(Fotogallery e Video ESCLUSIVI di Enzo Lacopo)
R & P
“Nessuno può chiamarsi fuori dalla lotta alla criminalità organizzata perché con l’indifferenza e il disimpegno non si possono certo affermare valori come legalità e democrazia”. A Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri il 16 ottobre del 2005, si deve questo pensiero riportato nel video che ha chiuso, nell’aula magna del liceo “Mazzini” di Locri,l’evento in ricordo del politico calabrese barbaramente assassinato. La manifestazione, che si è svolta alla presenza di moltissimi studenti, è stata organizzata nell’ambito del progetto “Il cammino della legalità: creatività, socializzazione e impegno contro le mafie”. Presenti Maria Grazia Laganà Fortugno e i figli Anna e Giuseppe, il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e l’ex componente della commissione parlamentare Antimafia Angela Napoli. L’incontro, moderato dal direttore editoriale di Agv Il Velino Paolo Pollichieni, si è aperto con i saluti del dirigente dell’istituto Francesco Sacco, del sindaco di Locri Giovanni Calabrese e del presidente del Consiglio regionale della Calabria Nicola Irto.
“Crediamo che la testimonianza di impegno e l’esempio – ha evidenziato il dirigente Sacco – siano per i nostri ragazzi preziosa linfa di cultura e riscatto. La scuola deve educare e guidare i ragazzi alla conquista della libertà”.
“Ci stringiamo alla famiglia Laganà Fortugno – ha sottolineato il sindaco Calabrese – per ricordare Franco e con loro ricordiamo anche le sue battaglie per la sanità e per una Locride migliore. Domani sarà siglato un protocollo che rivitalizza l’impegno assunto dalla Regione all’indomani dell’uccisione di Fortugno, perdestinare ingenti risorse alla città”.
“Ricordiamo oggi un uomo delle Istituzioni – ha evidenziato il presidente Irto ucciso dalla barbarie mafiosa. Quanto avvenuto il 16 ottobre di undici anni fa ha rappresentato un pesante attacco al cuore delle Istituzioni, motivo per il quale ricordare Francesco Fortugno, qui oggi proprio con i giovani, costituisce anche un dovere morale. La memoria degli uomini giusti tiene accesa la fiammella della speranza”.
Maria Grazia Laganà Fortugnonon ha mancato di sottolineare una serie di criticità che ancora oggi esistono: “Dalla sanità all’isolamento del nostro territorio, i problemi generano sfiducia. Dobbiamo combattere la ‘ndrangheta e le disuguaglianze della nostra società, per contrastare l’emigrazione dei giovani e per dare ai ragazzi libertà e speranza. La politica deve compiere uno scatto in avanti, dando risposte ai territori ma anche assumendo un atteggiamento intransigente verso le mafie, come faceva mio marito Franco, le cui denunce sono facilmente accessibili perché agli atti del Consiglio regionale”.
“Voi potete combattere la criminalità organizzata studiando. La questione culturale – ha spiegato il procuratore Gratteri – che oggi si pone come elemento integrante della lotta alle mafie unitamente all’azione giudiziaria, in realtà è successiva ad un’altra grande questione che è quella dell’istruzione, dello studio e dell’apprendimento della lingua italiana, della storia, delle geografia e della filosofia. Oggi paghiamo ancora lo scotto di classi docenti laureatasi negli anni Settanta con la pistola sul tavolo. A vostra disposizione deve esserci l’opportunità di studiare e di imparare per essere veramente liberi. Cercate di volare alto e vigilate su chi vi parla di legalità. Non è etico chiedere soldi pubblici per manifestazioni antimafia”.
“La parola legalità oggi è molto abusata – ha sottolineato l’ex parlamentare Angela Napoli – ed è importante che voi giovani puntiate e crediate ancora nella meritocrazia per perseguirla nei fatti. Molti ne parlano senza rispettarne il contenuto. Il cammino della legalità è nella sua essenza un percorso concreto in cui l’osservanza dei doveri e il riconoscimento dei diritti viaggiano insieme”.
