di Gianluca Albanese (ph. Enzo Lacopo)
LOCRI – Un documento congiunto dei due ormai ex “litiganti” e la richiesta di convocare un consiglio comunale ad hoc per discutere dei temi legati alla povertà. Sono i frutti della pace fatta ieri tra il consigliere comunale di opposizione Pino Mammoliti e il sacerdote della chiesa di Santa Caterina don Giuseppe De Pace, dopo la polemica montata su facebook domenica scorsa, quando l’avvocato e politico locrese espresse condanna per l’allontanamento di un mendicante dalla chiesa durante la funzione religiosa.
{loadposition articolointerno, rounded}
Una polemica vivace, riportata anche dalla nostra testata, e alla quale hanno preso parte molti utenti, tanto da indurre il vescovo di Locri-Gerace mons. Francesco Oliva a convocare Mammoliti per manifestargli l’esigenza di chiarire l’equivoco con don De Pace e di unire le forze per combattere la povertà.
Proposta immediatamente colta da Pino Mammoliti che, sempre su facebook, ha chiesto scusa al sacerdote per quanto è stato interpretato sulla vicenda, rinnovando nel contempo il suo impegno per eliminare le condizioni di disagio sociale.
“Ieri – ha scritto Mammoliti su facebook – dopo un colloquio chiarificatore con Don Giuseppe sollecitatomi da Sua Eccellenza il Vescovo per definire i contorni della vicenda dell’allontanamento dalla Chiesa di un mendicante, ho avuto modo di conoscere personalmente Don De Pace.
Mentre parlavamo ne coglievo l’amarezza e la sofferenza di chi si è sentito ingiustamente colpito da un giudizio violento e sommario, condito da un lessico altrettanto duro.
Chiedo scusa al Prete e all’uomo.
In effetti le cose raccontatemi da Don Giuseppe rispetto a quanto accaduto durante la messa di Sant’Antonio, sono subito risultate ridimensionate e, la mia reazione è sembrata esagerata. Reazione che è nata dall’aver pensato che un Prete si comportasse nei modi e nei termini che avevo recepito e riportato. Abbiamo, dapprima con il Vescovo e successivamente con Don De Pace, convenuto che i poveri e la povertà rappresentano il primo problema emergenziale dell’intera diocesi ma più diffusamente di un sistema sociale fortemente frastagliato.
I poveri (quelli veri) quelli cioè non sfruttati da organizzazioni criminali fanno parte dell’arredo della Chiesa senza l’aiuto loro rivolto, la missione di rappresentanti di Cristo sarebbe orfana di uno dei riferimenti più preziosi lasciati in eredità da Dio a tutti gli uomini, nessuno escluso.
Saprà la Chiesa di Locri nella sua interezza migliorare la rete di protezione che già offre agli ultimi e ai più bisognosi di ogni razza e di ogni latitudine.
Compito della politica che su questo terreno è molto indietro, sarà quello di sintonizzarsi con gli esempi di Papa Francesco.
Compito delegato a noi comuni mortali è e sarà quello di aiutare sempre come diceva Don Gallo la maggioranza; “La mia maggioranza è quella dell’80% di popolazione mondiale senza volto che viene messa in schiavitù dal ricco capitalismo del restante 20%. Sono con loro, con almeno cinque miliardi di persone”.
Fin qui l’ultimo scritto dell’estroso penalista locrese.
Ora, non rimane che attendere il documento congiunto che sottoscriverà insieme a don De Pace e attendere la richiesta, che sarà inoltrata al presidente del consiglio comunale Miki Maio, di convocare una seduta del civico consesso proprio per parlare di lotta alla povertà.