LOCRI – Si sarebbe dovuto discutere solo delle problematiche del personale dell’Ente, evidenziate durante un’assemblea dello scorso mese di settembre, ma la mattina del 31 ottobre, termine ultimo per l’approvazione del bilancio di previsione, era inevitabile parlare del mancato inserimento della discussione sul documento contabile nell’ordine del giorno della seduta. E così, poco dopo le 9,15 Calabrese ha rotto gli indugi, chiedendo conto di tutto ciò al sindaco che ha soltanto confermato quanto già si sapeva: è impossibile approvare in pareggio il bilancio di previsione 2012 con i dati in possesso del Servizio finanziario del Comune. Una drammatica certezza che conferma quanto detto e scritto nei giorni precedenti, e così, il primo cittadino Lombardo ha detto che nel pomeriggio la maggioranza si sarebbe riunita «Per prendere una decisione – ha detto il sindaco – che vada esclusivamente nell’interesse della città e dei locresi, e non nell’interesse degli amministratori». E se, come spiegato, l’alternativa è tra la dichiarazione di dissesto e le dimissioni dell’esecutivo, il futuro dell’Ente è più plumbeo del cielo di oggi, già prodigo di pioggia. Dopo l’invito del presidente Cavo ad attenersi agli argomenti all’ordine del giorno, è iniziato il fuoco di fila degli interventi dell’opposizione, che nel frattempo ha mandato via e-mail una lettera al prefetto di Reggio Calabria Piscitelli, il cui contenuto è riassunto nella seguente nota. «Scaduto – esordisce il comunicato – il termine per l’approvazione del Bilancio di Previsione 2012: il Comune di Locri non convoca il Consiglio e si avvia verso lo scioglimento anticipato della legislatura. A tal proposito, i Gruppi di Opposizione della Città di Locri, preso atto che in data odierna non è stata predisposta la convocazione del Consiglio Comunale per l’approvazione del Bilancio di Previsione per come previsto dalla normativa vigente ha ritenuto di informare immediatamente – con nota trasmessa per posta elettronica – il Prefetto di Reggio Calabria affinchè intervenga ed avvii quanto previsto dalla normativa in materia. Infine si prende atto del grave comportamento del Sindaco e della maggioranza di centro sinistra che ormai in evidente stato di confusione politica non è stata in grado di affrontare i gravi problemi della città. I gruppi di opposizione auspicano le immediate dimissioni del Sindaco Lombardo ed il ritorno alle urne evitando così la dichiarazione di dissesto finanziario che rappresenta la definitiva morte della città di Locri».
Cose già dette e sentite, queste, ma suffragate dalla scadenza dei termini per l’approvazione in pareggio del documento contabile. Nel suo intervento durato più di un’ora Raffaele Sainato ha parlato a braccio, snocciolando tutta una serie di dati, discutendo sulla dichiarazione del sindaco resa nel Consiglio precedente tesa a evidenziare come non ci sarebbero figure dirigenziali nella pianta organica comunale, alla mancata approvazione del Consuntivo 2011 come chiesto dalla Corte dei Conti e al futuro nebuloso di parte del personale dell’Ente. «I vostri quindici mesi di amministrazione – ha detto – verranno ricordati per le irregolarità commesse. Col dissesto molti dipendenti andranno in mobilità, e visto che questa è bloccata perchè non ci sono posti liberi, la gente verrà messa in strada. Questa saranno le conseguenze sociali del dissesto imminente», contestando pure il fatto che il sindaco abbia voluto tenere per sè la delega al Personale, invece che affidarla all’assessore al Bilancio Gelonese. Macrì ha stigmatizzato l’assenza in Consiglio dei segretari provinciali dei sindacati dei lavoratori, ponendo un problema di rappresentatività degli iscritti, mentre Passafaro ha evidenziato come «La mancanza di personale causerà ancora maggiori difficoltà nel disbrigo del lavoro amministrativo dell’Ente». Per la maggioranza ha parlato Alberto Brugnano, che ha controbattuto dicendo che «Sul personale la giunta comunale ha adottato un atto che mi sembra in linea con i dettami della Cervellini, che dice che c’è stato un utilizzo del salario accessorio non corretto, così come evidenzia assunzioni non opportune fatte dalla precedente amministrazione. Su questa scia avremmo anche sbagliato, ma non possiamo essere tacciati di aver aumentato la spesa del personale. Mi corre l’obbligo di ringraziare dipendenti e capi area per il lavoro fatto, anche se c’è una diffusa inadeguatezza del personale. Non esiste la possibilità di fare leva sul malcontento dei dipendenti per una coda della campagna elettorale». E proprio la presunta «diffusa inadeguatezza» del personale comunale è stata al centro della piccata replica di Francesco Macrì alla quale ha fatto seguito l’intervento di Calabrese.
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Piero Leone, dal canto suo, ha mostrato ancora una volta il suo spirito indipendente, sottolineando che «Tutti parlano dei diritti del personale ma nessuno accenna ai loro doveri. Il mostro dell’inefficienza è stato sostenuto per molti anni da oscuri personaggi per la loro politica clientelare. I dipendenti sono di tre categorie: i “giostrai” (che fanno girare la giostra con la complicità del politico di turno), i “parassiti” (che criticano e basta senza lavorare), i lavoratori (che non vengono però messi in condizione di rendere al meglio nonostante la buona volontà). Troppe “rendite di posizione” tra il personale dell’Ente». Il sindaco, prima delle conclusioni, ha confermato la bontà delle delibere prese a proposito di tutti quegli istituti contrattuali che non sono stati corrisposti ai dipendenti, in forza di una recente normativa e ha confermato le consuete perplessità sul rendimento di parecchi lavoratori «più volte richiamati – ha detto – a fare il proprio dovere, ma evidentemente non hanno compreso – ha aggiunto – la gravissima situazione in atto». Dicevamo delle conclusioni. Dopo aver premesso che «Il segretario Tresoldi oggi comunicherà al prefetto l’impossibilità di approvare il bilancio di previsione in pareggio» si è congedato con una frase che suona come un sinistro presagio: «Piuttosto che farmi mandare a casa dal prefetto, preferirei dimettermi».
GIANLUCA ALBANESE