la vecchia amministrazione guidata dall’ex Primo Cittadino Pepè Lombardo, inducendo lui e tutti i componenti della Giunta (eccetto Leone e Galasso) a dimettersi. Ciascun rappresentante del proprio gruppo di appartenenza, non ha esitato neppure per un istante a riconoscere il merito di quanto è stato reso possibile, al Commissario Crea e al sub Commissario Putortì e sottolineando, come più volte espresso dalla stessa Crea, che questo è solo un punto di partenza e che l’arduo percorso del Comune di Locri sarà ancora lungo e non scevro da ostacoli. Ad aprire i lavori è stato Francesco Macrì, il quale fin da subito ha riconosciuto la serietà e l’impegno assunto da entrambi i Commissari per evitare il dissesto, un buon punto di partenza, in cui necessario sarà l’attuazione di un programma costruttivo che miri allo sviluppo della città. «Apprezzo – ha detto – il modo di lavorare dei dipendenti dimostrato ora, bisognerà far quadrare le risorse e rimettere a posto i conti con altre misure; dopo un anno e mezzo di disamministrazione, la città deve ricominciare, ha il potere per poterlo fare». Alfonso Passafaro, ha rimarcato la volontà di chiudere con il passato e ripartire dal nuovo, dando un’impronta diversa alla politica e dimostrando di avere coraggio per poterla intraprendere. «Il nuovo – ha commentato – deve essere fatto a porte aperte, l’importante è costruire qualcosa per la città e per il nostro comprensorio allo sbando, dobbiamo chiedere il bene per la città». Non sono mancati neppure i riferimenti agli ultimi Consigli Comunali, quando più volte alla vecchia Giunta, era stato puntualizzato di non voler accettare il dissesto e che attraverso l’adozione di alcune mosse strategiche (illustrate in quel periodo da Sainato) si potesse arrivare a ripristinare quanto meno un equilibrio della situazione economico-finanziaria. «Il mese di dicembre – ha detto Calabrese – sarà ricordato come il mese più importante della città per tanti fattori, in primis perchè è stato sventato il progetto politico messo in cantiere da Lombardo e poi per la vittoria contro Morgante che ha consentito all’Ente di risparmiare tre milioni di euro dai debiti fuori bilancio. Abbiamo poco gradito alcune interferenze del Segretario Generale Tresoldi, quando sosteneva l’impossibilità di fare il bilancio e di aderire alla richiesta per il fondo rotativo. Speriamo che la Crea revochi il suo incarico, noi qualora fossimo eletti lo faremo noi». L’ultima parola a Raffaele Sainato, il quale ha ripercorso in breve quelli che sono stati i 17 mesi di operato della Giunta Lombardo, partendo dalla delibera 48 in cui la Corte dei Conti chiedeva alla Giunta di applicare le misure correttive necessarie fino ad arrivare all’approvazione del bilancio consuntivo 2011 e bilancio di previsone 2012 di questi ultimo giorni. Sulla rimodulazione dell’organico, Sainato ha perfettamente chiarito che in base al rapporto numerico i dipendenti sono 104 e non 125, questo alla luce dei 42 dipendenti part-time, per cui nessun rischio di mobilità per loro. «Cercheremo di dare dare rigore alla città con l’aiuto dei cittadini, ma anche lo sviluppo che merita attraverso Regione, Provincia e Regione, non lasceremo morire la città, troveremo formule per rilanciarla». Al termine della conferenza Sainato si lascia scappare quello che sarà il primo punto del loro programma: «rimuovere il responsabile dell’area urbanistica». Insomma, c’è fermento in attesa delle prossime amministrative ed i candidati stanno già lavorando per creare condizioni ottimali e riprendere un percorso amministrativo importante, con il contributo di tutta la cittadinanza.
