Martedì 11 giugno si aprirà a Locri il processo a Mimmo Lucano e altre 26 persone.
L’accusa, a vario titolo, è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e abuso d’ufficio.
Un processo, questo, che rappresenta l’ultima tappa di un percorso, iniziato qualche anno fa, teso a demolire e demonizzare il “modello Riace”, la particolare esperienza di accoglienza e integrazione a profughi e migranti che ha reso il piccolo borgo calabrese famoso in tutto il mondo.
Ma se è normale che le istituzioni preposte controllino le regolari procedure per la gestione dei fondi pubblici – e nel caso di irregolarità si comportino di conseguenza – quello che è anormale in questa vicenda sono le modalità con cui si è sviluppata e diffusa: le relazioni negative della Prefettura sono arrivate direttamente a quotidiani nazionali e gruppi fascisti, mentre le relazioni positive sono state tenute al contrario assolutamente riservate; “non notizie” sono state diffuse a orologeria persino nel pieno della campagna elettorale per creare solo scalpore; per non parlare dello stesso rinvio a giudizio davanti al Tribunale di Locri, arrivato dopo che le diverse accuse a Mimmo erano già state stroncate, dal gip prima e dalla Cassazione poi.
Per questo motivo riteniamo quello che si aprirà l’11 giugno un vero e proprio processo politico, in cui alla sbarra andrà Mimmo Lucano ma si vorrebbero condannare tutti coloro che credono in una società più accogliente e più giusta.
Come USB rilanciamo l’appello promosso dal Comitato 11 Giugno, che ci ha visto coinvolti fin dalla sua nascita, e saremo presenti al presidio davanti al Tribunale di Locri, invitando tutte e tutti a promuovere e partecipare alle varie iniziative solidali che si stanno organizzando in tutta Italia.
UNIONE SINDACALE DI BASE