di Redazione
LOCRI- L’ Accademia Bonifaciana di Anagni, l’ordine di Malta Cisom di Soverato e i cavalieri di Maria Santissima della Mercede, delegazione commenda di San Luca, RC, in occasione del Natale hanno offerto ai bambini di età compresa 0/10 anni, figli delle persone detenute, dei peluche e delle bambole, che saranno distribuiti in occasione dei colloqui durante le festività natalizie.
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L’iniziativa, dal titolo “Regala un sorriso” è stata ben accolta dal Direttore dell’Istituto dott.ssa Patrizia Delfino e dal Comandante del Reparto dott. Domenico Paino, in quanto segno di grande attenzione verso il mondo penitenziario e sensibilità nei confronti delle persone detenute.
Infatti il piccolo gesto sicuramente è di grande aiuto e sostegno psicologico proprio in questo periodo di festa .
L’occasione, inoltre, funge da conferma della voluta apertura del carcere verso il mondo esterno; apertura che consenta un diverso approccio della comunità esterna alle problematiche del mondo penitenziario capace di esaltare i positivi effetti delle efficaci sinergie tra volontariato, società civile.
Tutto ciò si inquadra nell’ambito della politica penitenziaria i cui obiettivi di carattere generale sono essenzialmente quello di garantire la sicurezza e di creare migliori condizioni di vita per i detenuti all’interno degli istituti, di rafforzare il collegamento operativo fra carcere e territorio.
L’art. 27 della Costituzione ci dice che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato e non deve essere contraria al senso di umanità; il carcere dunque non ha solo un ruolo custodiale e meramente afflittivo ma soprattutto rieducativo e di attenzione per l’uomo.
In tal senso l’Amministrazione Penitenziaria intende porsi, con il contributo responsabile della Società civile, in una nuova prospettiva di rinnovato impegno sociale, quello di intervenire sui bisogni dello spirito, senza per questo rinunciare al dovere Istituzionale, di garantire la sicurezza dei cittadini ed il rispetto dello Stato e delle sue Leggi.
Presenti all’iniziatia il delegato della Regione Calabria dell’accademia Bonifaciana cav. illustre signore,Domenico Lizzi, il segretario della delegazione regionale il cav. illustre Signore Ferdinando Piccolo e il delegato della Provincia di Reggio Calabria, cav. illustre signore Sebastiano Nirta, delegato anche della commenda dei cavalieri di Maria Santissima della Mercede di San Luca, RC.
La nascita dell’Associazione Culturale Onlus denominata “Accademia Bonifaciana”, che ha sede presso il Palazzo Papale di Bonifacio VIII, per gentile concessione della Congregazione delle Suore Cistercensi della Carità, che in quella sede hanno la Casa Generalizia ed il Premio Nazionale ed Internazionale “Bonifacio VIII” coincidono con il settecentesimo anniversario del famoso episodio, passato alla storia, come “Lo schiaffo di Anagni”, (7 settembre 1303) aventi come protagonisti il Pontefice anagnino Bonifacio VIII, ideatore del Primo Anno Santo della storia della Chiesa (1300) e della morte dello stesso Papa (11ottobre 1303).
Gli eventi del lontano 1303, dallo “schiaffo di Anagni” alla morte del Pontefice Anagnino verificatasi l’11 ottobre di quell’anno, sono divenuti l’occasione a distanza di sette secoli, per realizzare un progetto unico nel suo genere.
Il Premio Bonifacio VIII, ha come scopo fondamentale quello di promuovere i valori della pace e della convivenza tra i popoli, secondo l’esempio della perdonanza bonifaciana e in considerazione del fatto che Papa Bonifacio VIII ha donato all’umanità, con il primo Giubileo del 1300, un’occasione straordinaria di riflessione spirituale e di conciliazione.
È su questi fondamenti che l’Accademia, fondata e presieduta dal cav. dott. Sante De Angelis, Postulatore delle Cause dei Santi in Vaticano e Giornalista nativo e residente ad Anagni, cuore della Ciociaria, ha ritenuto importante riconoscere e premiare l’impegno ed il valore assoluto di quelle figure che hanno tracciato la storia dei nostri tempi.
Per quanto riguarda l’ordine di Maria Santissima della Mercede l‘ordine è sorto per la redenzione degli schiavi cristiani dei musulmani: i religiosi, oltre ai tre voti di povertà, obbedienza e castità, emettono un quarto voto di redenzione, mediante il quale si impegnano a sostituire con la loro persona i prigionieri in pericolo di rinnegare la fede.
Si stima che il numero dei cristiani riscattati dai mercedari nel corso dei secoli sia di circa 100.000: i religiosi effettuarono la loro ultima “redenzione” nel 1798, quando riscattarono a Tunisi 830 prigionieri catturati dai pirati a Carloforte, in Sardegna.
Pur conservando il primitivo scopo della redenzione, dopo la scomparsa della schiavitù, nel XIX secolo l’ordine si è votato alle missioni e all’istruzione della gioventù.
Dopo il concilio Vaticano II si è celebrato un capitolo generale speciale per l’aggiornamento delle costituzioni che ha stabilito che l’ordine doveva lottare contro le nuove forme di schiavitù di carattere sociale politico e psicologico.
L’ordine ha quindi esteso il suo apostolato ai detenuti, agli ex detenuti, ai loro familiari e all’aiuto ai cristiani perseguitati o oppressi per motivi religiosi.