FRANCESCA CUSUMANO
IL CORSIVO
«Mister tamburino, non ho voglia di scherzare, rimettiamoci la maglia: i tempi stanno per cambiare». L’incipit della celeberrima “Bandiera bianca” di Franco Battiato sarebbe la colonna sonora ideale della conferenza stampa odierna del centrodestra locrese. Nessun trionfalismo per la condotta dei commissari Crea e Putortì grazie alla quale si sta evitando il dissesto dell’Ente, solo gratitudine nei loro confronti. Nessuna voglia di stupire l’elettorato che sarà chiamato al voto tra un paio di mesi con effetti speciali. Anche la proverbiale ironia dei suoi uomini di punta non è più feroce e ricorrente come un tempo, divenendo sfumata e centellinata. Il centrodestra locrese che affronta la campagna elettorale con una vittoria che appare preannunciata (non foss’altro che per il dato elettorale del 2011 che dice chiaramente che la somma aritmetica dei consensi attribuiti alle liste di SìAmo Locri, Città in Comune e Leali alla città è maggioranza nel paese) sembra conscio dei tempi duri che attendono la città almeno per i prossimi dieci anni. E allora, al netto dei contenuti esposti stasera, quasi completamente incentrati sull’approvazione del bilancio di previsione e su quelli che i cinque dell’ex minoranza consiliare definiscono “i suggerimenti dati all’allora amministrazione comunale che non li ha mai tenuti in considerazione”, qualche linea guida e priorità programmatica che costituirà l’azione del prossimo governo cittadino (ovviamente in caso di vittoria della costituenda lista unitaria) è emersa. Secondo Calabrese, Capogreco, Macrì, Passafaro e Sainato, infatti, c’è bisogno di indicazioni chiare e nette da mettere in atto subito in caso di vittoria, anche prima della composizione di quella che sarà l’eventuale giunta. E allora si comincerebbe, sempre in caso di vittoria, con un massiccio spoil system di quelle figure apicali della macchina burocratica che i cinque ritengono fondamentali. Si punta allo sviluppo urbanistico della città che passi dalla lotta all’abusivismo pur non indicando sin da ora se si proseguirà con l’iter per la redazione del Piano Strutturale Associato o si virerà verso un Piano Strutturale Comunale? E allora via, subito, il responsabile dell’area Urbanistica del Comune, ovvero l’architetto Giovanni Macrì «da rimuovere», è stato detto stasera, alla stregua di un ostacolo, anche per cercare di arrivare ad avere il Piano Spiaggia prima della prossima stagione estiva. Subito dopo, secondo le intenzioni del centrodestra cittadino, l’altra testa destinata a saltare è quella del segretario comunale Arturo Tresoldi. Ma l’onda anomala dello spoil system che il “pentavirato” ha in mente colpirebbe anche l’area Finanziaria e quella della Polizia Locale. Quasi uno tsunami. Ovviamente non si è parlato solo di questo. Nei prossimi due lustri in cui il Comune non potrà spendere praticamente nulla al di fuori di quello che serve per erogare i servizi essenziali, si punta tutto sui buoni rapporti con la Regione e la Provincia. Già, perchè la sfida dei cinque è proprio questa: creare sviluppo in un contesto di assoluto rigore, e per fare questo bisogna fare le cose a Locri ma coi soldi degli altri Enti. Molte le sfumature colte tra i vari interventi. I giudizi più tranchant sono quelli di Macrì che vuole pure «Riportare Locri al centro del comprensorio facendola crescere di nuovo in modo tale che non sia più preda di colonizzatori politici venuti da Reggio e Catanzaro» e di Passafaro che punta tutto sulla sua storia di imprenditore, di “uomo del fare” da applicare anche in una futura esperienza amministrativa. Sainato è, come sempre, il più tecnico dei politici e snocciola dati di bilancio, innovazioni normative e tranquillizza i famosi 42 ex Lsu-Lpu stabilizzati quando era assessore al ramo: «Voglio ricordare – ha detto – che sono tutti part time e quindi non rischiano di essere messi in mobilità, perchè nel sommare il numero totale dei dipendenti che deve rispettare la media di uno ogni centocinquantasei dipendenti ognuno di loro non vale “uno” ma “mezzo”, e quindi non si va oltre la soglia massima», mentre Calabrese continua il suo personalissimo corso di moderazione, allontanandosi sempre di più da certi eccessi che caratterizzarono la sua condotta da consigliere di opposizione. Intanto, nessuno promette mari e monti, se non il proprio impegno massimale, e questa è già una cosa. Certo, al di là delle promesse di fare cadere qualche testa che conta all’interno del palazzo di Città, ci vuole pure un programma completo e organico, capace di sintetizzare al meglio le tre proposte di governo della città presentate separatamente nel 2011 e attualizzate dopo l’anno e mezzo tra i più travagliati della storia cittadina. Quando verrà lo valuteremo. Noi, ma soprattutto gli elettori.
GIANLUCA ALBANESE