di Francesca Cusumano
LOCRI- Dopo l’ormai famosa lettera provocatoria a firma del sindaco Giovanni Calabrese indirizzata a Gesù Cristo che tanto clamore ha suscitato nei media locali e nazionali, in cui il primo cittadino ne invocava l’aiuto per risolvere “l’atavica problematica che affligge la Citta”, denunciando le inefficienze della macchina comunale nonchè il fenomeno dell’assenteismo di una parte dei dipendenti comunali, continua ad essere molto pesante l’aria che si respira a Palazzo di Città riguardo alla gestione del personale.
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Eppure qualche giorno fa, la nostra testata aveva riportato il caso di una dipendente dell’ufficio ragioneria tornata al proprio posto dopo un iniziale cambio di ufficio.
Questa volta, destinatario di un procedimento disciplinare è l’agente di Polizia Locale M.T.Z., sul quale pende una contestazione di addebito relativa ad una presunta segnalazione di assenza non autorizzata dal servizio, contestata dal proprio avvocato al Comune di Locri.
Ma è bene ricostruire l’intera vicenda.
E’ il 19 ottobre dello scorso anno, quando l’agente protocolla una richiesta di permesso per motivi personali, improvvisamente sopraggiunti, al superiore gerarchico in quel momento in servizio, il maresciallo E.L. (assente per riposo il comandante f.f.), anticipando di un’ora l’orario di uscita, ovvero alle 12,35. Da lì, il 24 ottobre, il responsabile Affari Generali Carmelo Barresi, notifica su imput del comandante f.f. della Polizia Locale Giuseppe Larosa, tale procedimento disciplinare. Nella sua nota protocollata il 21 ottobre, è sempre Barresi ad evidenziare che l’assenza di M.T.Z., “non autorizzata preventivamente da nessuno dei suoi superiori” qualora non adeguatamente giustificata, avrebbe esposto la stessa ad eventuali sanzioni disciplinari, invitandola a fornire giustificazioni entro tre giorni dalla data di notifica.
Tale comunicazione viene redatta, dunque, sulla scorta di una segnalazione del comandante f.f della Polizia Municipale Larosa allo stesso Barresi, necessaria per l’avvio del procedimento, in cui il comandante riportava che da una verifica effettuata il 21 ottobre, era stato accertato che sul registro delle presenze del personale la dipendente M.T.Z. alle 12,35 si assentava dal servizio “senza comunicare, neanche telefonicamente, nè a lui nè allo stesso Barresi”,che tra l’altro, è responsabile del servizio di vigilanza.
Entro i tre giorni concessi dalla procedura, l’agente chiede perciò l’accesso agli atti come da legge 241/90, in merito alla “presunta segnalazione di assenza non autorizzata dal servizio” contestatale. E il 18 novembre replica alla nota di Barresi, precisando che per l’uscita anticipata dal lavoro (alle 12,35) per “improrogabili esigenze familiari”, aveva provveduto a formulare un’istanza scritta di un permesso breve per il tempo di un’ora debitamente protocollato e che trattandosi di una giornata domenicale, con tutti gli uffici comunali chiusi, alcun obbligo di comunicazione “incombe in capo all’operatore quando il responsabile del settore ovvero il responsabile del corpo, non si trovano regolarmente in servizio”.
M.T.Z. infatti, quel giorno prestava servizio con un diretto superiore gerarchico, maresciallo e responsabile dell’ufficio contravvenzioni.
Nonostante, però, la normativa preveda che debbano essere concessi 10 giorni al dipendente per approntare delle memorie scritte, il segretario generale Scuglia, convoca l’agente per il procedimento disciplinare a suo carico, per lunedì scorso 12 gennaio alle 11 (convocazione notificata solo il pomeriggio del 7 gennaio), dopo una precedente convocazione non andata a buon fine per assenza per malattia dell’agente.
In aggiunta, dal verbale di riunione, apprendiamo che i componenti della commissione disciplinare erano Caterina Romeo, Mario Monteleone e Carmelo Barresi. Ad assistere M.T.Z., il legale Laura Trichilo, mentre tra i presenti c’era anche Rocco Prestia, segretario provinciale del sindacato di categoria DICAPP-SULPM.
In quella sede, è l’avvocato Laura Trichilo, a tutela del proprio assistito M.T.Z., a chiedere che la propria memoria difensiva faccia parte integrale del verbale in questione, memoria dalla quale emerge che “sussistono dei vizi formali e sostanziali che inficiano la validità del procedimento disciplinare” e che dal verbale datato 19 ottobre (giorno in cui M.T.Z. avrebbe lasciato il posto di lavoro “senza autorizzazione”), si coglierebbero “delle anomalie negli orari di entrata e uscita dei vigili in servizio”.
Pertanto, in quella sede è stato chiesto che il Comune “adotti tutti i provvedimenti necessari a garantire trasparenza, imparzialità, equità e buon andamento della P.A.”; mentre è Rocco Prestia a domandare che venga evidenziato l’oggetto della contestazione e la correlazione esistente tra la stessa e la norma di legge o il regolamento violato da parte della dipendente M.T.Z, il cui legale ha poi chiesto che dal momento di chiusura del verbale, non venga acquisita nè eventuale documentazione nè memoria successiva inerente al procedimento, riservandosi in caso contrario, d’intraprendere una conseguente azione giudiziaria per la tutela dei diritti del proprio assistito, «che – scrive l’avvocato Trichilo – il 19 ottobre (data a cui si riferisce la contestazione), era in servizio con un suo superiore di grado e dunque, non essendoci altro ufficiale in servizio nè superiore amministrativo (perchè domenica), era l’unico titolato a porre diniego all’uscita anticipata dal servizio, richiesta con atto scritto e protocollato». Motivazioni queste, espresse nella memoria difensiva dall’avvocato Trichilo che ha inteso contestare la nullità formale e sostanziale del citato provvedimento.
Non ci resta che attendere ulteriori sviluppi, in attesa di conoscere quale sarà l’esito del procedimento disciplinare.