di Emanuela Alvaro
LOCRI – La giornata del candidato alla presidenza della Regione Calabria, Mario Oliverio, nella Locride per “dialogare con il territorio”, si è conclusa con il convegno organizzato dall’imprenditore Nicola Capogreco, dal titolo “Ambiente, Risorse, Lavoro. Strategie e opportunità per una crescita sostenibile”.
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Al tavolo dei relatori con Oliverio e Capogreco a discutere sulla questione Calabria, sulla situazione effettiva e su ciò che si dovrà predisporre affinché la strada se pur stretta deve essere percorsa per dare una nuova prospettiva, Antonio Viscomi, ordinario di diritto del lavoro Università Magna Graecia di Catanzaro, Pietro Molinaro, Presidente Coldiretti Calabria e Vittorio Zito, esperto in fondi comunitari.
Ognuno partendo dalla propria esperienza, dalla propria professione ha tracciato un quadro di ciò che in Calabria fino ad ora non ha funzionato, fino ad arrivare a questo punto che pone la Regione nelle posizioni più basse rispetto a sviluppo, disoccupazione, emergenze, soglie di povertà.
Una realtà che nei decenni si è prodotta per “l’assenza di istituzioni complementari, l’assenza di politiche pubbliche e l’assenza di norme comportamentali”. È il momento di passare “dal cosa fare al come fare”, ragionando in chiave di sistema, dove prima di pensare al lavoro e a come crearlo è fondamentale pensare all’impresa da costruire sul territorio, basando tutto su una logica territoriale, dove, come sottolineato dal professore Viscomi, «l’identità è una risorsa enorme ed è fondamentale pensare al mercato fatto da consumatori che chiedono delle specificità. Capire come si comporta la persona a cui vogliamo proporre quello che abbiamo a disposizione, avendo ben chiaro a chi ci si sta rivolgendo. Puntare ai dinamismi sociali senza i quali non si va da nessuna parte, ad una politica che sia programmazione, ad una burocrazia che non sia più frammentata e poi l’accountability, termine difficile da tradurre, ma che nella sostanza significa dare conto di ciò che si fa e si produce».
Puntare su ciò che la Calabria può offrire, una regione che, prima di ogni altra cosa, deve indirizzarsi su ciò che le è più congeniale, sicuramente agricoltura e beni culturali. Il tutto in un contesto di maggiore efficienza della macchina che muove i fondi comunitari e nella consapevolezza di maggiore unità, condividendo un progetto per un “brand”, quello calabrese e nello specifico quello della Locride, che allo stato dei fatti non ha mercato.
«Noi dobbiamo innanzi tutto agire per valorizzare le risorse sottovalutate. Fatta un’analisi della situazione la strada se pur stretta si deve comunque percorrere. Abbiamo fatto e continueremo a fare fino alla date delle elezioni una campagna elettorale basata sulla verità, perché è fondamentale – ha affermato il candidato alla presidenza della Regione Calabria – avere la consapevolezza della gravità della situazione. La condizione della Calabria è grave, di attuale ripiegamento su se stessa perché i gap si sono ampliati rispetto al contesto generale. Sono qui per dare una prospettiva differente, partendo da questa consapevolezza e agire per imboccare una direzione nuova. Perché questo avvenga è fondamentale un cambio di cultura e di approccio con i problemi. La realtà è che la politica è malata perché c’è una società malata. Fondamentale è un quadro di regole per recuperare la fiducia necessaria per andare avanti, ma ancora più importante è lavorare per rimettere in piedi questa regione. Io sono sceso in campo per dare un contributo, con la consapevolezza di avere le mani più libere rispetto ad altri».