di Gianluca Albanese
LOCRI – Sabato scorso abbiamo pubblicato un articolo di lancio del consiglio comunale convocato per giovedì 25 per discutere del difficile rapporto tra amministrazione comunale e dipendenti, menzionando pure un episodio accaduto lo scorso 17 settembre all’interno del palazzo di città. Oggi, il figlio della dipendente comunale che ha accusato un malore tanto da rendere necessario l’intervento di un’ambulanza ha scritto a Lente Locale la sua verità sull’accaduto.
{loadposition articolointerno, rounded}
“…mai ed in nessun modo – ha scritto – il sottoscritto ha “apostrofato” il Sindaco di Locri né mai ed in alcun modo lo ha “strattonato per un braccio alla presenza del Comandante della polizia locale””.
“La dipendente cui si fa riferimento nell’articolo – e’ scritto nella lettera – e’ la madre di chi scrive che, tecnicamente parlando, più che soffrire un “disagio” è vittima di “atti vessatori e mobbing sul luogo di lavoro” che le hanno causato gravi disturbi psico-fisici, (così come refertato ed accertato da medici dell’ASP di Reggio Calabria, da cui è in cura da parecchio tempo) che non sono conseguenza, solo, “…di un cambio di settore di attività…”, ma frutto di una lunga serie di atti che dura da oltre un anno e la cui esposizione mediatica di certo non contribuisce ad alleviare. Per tale ragione la scelta della dipendente in questione e della sua famiglia, consigliata dal personale sanitario, è quella di mantenere il più rigoroso riserbo al fine di ristabilire livelli ottimali di serenità e tranquillità. Si deve registrare a riguardo, che persone allo stato non note alla famiglia, hanno divulgato ad organi di stampa (non è il caso di Codesta testata giornalistica), dati altamente sensibili riguardanti la dipendente, che potevano provenire solo dagli Uffici Comunali, con palese violazione delle norme a tutela della privacy. Riguardo l’episodio, ultimo, del malore occorso alla dipendente in data 17.09.2014 mentre si trovava sul luogo di lavoro, si precisa, che il sottoscritto quando è giunto negli uffici comunali ha appreso che la madre da oltre 90 minuti versava in una profonda crisi di panico, pianto e tremore diffuso culminati con uno svenimento e perdita di conoscenza e nessuno dell’Amministrazione aveva provveduto a chiamare i soccorsi, cosa che ha provveduto a fare il sottoscritto. In tali frangenti, solo l’Assessore Avv. Anna Sofia, tra gli organi politici, si è interessata delle condizioni di salute della dipendente.
Desterà certamente curiosità – prosegue la richiesta di rettifica giunta alla nostra redazione – in chi legge apprendere che il Sindaco, di fronte al quadro clinico descritto, dallo stesso personalmente riscontrato, ha ritenuto opportuno e necessario chiamare i Carabinieri della locale Stazione e non anche il servizio118″.
“…grande – conclude la lettera del cittadino che ha chiesto (e ottenuto) di non diffondere il proprio nome – e’ stata la manifestazione di solidarietà e l’affetto dimostrati alla dipendente ed al sottoscritto da moltissimi dipendenti comunali che hanno letteralmente invaso i corridoi e la stanza dove la stessa giaceva in attesa di soccorsi e che non hanno esitato di fornire le proprie generalità ai Carabinieri intervenuti, dimostrandosi pronti a testimoniare il reale evolversi dei fatti accaduti. A tutti loro va il ringraziamento personale e quello della mia famiglia”.
leggi anche: