(ph. Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- L’atavico problema della mobilità calabrese è stato il tema conduttore affrontato questo pomeriggio nell’incontro tenutosi nella sala consiliare di Palazzo di Città, un sistema quello dei trasporti calabrese che, da diversi anni, si traduce in un fattore negativo incidendo notevolmente sul fronte della mobilità passeggeri che, per il comprensorio locrideo, tende a tradursi in un evidente gap infrastrutturale.
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Uno stato di precarietà che da meridionalista, il sottosegretario di Stato ai Trasporti e alle Infrastrutture al Governo Renzi, Umberto Del Basso De Caro, tra i partecipanti alla conferenza, non ha negato di conoscere e di confrontarsi da parecchi anni.
Ma andiamo con ordine.
Ad introdurre i lavori, il segretario del circolo cittadino Giuseppe Fortugno che, nel constatare il quadro di isolamento in cui negli ultimi tempi la Locride è via via scivolata, per problematicità strutturali di ogni genere, ha evidenziato come parlare di trasporti significhi discutere di una terra ferma a circa 40 anni fa e di come un semplice spostamento finisca col diventare un’impresa, un vero paradosso per una realtà che dovrebbe far morire la mobilità in un’ottica di sviluppo legato al turismo <<La presenza di Del Basso De Caro- ha detto- testimonia in maniera tangibile l’attenzione verso le problematiche della Locride. La Locride è tagliata dalla direttrice dei trasporti, è considerata da Trenitalia un ramo secco come l’A3>>.
Di 106 ne ha parlato il consigliere comunale democrat Pino Mammoliti, chiedendone la piena funzionalità <<La 106- ha esordito- è il più vivo reato, c’è una Calabria che ha scarse capacità di difesa. Crediamo che il premier Renzi non vada ad esaurirsi con la rimozione di Mauro Moretti dal ruolo di amministrato delegato di Ferrovie dello Stato ma chiediamo uno sforzo semplice, ovvero, che venga garantita la funzionalità della 106 in maniera immediata. La Locride ha voglia di sprigionare questa forza di dignità, la questione della Locride è una risorsa per il Paese>>.
Ad illustrare il documento (consegnato a Del Basso De Caro) che ha analizzato la situazione di isolamento che attanaglia il comprensorio della Locride, Alessandro Archinà, membro del direttivo del circolo di Siderno e della direzione provinciale. Un documento cui è stato il circolo di Siderno a coordinare i lavori di stesura e a raccogliere i contributi dei numerosi circoli locali e degli esperti in materia di trasporti, infrastrutture e mobilità<<La situazione del trasporto nella provincia di Reggio Calabria e del comprensorio della Locride- ha spiegato- necessita di interventi mirati e urgenti. Troppe volte, abbiamo visto sfumare i finanziamenti relativi ai trasporti, come i fondi FAS. La possibilità di acceder ai fondi della nuova programmazione Europea 2014-2020, è una grande opportunità da non lasciar scappare. I dati su l’incidentalità stradale non sono più accettabili, per cui occorre porre con urgenza e sicurezza il tracciato della SS 106 Jonica. Abbiamo bisogno di risposte precise, soprattutto di fatti, siamo stanchi delle solite passerelle>>.
Più attenzione per il Meridione, è stato quanto auspicato dal consigliere regionale Demetrio Naccari Carlizzi e gli onorevoli Battaglia e Enza Bruno Bossio, membro della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati <<Non vogliamo più essere marginalizzati- ha chiosato- essere considerati dei parassiti, se ci ritroviamo in questa situazione è perché le aziende pubbliche del Mezzogiorno hanno scelto una linea di abbandono. Non è un problema di soldi, si tratta di meccanismi inceppati>>.
Di diritto alla mobilità e alle infrastrutture è intervenuto il segretario provinciale Seby Romeo, con la promessa di un prossimo appuntamento con il sottosegretario entro sei mesi.
Conclusioni quindi, a Del Basso De Caro<<La vostra –ha sostenuto- è una politica concreta, fatta di esigenze, non è la politica urlata, gli spot che parlano alla gente. Se la SS106 venisse completata, rappresenterà la più grande opera pubblica. Lo Stato su una dotazione di tredici miliardi, ne ha speso solo due. Sulle grandi cose abbiamo il dovere di sperare e di vedere alla fine del tunnel qualche luce accesa, un tunnel che stiamo percorrendo da anni. Dobbiamo dimostrare che il Sud non è “straccione” come descritto dallo storico Salvemini, il Sud deve rialzare la testa senza assumere un atteggiamento remissivo e pietistico. Dobbiamo vigilare sui fondi di coesione 2014-20120, non solo non si riesce ad impegnare le risorse ma neppure a spenderle. Avverto la responsabilità di seguire le rivendicazioni del territorio meridionale e per dirla con una citazione dell’Enrico V di Shakespeare, “Siamo pronti perché i nostri cuori ora sono pronti”>>.