Il direttore Pollichieni, che ha espresso anche parole di incoraggiamento per il procuratore aggiunto di Cosenza Marisa Manzini attaccata da un boss in video conferenza, ha poi dato la parola agli studenti per le domande. L’evento si è conclusocon la proiezione del video su Francesco Fortugno e con l’inaugurazione della mostra fotografica “Uno scatto per la legalità” che resterà allestita presso il liceo.
La commemorazione di Francesco Fortugno proseguirà domani domenica 16 ottobre. Alle ore 10 a palazzo Nieddu del Rio avrà luogo la deposizione della corona da parte delle Istituzioni dello Stato, alle ore 10.30 sarà celebrata la Santa Messa nella Cappella dell’Ospedale di Locri e alle 11.30 al cimitero sarà deposta della corona da parte della Regione Calabria. Saranno presenti il presidente del Consiglio regionale della Calabria Nicola Irto, il presidente della Regione Mario Oliverio e il capo della Polizia Franco Gabrielli. A seguire presso il comune di Locri sarà sottoscritto il nuovo protocollo di applicazione della cosiddetta “Legge Fortugno”, che prevede finanziamenti per 38 milioni di euro. Firmeranno il sindaco di Locri Giovanni Calabrese, il presidente della Provincia Giuseppe Raffa e il governatore Mario Oliverio.
a.f./Labecom
Reggio Calabria, 15 ottobre 2016
DI SEGUITO GLI ALTRI MESSAGGI GIUNTI ALLA NOSTRA REDAZIONE IN OCCASIONE DELLA COMMEMORAZIONE DI FORTUGNO:
Undici anni fa, all’indomani dell’omicidio Fortugno, i ragazzi di Locri scesero in strada recandosi silenziosamente davanti al Tribunale della loro città con un lenzuolo bianco. Di fronte a quanto accaduto, la risposta fu un assordante silenzio. Da allora tante cose sono accadute ma poche sono state fatte. Tante manifestazioni si sono trasformate in “passerelle” per i politici, alcuni dei ragazzi hanno ottenuto grande popolarità, ma quel lenzuolo bianco si è ancora macchiato di sangue e di omertà.
Quello che doveva diventare la Primavera della Locride è precipitato in un autunno buio e triste. I tanti ragazzi hanno lasciato questa “amara e amata terra”, come l’aveva definita Monsignor Bregantini, alla ricerca di un futuro migliore. Ma questa “amara e amata terra” ha proprio bisogno dei giovani, che attraverso l’istruzione prima e la cultura poi, come ha specificato il Procuratore Gratteri, si impegnino a restare e a volare alto nel paese in cui sono cresciuti. Per questo i giovani democratici appoggiano il progetto del Liceo Delle Scienze Umane “Mazzini” di Locri, quello di un cammino per la legalità contro le mafie, convinti che solo insieme si possa realizzare qualcosa di concreto e duraturo nel nostro territorio.
Ricordare il sacrificio di Franco Fortugno non è solo un atto di ammirazione e rispetto per il suo impegno, ma è soprattutto un modo per rinnovare la motivazione con cui ogni giorno ci rendiamo protagonisti della missione che ci ha affidato. E noi Giovani Democratici della Locride saremo sempre in prima fila nel tutelare la legalità e liberare la nostra terra dall’oppressione della criminalità organizzata senza limitarci alle parole. Proprio come chiedeva Franco Fortugno, non ci fermeremo.
