DI SEGUITO LA NOTA DELL’UFFICIO STAMPA DEL COMUNE DI LOCRI:
Il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, continua a guardare con attenzione a tutte quelle problematiche che attanagliano l’amministrazione pubblica e che la rendono inefficiente, ma anche in difficoltà economica per via di alcune procedure contorte che ne paralizzano il corretto operato, proprio da parte di chi ne dovrebbe garantire il corretto funzionamento.
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Così come nel caso dei mancati rimborsi da parte dello Stato all’Amministrazione locrese per le spese sostenute dalle casse comunali per il settore Giustizia. Questa volta il sindaco scrive e si rivolge al presidente del Consiglio di Ministri, Matteo Renzi, al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, al presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, al presidente del Senato della Repubblica, Pietro Grasso, nonché ai rispettivi presidenti della Commissione Giustizia sia della Camera che del Senato.
L’Amministrazione locrese, attraverso le proprie casse, deve sostenere l’apparato burocratico di altri Enti che ricadano nel territorio comunale, e a servizio di tutti i comuni dell’hinterland, con la “promessa” di un rimborso da parte dello Stato, così come previsto dalla Normativa italiana. E per le sole spese giudiziarie, il Comune di Locri avanza un credito con lo Stato addirittura dal 2011, e, ovviamente, anni successivi. Una situazione insostenibile per le casse del Comune locrese, che si trova ad affrontare quotidianamente anche le problematiche legate alla gestione degli interventi in Città, a servizio dei propri cittadini. Ancora maggiore è il peso, se si considera la fase di predissesto in cui versa l’Ente locrese, in attesa dell’esito sul Piano di Riequilibrio da parte della Corte dei Conti.
Per questo motivo il sindaco di Locri chiede la giusta attenzione da parte del Governo, nel sanare queste posizioni, e che affligge il mondo delle Autonomie Locali “alla luce delle riforme che il Governo sta varando nell’ambito della Pubblica Amministrazione”.
A tal proposito si legge nel testo del documento inviato, della “necessità di trasferire allo Stato gli oneri che oggi spettano ai Comuni per il mantenimento degli uffici giudiziari con l’abrogazione della legge 392 del 1941, corrispondendo i crediti maturati dai Comuni per spese di competenza statale, come nel caso di mantenimento degli uffici giudiziari”.
“Oggi non solo non vi è restituzione ma, addirittura, quelle spese – continua il sindaco – entrano nel computo del Patto di Stabilità.
Ritengo, altresì, che tale situazione non sia più compatibile con la riforma del Titolo V della Costituzione, cd “federalismo”. Infatti sul sistema delle Autonomie vengono ad essere riversati oneri relativi a funzioni appartenenti allo Stato quale quello della Giustizia.
Nel caso specifico del Comune da me amministrato siamo ancora in attesa dei rimborsi relativi all’anno 2011 e successivi, mentre per il medesimo periodo si è dovuto procedere ai relativi pagamenti. Lo Stato inoltre rimborsa quanto e quando vuole senza alcuna certezza per i fondi rimborsati.
In conclusione i cittadini della mia Città devono sostenere spese per servizi che vengono ad essere erogati anche ad altre Comunità senza che vi sia alcun contributo al riguardo da parte dei Comuni appartenenti al medesimo distretto giudiziario.”