di Redazione
Tutti insieme per una sera: Francesco Loccisano, Massimo Cusato, Mimmo Cavallaro, Andrea Simonetta e Gabriele Albanese. E poi ancora Meki Marturano, Silvio Ariotta, Clemente Ferrari e Prisca Amori, il primo violino del maestro Ennio Morricone. Un “all stars team” da urlo per tenere a battesimo l’enfant prodige della musica etnica calabrese.
{loadposition articolointerno, rounded}
Segnatevi questo nome: Francesco Sicari. E non sorprendetevi se in futuro ne sentirete parlare anche fuori regione. Il baby talento vibonese ha incantato il pubblico del palacultura di Locri nella serata di presentazione del suo ultimo lavoro discografico dal titolo “Spartenza” con discreta personalità e un ottimo estro narrativo. Per dirla alla De Gregori: il ragazzo si farà. Ventidue anni e una passione sconfinata per le tradizioni popolari, Sicari ha scelto di esordire insieme al top del panorama musicale regionale, professionisti per la prima volta coinvolti in una reunion che in molti sperano non sia l’ultima. A giudicare dalla standing ovation finale l’esperimento sembra essere riuscito, con la benedizione di Luigi Lombardi Satriani, antropologo e politico di lungo corso, seduto in prima fila accanto a Salvatore Cosentino, magistrato prestato al teatro. E’ stato proprio il pm della Procura di Locri ad aprire lo show con un monologo sul rapporto uomo-diritto seguito dalla sua personale esegesi sui sette peccati capitali. «Sicari – ha spiegato un emozionato Lombardi Satriani – per ragioni familiari e in quanto compartecipe della comunità di San Costantino di Briatico, ha avuto numerosi motivi per assumere la figura e l’opera di Raffaele Lombardi Satriani in una dimensione di domesticità che in qualche modo legittimava il suo ricorso a esse per mutuarne materiali e sollecitazioni. E’ un risultato di notevole efficacia e interesse –ha proseguito – e che testimonia come una figura e un’opera che appertengono a una trascorsa temperie culturale possano essere estremamente eloquenti anche oggi per i giovani».