DALL’ASSOCIAZIONE CIVITAS SOLIS DI LOCRI RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Pubblico delle grandi occasioni per quello che può essere considerato l’evento letterario dell’estate locrese. La presentazione del volume che raccoglie tutte le opere del compianto poeta dialettale Francesco Salvatore Filocamo ha visto infatti riempirsi tutti gli spazi utili dell’ampia corte del Palazzo di Città.
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Una partecipazione attenta e di qualità per una iniziativa tesa alla riscoperta di uno degli autori più importanti della tradizione dialettale calabrese, a trent’anni di distanza dalla sua morte avvenuta a Locri nel 1984. Presidente per molti anni della delegazione calabrese dell’associazione nazionale poeti e scrittori dialettali, vincitore di numerosi premi a carattere nazionale e regionale, Salvatore Filocamo fa parte di quel ristretto novero di poeti dialettali che in Calabria hanno rappresentato le istanze e i valori positivi dei ceti popolari. Alle precedenti edizioni delle sue opere, dalla raccolta di poesie «Ricchi e povari» edito da Frama sud nel 1975 con prefazione di Saverio Strati, alla Farse carnavalesche, edite nel 1984 da Rubettino a cura del professore Giuseppe Falcone, si aggiunge ora l’opera omnia curata da Ugo Mollica ed edita da Franco Pancallo Editore. Il volume, denominato «Voci e valori del mio tempo» mette insieme sia la produzione poetica che quella delle farse e unisce degli inediti forniti dalla famiglia Filocamo che, con il suo input, ha dato vita alla redazione del libro.
La presentazione dell’opera cui hanno concorso la città di Locri, l’Associazione Nazionale Poeti e scrittori dialettali e l’associazione Civitas Solis, con il patrocinio della Provincia di Reggio, ha visto i saluti del sindaco Calabrese il quale, nel sottolineare la valenza dell’autore e raccogliendo l’invito venuto dal dottor Staltari, presidente dell’associazione dei poeti dialettali ha annunciato che verrà intestata una strada cittadina a Salvatore Filocamo. Il sindaco ha inoltre dato notizia, unitamente all’assessore alla cultura Sofia del protocollo tra l’amministrazione e la casa editrice Pancallo per il varo di un museo cittadino del libro.
Nell’introdurre e moderare i lavori, il professor Ugo Mollica, curatore del volume presentato, ha spiegato il contesto dell’opera di Filocamo e delle scelte operate nella redazione dell’opera omnia. A relazionare sui contenuti della poetica dell’autore il preside Bruno Pelle che, in una articolata esposizione, ha trattato in dettaglio i motivi, i temi, le forme e l’uso del dialetto da parte di Filocamo.
Il Direttore della sede regionale della Rai Crucitti, ha messo l’accento sul premio Rai conseguito da Filocamo nel lontano 1952, e l’importanza che la Rai sta mettendo verso le produzioni letterarie promosse anche dai giovani calabresi. Dopo un intermezzo musicale a cura del gruppo di ricerca etnica Usanticu, che ha inteso musicare con strumenti tradizionali alcune delle poesie di Filocamo, come ha spiegato il cordinatore del gruppo, Pino Rubino, sono state lette alcune poesie dal professor Franco Nicita. Successivamente il direttore dell’associazione Civitas Solis, Francesco Mollace, ha inquadrato l’opera di Salvatore Filocamo nel contesto storico sociale del mezzogiorno. Unitamente a Micu Pelle di Antonimina, Giuseppe Coniglio di Pazzano, Pasquale Cavallaro di Caulonia, Salvatore Filocamo ha aggiunto Mollace, fa parte di quel ristrettissimo manipolo di voci autorevoli del nostro territorio che hanno inteso raccontare attraverso la lingua vernacolare la dignità umana, il decoro della sofferenza della società agricola e pastorale calabrese dei primi cinquant’anni del novecento.
Dopo l’intervento dell’editore Pancallo che ha messo in risalto come quest’ultimo volume rappresenta la perla dal punto di vista grafico della produzione della casa editrice locrese, vi è stata la consegna di una serie di premi donati dal Presidente Staltari a nome dell’associazione poeti dialettali. Tra di essi uno alla memoria del compianto preside Carmelo Filocamo, figlio illustre di Salvatore, enigmista di caratura internazionale sotto lo pseudonimo di Fra Diavolo, consegnato alla moglie professoressa Maria Gelsomino Filocamo. Uno a Iolanda Filocamo che come riconosciuto da diversi intervenuti si è dedicata con intesità e passione nel supportare la manifestazione. Un evento che, come affermato dal sindaco Calabrese, nel concludere la serata resterà nella storia culturale della città.