I Giovani Democratici della Locride
Undici anni fa teatro del delitto più grave della storia calabrese e anche quest’anno tempio della memoria. Deposta una corona di fiori a palazzo Nieddu del Rio dove il 16 ottobre 2005 fu ucciso il vice presidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno. Oggi a Locri ha avuto luogo la solenne commemorazione con la deposizione della corona da parte della Regione a palazzo Nieddu del Rio e al cimitero e con la Santa Messa celebrata nella Cappella dell’Ospedale di Locri. Presenti accanto a Maria Grazia Laganà Fortugno e ai figli Anna e Giuseppe, il capo della Polizia Franco Gabrielli, il presidente della Regione Mario Oliverio, il presidente della commissione contro il fenomeno della ndrangheta del Consiglio regionale Arturo Bova, il presidente della Provincia Giuseppe Raffa e il sindaco Giovanni Calabrese. “Franco Fortugno – ha sottolineato il capo della Polizia Gabrielli – è stato un calabrese perbene ucciso da altri calabresi. Lo Stato ha fatto la sua parte individuando i responsabili adesso ci aspettiamo la stessa tempestività dai cittadini di questa terra. Noi ci siamo e chiediamo anche ai calabresi di esserci. E’ inutile l’attesa messianica di aiuti e contributi. Bisogna cambiare approccio e questo possono farlo solo i calabresi”. A seguire presso il comune di Locri è stata sottoscritta dal sindaco di Locri Giovanni Calabrese, dal presidente della Provincia Giuseppe Raffa e dal governatore Mario Oliverio, la rimodulazione del protocollo di intesa per la realizzazione di un polo scolastico e il recupero dell’immobile destinato al forum Forever. Ciò è avvenuto nell’ambito della cosiddetta “Legge Fortugno” (legge regionale 1/2006) che l’anno successivo al delitto aveva previsto una serie di interventi su Locri per un investimento complessivo di oltre 38 milioni di euro. “Credo che il modo migliore per commemorare mio marito Franco – ha sottolineato Maria Grazia Laganà Fortugno – sia proprio quello di legare alla sua memoria la realizzazione di opere importanti per la crescita di questo territorio. Chiedo con forza che su questi lavori si vigili con rigore soprattutto nella fase di appalto e affidamento affinché tali opere così necessarie, pensate dopo il sacrificio di mio marito, non siano infangate dal malaffare”. Sull’importanza della sinergia istituzionale si sono soffermati il sindaco Calabrese e il presidente della provincia Raffa. “Le criticità finanziarie del comune di Locri – ha spiegato il sindaco Calabrese – non ci hanno consentito di utilizzare autonomamente queste risorse che grazie alla Provincia, che ha già acceso dei mutui e avviato altri iter in qualità di soggetto attuatore degli interventi, potremo valorizzare. Dopo la morte di Franco Fortugno la città di Locri ha intrapreso un percorso di legalità che oggi segna una tappa importante dedicata soprattutto alle giovani generazioni. Siamo fortemente impegnati e presteremo massima attenzione anche alla trasparenza delle procedure”.
“Abbiamo capito l’esigenza che nasceva da questo territorio – ha sottolineato il presidente Raffa – e le difficoltà economiche che attraversava. Così abbiamo assunto l’impegno di realizzare gli interventi con la convinzione di garantire sviluppo e crescita alla città jonica. Abbiamo ritenuto doveroso ricordare un uomo come Franco Fortugno non lasciando che risorse importanti andassero perdute. Si tratta di una sinergia positiva che ripaga e per la quale oggi siamo particolarmente contenti e soddisfatti”.
