di Redazione
LOCRI- «Persefone simboleggia la rinascita, il passaggio dall’oscurità alla luce.
Attraverso ciò che il suo affascinante mito evoca vogliamo aprire una nuova stagione per il Parco archeologico di Locri dando vita ad un dialogo tra il bellissimo luogo e alcune stimolanti espressioni dell’arte contemporanea».
Così è stata presentata dalla curatrice, Marò D’Agostino, sabato scorso, al Museo archeologico nazionale di Locri, la rassegna di prossima inaugurazione: Mitica – Il ritorno di Persefone. «Linguaggi diversi si intrecceranno per visitare il passato e abitare il presente, con l’auspicio di sanare fratture nella continuità», ha spiegato Marò D’Agostino che, tra una sua mostra fotografica a Milano e la presentazione di una nuova linea di design a Parigi, elabora, con tenacia e non senza contingenti difficoltà, progetti e proposte per il luogo in cui ha scelto di vivere, la Locride. “Mitica” si svilupperà in cicli stagionali di mostre affidate, di volta in volta, a una coppia di artisti che contribuiranno a rendere vitali gli spazi del Parco, accogliendo i visitatori e conducendo laboratori didattici aperti. «L’artista, in piena autonomia espressiva, si farà di volta in volta, per chi partecipa, medium di uno “scavo” guidato e multiverso nella conoscenza, nella terra, nella memoria e, in maniera più concreta, offrendo gli strumenti per una migliore conoscenza del linguaggio e della tecnica artistica», ha concluso la curatrice.
L’evento, promosso dal Kiwanis Club della Locride, è realizzato in collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria e, in particolare, grazie alla disponibilità della direttrice del museo di Locri, Rossella Agostino, e della responsabile dell’area didattica, Laura Delfino, che hanno molto apprezzato da subito il progetto.
L’intera area museale, interni ed esterni, sarà quindi location per le opere degli artisti che si avvicenderanno secondo i cicli delle stagioni in omaggio a Persefone.
Due video, di cui sono autori gli artisti che apriranno il primo ciclo, hanno fatto da anteprima della rassegna: Nameless 2009, di Enzo Umbaca, girato sulle spiagge del mar Jonio, vicino ai numerosi barconi sui quali i migranti hanno attraversato il Mediterraneo, dove un acrobata è intento in continui tentativi di capovolgere concettualmente il “mondo”; e Divinità – Goddesses, di Adelaide Di Nunzio, una raccolta in slide dell’omonimo progetto fotografico: una rappresentazione in chiave contemporanea della Mitologia del Mediterraneo.
I soggetti interpretano le divinità mettendo in risalto il lato umano e debole come specchio della decadenza della società contemporanea.