“Sono qui per rendere omaggio a Franco Fortugno e per confermare ancora una volta la mia vicinanza a Maria Grazia e ai figli Anna e Giuseppe dopo quanto accaduto in quel drammatico 16 ottobre del 2005. E’ importante che la Calabria e l’Italia non dimentichino quanto accaduto a Locri undici anni fa – ha sottolineato il presidente della Regione Oliverio – ed è fondamentale che soprattutto i giovani comprendano che il percorso di riscatto e liberazione di questa terra dalla presenza criminale mafiosa è condizione per costruire un futuro di crescita e per tracciare una proiezione diversa, positiva e libera da stereotipi, di questa terra nel mondo. In questa circostanza rilanciamo il progetto nato nel nome e nel ricordo di Fortugno. Questo è un fatto concreto e importante. I contenuti di questo documento evidenziano la chiara scelta di investire sui giovani, vera risorsa per il riscatto della nostra terra. Il cuore di questa rimodulazione è infatti rappresentato proprio dalla scuola di ogni ordine e grado. Ai giovani di questo territorio saranno così assicurati significative opportunità di crescita e maggiori strumenti di conoscenza e relazione”. Nel dettaglio di quanto sottoscritto oggi, andranno presto a bando sei opere pubbliche per un valore di oltre 4 milioni di euro mentre per altri dieci interventi (quasi sei milioni di euro) la Provincia ha dato inizio all’iter amministrativo. Altri 4 milioni di euro, nell’ambito del terzo stralcio ancora da attivare, sono destinati alla riqualificazione del lungomare dei giovani e della legalità. Presentati anche due progetti attivati autonomamente dal comune di Locri ossia la costruzione del polo scolastico dell’infanzia “Virgilio”, che sarà finito in primavera, e la costruzione del teatro all’aperto in località Moschetta.
a.f./Labecom
Reggio Calabria, 16 ottobre 2016
Roma, 16 ottobre 2016 – “Ricorre anche quest’anno l’anniversario dell’omicidio di Franco Fortugno, avvenuto a Locri il 16 ottobre del 2005, ed anche quest’anno il nostro movimento, nato proprio come risposta dei giovani calabresi a quella barbarie mafiosa, celebra privatamente questa memoria, lontano dalle celebrazioni ufficiali e dai riflettori”.
Lo ricorda in una nota Aldo Pecora, fondatore e presidente del movimento di giovani antimafia calabresi che nacque all’indomani dell’omicidio Fortugno, e che prese il nome dal famoso striscione che fu esposto da Aldo Pecora ed altri ragazzi ai funerali del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, che riportava la sfida ai mafiosi ‘E adesso ammazzateci tutti’.
“Tanto è cambiato da quel giorno – continua Pecora – sia in Calabria, dove è finalmente nata e si è consolidata una nuova coscienza antimafia, specialmente tra i giovani, sia nell’immagine che da quel giorno la Calabria ha avuto in Italia, come hanno testimoniato tutti i maggiori organi di informazione nazionali ed esteri. Ed anche la mia vita è stata sconvolta da quell’evento, e dall’impegno personale che ne è scaturito, a cui ho dedicato tutti gli anni della mia giovinezza”
“L’unica cosa che non è cambiata per me da quel giorno – insiste Aldo Pecora – è la volontà di fare strada ad una nuova mentalità antimafiosa senza farmi strada. Una scelta che mi è costata una vita più che austera, proprio perché sapevo che rappresentavo un esempio per moltissimi ragazzi. Ma anche una scelta che ha fatto stizzire chi su quella morte voleva lucrare carriere politiche e professionali e vantaggi economici, e che trovando nel paragone un fastidio insopportabile non ha mai perso occasione di tentare di farmela pagare con aggressioni di ogni specie, che non hanno risparmiato neanche la mia famiglia”.
“Ma noi siamo ancora qui, anno dopo anno – conclude Aldo Pecora – a schiena dritta davanti alla tomba di Franco Fortugno, orgogliosi di non averla utilizzata come scalino per carriere politiche, professionali, o per vantaggi economici personali. Le nostre mani sono rimaste pulite come allora, ed il nostro sguardo è cristallino come quella sera che piangevamo Franco. In questa terra dove si muore di mafia, ma di antimafia a volte si campa, e pure bene, c’è chi crede di averci fatto terra bruciata intorno, e invece non sa quanto noi siamo fieri ed orgogliosi di esibire la nostra diversità. Ed i calabresi onesti ce ne stanno già dando atto.”.
Ufficio stampa
Movimento “Ammazzateci tutti” – www.ammazzatecitutti.it